“Il processo da me subito l’ho vissuto come un attacco dei corleonesi. In aula, durante il dibattimento, non vedevo il pm Ingroia, ma Riina”. Così il Capitano Ultimo in uno dei passaggi della video-intervista rilasciata in località segreta e che verrà trasmessa questa sera nel corso di Atreju ’10, la festa dei giovani del Pdl. Il Capitano Ultimo, all’anagrafe Sergio Di Caprio, protagonista della cattura di Totò Riina, riceverà questa sera il premio Atreju ’10. A consegnare il riconoscimento sara’ il capitano Gianfranco Paglia, deputato del Pdl. Parteciperà il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. “Le recenti teorie sulle stragi di stato in relazione a Capaci e Via D’Amelio – secondo Di Caprio – sono un tentativo inammissibile di minimizzare il ruolo della mafia e delegittimare le istituzioni e non fanno altro che favorire Totò Riina”.
“Guardavo Ingroia ma sentivo Riina”

La vera storia della mafia e dell’antimafia in Sicilia è in buona parte ancora tutta da scrivere. Molti gli scenari su cui dovere far luce. Un esempio sconvolgente:
NELL’UDIENZA del 26 settembre 2005 è il magistrato Luigi Patronaggio, di turno il giorno della cattura di Riina, a parlare. Interrogato dal Tribunale, afferma: “Fui avvisato dell’arresto di Riina – racconta Patronaggio – direttamente da Caselli che aveva ricevuto una telefonata dai carabinieri del Ros con i quali era in contatto diretto. Caselli ha gestito tutta l’operazione, ed era solo lui quello che aveva rapporti con Mori e De Caprio e tutti quelli del Ros. Quando Caselli mi disse di non effettuare la perquisizione, mi spiegò che la richiesta arrivava dal Ros e siccome c’era e c’è fiducia totale in De Caprio e Mori e l’indicazione proveniva da due operatori qualificati, non ho avuto nulla da obiettare. Caselli mi parlò di mezzi tecnici di osservazione, facendomi intendere che la villa era sotto controllo”.
UDIENZA del 7 novembre 2005, giorno riservato alla deposizione dell’ex procuratore di Palermo Giancarlo Caselli. Rispondendo alle domande del pm Ingroia, il Capo della Procura di Palermo dice: “Non ho ricordi personali di quei periodi. Tutto ciò che posso dire, anche per evitare strumentalizzazioni sulla mia persona, è legato alle note acquisite in questo dibattimento”.
Su LA REPUBBLICA del 16 novembre 1997, a pagina 12, cioè sette anni prima della testimonianza sopra riportata, intervistato da Giorgio Bocca, Giancarlo Caselli, contrariamente alla testimonianza di Patronaggio, aveva affermato: “Gli uomini del Ros arrestano Riina il 15 gennaio 1993 e arrivano subito alla casa in cui abitava con la moglie e quattro figli e per DICIOTTO GIORNI non avvisano la Procura. Per sorvegliare, diranno, chi a quella porta avrebbe suonato.”.
Sarà mai chiarito il profondo contrasto tra quanto dice Caselli a Bocca a proposito dei diciotto giorni di silenzio da parte dei Carabinieri e quanto detto dal pm Patronaggio? Ma deve essere un commentatore di Live Sicilia a porre questo quesito? E infine, può un testimone, anche se è il procuratore capo a Palermo, rifiutare di raccontare ciò che sa al Tribunale, invocando la sua personale esigenza di evitare “strumentalizzazioni sulla mia persona”?
Qualcuno ha eccepito leggi “ad personam”? Chi sa, parli. Per favore.
Saluti.
Dopo il post di Anello (al naso), credo che saremo soffocati da un assordante silenzio.
Il testimone ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che gli sono poste.
L’art. 372 c.p. punisce il testimone che si rifiuta di rispondere, che afferma il falso ovvero tace ciò che sa.
E ora?
Non accadrà niente di niente, come per tutti quelli che negli anni hanno raccontato fiumi di menzogne nelle aule di tribunale. La Commissione Antimafia di Pisanu e Granata ha altro a cui pensare e di cui parlare…stomachevole.
