"Rendere la scuola più vivibile" - Live Sicilia

“Rendere la scuola più vivibile”

Se io fossi sindaco, Barbara Evola
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“Se c’è stata una primavera, oggi Palermo è piombata in un inverno catastrofico”. Parola di Barbara Evola, palermitana, precaria della scuola. Secondo la sua opinione, sarebbero tante le cose da cambiare in città, dalle politiche scolastiche a quelle ambientali, passando per l’igiene pubblica e i trasporti. Ma avverte anche “niente bacchetta magica, per cambiare ciascuno deve fare la sua parte”.

Barbara Evola, cosa farebbe se fosse il sindaco di Palermo