Visto? Silenzio. Dove sono finiti gli indignati speciali che popolano questa rivista? Che viltà.
Io ho arrestato Riina: la politica rimase fuori i magistrati invece…
http://www.ilgiornale.it/interni/io_ho_arrestato_riina__la_politica_rimase_fuori_i_magistrati_invece/22-07-2010/articolo-id=462524-page=0-comments=1
Leggo ora l’articolo.
Solidarietà al Capitano, per tutto quello che ha passato e per il suo senso dello Stato.
Peccato che alcuni esponenti del pdl rischino di confondere la ricerca della Verità in vile sciacallaggio politico/elettorale.
La serata in cui Ingroia si presentò da Santoro seduto accanto a Travaglio che sparava un mucchio di falsità su Ultimo, come quella che il capitano avrebbe rimosso volontariamente una telecamera piazzata su un lampione a sorvegliare il covo, dovette essere una serata speciale per il boss di Corleone. Chissà, forse era il suo compleanno e gli è stato fatto un regalo adeguato.
Vedere l’artefice della sua cattura sputtanato in prima serata da una vagonata di calunnie, per Riina deve essere stato un piacere sottile.
Per quanto sanguinario, il capomafia è sufficientemente intelligente per capire che per un uomo come il capitano De Caprio l’infamante calunnia di essere un colluso con la mafia, perpetrata da uomini di grande popolarità e con mezzi di grande comunicazione, rappresenta una punizione, una vendetta estremamente più raffinata che non l’eliminazione fisica.
Solidarietà un c… E mi si passi la volgarità. Ma non ci rende conto che per un ventennio ci hanno preso per in giro. C’e voluto massimo ciancimino a riaprire il caso, insabbiato, della trattativa. Lo dice alfano che ci fu una trattativa. Il ministro, mica il garzone. E di caprio farebbe bene a stare zitto. Lui non se sapeva nulla. Ci credo. E i suoi capi? Buona festa, politica, caro ultimo e mi saluti i giovani pidiellini. Lo spot grazie a lei gli riuscirà molto bene. E parlate di Ingroia. Si pulisca la bocca quando lo fa.
Per Panormita
Sono molto interessato all’argomento, come credo si sia già capito. Può, per favore, farmi i nomi delle persone cui allude? Credo sia venuto il momento della chiarezza a tutti i costi.
“C’e voluto massimo ciancimino a riaprire il caso,…”
Appunto.
“.. insabbiato, della trattativa.”
Insabbiato da chi?
Ultimo uno di noi!!!
Ultimo sarà in buona fede ma tutto il ciarpame politico – di qualunque colore esso sia – storicamente incapace di incidere decentemente dovrebbe tenersi alla larga dall’antimafia e non dare premi solo perchè ORA fa comodo mischiare le carte e fare i paladini.
Come dice Bernardo solidarietà un c.
Ultimo è un carabiniere e risponde agli ordini. Se non c’erano motivi investigativi (e obiettivamente non si colgono) per non perquisire la casa, c’erano evidentemente ordini di natura politica.
Andrei a ricercare il mandante politico di tutto ciò, quindi, invece di intrecciare i soliti tre peli di porco (che sempre tre restano e non bastano a fare una coperta) alla ricerca delle pulci della magistratura.
Io penso che la storia di quegli anni si stia effettivamente riscrivendo e questo è un bene, anche se ciò ci farà capire che il partito di maggioranza è nato dal patto con la mafia. Un colpo di stato vero e proprio, ma del resto noi italiani non valiamo nulla come popolo.
Non m’interessa sapere se Patronaggio abbia detto il vero o se Caselli non abbia detto tutto. M’interessa sapere chi ha dato l’ordine (il perchè è chiaro). Sono stufo di stolti che guardano il dito…
a tutti i “sapientoni” di questo blog vorrei chiedere se per loro la mancata perquisizione del covo di RIINA , e la successiva indisturbata bonifica del covo stesso da parte della mafia sia stato solo un disdicevole “disguido ” oppure altro!
Il fatto che i servitori dello stato abbiano assoldato persone ( ossia certi nick) che, appena si scrivono due righe sul capitano di turno, entrano qui e altrove a strapparsi le vesti, pedinando letteralmente Massimo Ciancimino su internet e probabilmente nel reale per tormentarlo e infastidirlo, la dice lunga sui metodi onesti e corretti utilizzati A VOLTE da chi indossa una divisa.
Ultimo il penultimo e i numeri primi di qualsiasi parte, mi spieghino perché Gino La Barbera col suo Terrano fece diversi viaggi, indisturbato (come se si trattasse di un addetto ad una ditta di traslochi) per ripulire il covo di Riina?
E, se come afferma il ministro Alfano ci fu la trattativa, perché non dica con chi Cosa nostra l’ha fatta?
Non sarebbe ora di fare chiarezza su tutto, anche sui non ricordo?
gli azzeccacarbugli difensori d ufficio degli apparati statali collusi, mi ricordano le menti raffinatissime evocate da Falcone!
Se sono azzeccacarbugli non sono , ovviamente, menti raffinatissime.
Si vaneggia, in alcuni link, di persone assoldate, di sapientoni, di antimafia che può essere esercitata soltanto da alcuni. Addirittura si parla di pedinamenti a Ciancimino e c’è chi vorrebbe sorvolare su eventuali colpe dei magistrati (come se fossero al di sopra di tutti, ma anche loro come i politici sono lì per servire la nazione, cioè noi. Allora li tratto come i politici, la fiducia se la devono conquistare). Quelle rivolte dai solerti amanuensi della retorica antimafiosa ( sempre che non siano loro quelli assoldati da menti raffinatissime) sono offese e nulla di più (visto che l’inconsistenza degli argomenti portati è imbarazzante). La cosa mi intristisce e mi preoccupa. Significa che è ancora molta la strada da fare per sconfiggere la mafia e i poteri occulti che la sfruttano. La gente proprio non riesce a liberarsi dalla miseria del “quattro gambe buono, due gambe cattivo” di Orwelliana memoria. Tutti a belare dietro il primo maiale che si mette ritto su due zampe. E la mafia, i poteri occulti, Palla di Neve e Napoleon, ingrassano.
Fate come volete, pensate ciò che volete. Ma non vi permettete di giudicare gente che non conoscete, di offendere senza sapere. Sareste, e non voglio crederlo, soltanto dei vastasi. Soltanto quaquaraquà. Siate uomini, almeno per un momento, e chiedetevi: può essere che TUTTI ci abbiano raccontato menzogne? Come faccio a credere ciecamente in tizio e non a caio?
E’ troppo? Da quello che scrivete pare di si. Perciò torno a fare ciò che facevo prima: ignoro voi (nel senso buono, visto che nemmeno vi conosco) e chi vorrebbe che i cittadini credano soltanto alla sua versione dei fatti).
W la libertà di pensiero.
A enrix,
la mia ammirazione per il lavoro che ha fatto.
I periti “ufficiali” non hanno niente da dire su tutti questi pizzini e papelli che sembrano dispensare verità come le tavole di Mosè?
Veramente i periti ufficiali hanno dichiarato qualcosa… Ho letto in merito una notiziola interessante qualche giorno fa sul Giornale di Sicilia. Mi associo ai complimenti a Enrix. E’ sempre piacevole e illuminante leggere i suoi commenti.
@ ORAZIO
Ultimo è un carabiniere e risponde agli ordini. Se non c’erano motivi investigativi (e obiettivamente non si colgono) per non perquisire la casa, c’erano evidentemente ordini di natura politica.
@DAVIDE
a tutti i “sapientoni” di questo blog vorrei chiedere se per loro la mancata perquisizione del covo di RIINA , e la successiva indisturbata bonifica del covo stesso da parte della mafia sia stato solo un disdicevole “disguido ” oppure altro!
La casa non era il covo di Riina ma la residenza della famiglia. Come ha detto Brusca, nessun boss nè tanto meno Riina era solito tenere documenti importanti in tali residenze. Riina poi non li teneva nemmeno nei covi. Brusca cita un covo dove Riina teneva i documenti in un barile sotterrato in aperta campagna. Inoltre il covo non era individuato, ma solo il quartiere. La famiglia vedendo arrivare i carabinieri nel quartiere per batterlo a tappeto cercando il covo, avrebbe distrutto in 5 minuti tutti documenti che voleva. Queste cose Ultimo le sapeva, e poichè i soli contatti conosciuti di Riina a Palermo erano gli insospetabbili Sansone, insospettabili che non sospettavano di essere sospettati perchè al momento delll’arresto, A 1 KM di distanza, il covo none Era ancora “bruciato”, ha suggerito a Caselli di stare sotto ai Sansone con le intercettazioni e i pedinamenti per portare in galera, oltre ai Sansone stessi, tutta la loro cosca, e cioè la cosca di Riina.Altrimenti tutto si sarebbe limitato all’arresto dei soli Sansone, e ad una perquisizione inutile (così come poi effettivamente è finità dopo 18 giorni per una decisione della procura che, quella si, pare veramente poco condivisibile).
Il risultato di tutto questo, è che il colleggio di “sapientoni” che ha giudicato e assolto Ultimo e Mori, ha scritto nella sentenza che ““ avviare un’indagine sistematica su questi soggetti (i Sansone –ndr) , in parallelo a quella già in corso sui Ganci, avrebbe potuto portare – nella prospettazione difensiva – ad acquisizioni investigative di grande rilevanza, se non addirittura decisive per la sopravvivenza del gruppo che faceva capo al Riina, il quale appunto, proprio sui Sansone e sui Ganci, aveva potuto contare durante la latitanza, per i suoi spostamenti nella città e per il soddisfacimento delle proprie esigenze di vita quotidiana. Questa opzione investigativa comportava evidentemente un rischio che L’AUTORITÀ GIUDIZIARIA (Cioè Caselli – ndr) SCELSE DI CORRERE, CONDIVIDENDO LE VALUTAZIONI ESPRESSE DAGLI ORGANI DI POLIZIA GIUDIZIARIA, direttamente operativi sul campo, SULLA RILEVANTE POSSIBILITÀ DI OTTENERE MAGGIORI RISULTATI OMETTENDO DI ESEGUIRE LA PERQUISIZIONE Nella decisione di rinviarla appare, difatti, LOGICAMENTE, INSITA L’ACCETTAZIONE DEL PERICOLO DELLA DISPERSIONE DI MATERIALE INVESTIGATIVO EVENTUALMENTE PRESENTE NELL’ABITAZIONE, CHE NON ERA STATA ANCORA INDIVIDUATA DALLE FORZE DELL’ORDINE, dal momento che NULLA AVREBBE POTUTO IMPEDIRE A “‘NINETTA” BAGARELLA, CHE VI DIMORAVA, O AI SANSONE, CHE DIMORAVANO IN ALTRE VILLE MA NELLO STESSO COMPRENSORIO, DI DISTRUGGERE OD OCCULTARE LA DOCUMENTAZIONE EVENTUALMENTE CONSERVATA DAL RIINA – COSA CHE IN IPOTESI AVREBBERO POTUTO FARE ANCHE NELLO STESSO POMERIGGIO DEL 15 GENNAIO, DOPO LA DIFFUSIONE DELLA NOTIZIA DELL’ARRESTO IN CONFERENZA STAMPA, QUANDO CIOÈ IL SERVIZIO DI OSSERVAZIONE ERA ANCORA ATTIVO – od anche a terzi che, se sconosciuti alle forze dell’ordine, avrebbero potuto recarsi al complesso ed asportarla senza destare sospetti. L’OSSERVAZIONE VISIVA DEL COMPLESSO, IN QUANTO INERENTE AL SOLO CANCELLO DI INGRESSO DELL’INTERO COMPRENSORIO, CERTAMENTE NON POTEVA ESSERE DIRETTA AD IMPEDIRE TALI ESITI, PRESTANDOSI SOLO AD INDIVIDUARE EVENTUALI LATITANTI CHE VI AVESSERO FATTO ACCESSO ED A FILMARE L’ALLONTANAMENTO DELLA BAGARELLA, CHE NON ERA COMUNQUE INDAGATA, E LE FREQUENTAZIONI DEL SITO.
Questa accettazione del rischio FU CONDIVISA DA TUTTI COLORO CHE PRESERO PARTE AI COLLOQUI DEL 15.1.93, AUTORITÀ GIUDIZIARIA e reparti territoriali, dal momento che era più che probabile che il Riina, trovato con indosso i cd. “pizzini”, detenesse nell’abitazione appunti, corrispondenza, riepiloghi informativi, conteggi, comunque rilevanti per l’associazione mafiosa, e NON POTENDO TUTTI COLORO CHE LA CONDIVISERO NON ESSERSI RAPPRESENTATI CHE CON IL RINVIO DELLA PERQUISIZIONE NON SI SAREBBE POTUTO IMPEDIRNE LA DISTRUZIONE O COMUNQUE LA DISPERSIONE AD OPERA DI TERZI.” Il che, in sintesi, significa che Caselli fu d’accordo proprio nel rinunciare ai possibili documenti perseguendo un’altra strategia investigativa.
E ancora per Davide: quella che lei chiama “bonifica”, era solo una pulizia, una ritinteggiatura delle pareti, e la sostituzione di alcuni tubi da parte di operai e imbianchini, ed è, al contrario di ciò che lei intende, la prova provata che il piano di Ultimo stava funzionando alla perfezione.
I Sansone pensavano che il covo non era bruciato e quindi di non essere sospettati, e si stavano quindi preoccupando, con quelle che lei chiama impropriamente “bonifiche”, di presentare ai terzi la villa come “disabitata da tempo” per continuare a mantenersi insospettabili.
Operazioni completamente inutili (e che ai fini investigativi non hanno modificato minimamente le cose, chissenefrega della tinta e dei tubi), poichè gli inquirenti sapevano benissimo chi aveva soggiornato in quella villa.
@ RUFUS.
“Ultimo il penultimo e i numeri primi di qualsiasi parte, mi spieghino perché Gino La Barbera col suo Terrano fece diversi viaggi, indisturbato (come se si trattasse di un addetto ad una ditta di traslochi) per ripulire il covo di Riina?”
Ma di cosa sta parlando? E dove avrebbe letto lei, questa storiella di la Barbera col Terrano?
Mi associo alla curiosità di enrix. Rufus, dove ha letto di Gino la Barbera?
Cari uomini di Stato che sapete di essere colpevoli, che fatica fuggire ogni giorno dalla verità. E’ giunta l’ora di recuperare stima e serenità, perdute per ricompensa in denaro o in potere. Per questo avete fatto parte di un gruppo, di una cricca, convinti di contare sul silenzio di tutti i suoi componenti e sempre per questo, forse, vi sentivate immortali. Ma il tempo passa, con le coscienze che maturano, col gruppo che si sgretola. E la paura la fa da padrona perché col passare del tempo anche la verità non è più la stessa e vi mette l’uno contro l’altro costretti a violentarla per salvarvi dalla pubblica gogna, ma non da voi stessi. Ecco perché è ora di chiarire una volta per tutte questo tragico momento della nostra storia. A tutti i costi. E non preoccupatevi , non siete gli unici colpevoli. Lo sono anche coloro i quali, conoscendo la verità vera, hanno comunque demandato alle Istituzioni che sapevano “malate” il compito di raccontarla, negandovi così l’opportunità di redimervi quando i tempi erano maturi. E chissà quanti altri ancora.
@speranza
la via che indichi è scomoda, ma è quella che guarisce. Qualcuno la imboccherà? Tu l’hai indicata, e stanotte “almeno il tuo sonno” sarà dolce. Affidiamoci alla Speranza che tanti vorranno liberare “sè stessi” dagli incubi che li tormentano.
Mi fa schifo pensare che sia sotto processo un grande uomo come lui che combatte il male di questa nostra società!!!!!!!!!! Per me tutta la gente onestà come me 6 un grande uomo capitano ultimo!!!!!!!!! Spero che ce ne siano altri 10,100,1000 e più uomini coraggiosi come te!!!!!!!! Grazie x noi italiani onesti e dignitose!!!!!
Siamo con te ultimo !!!!!!!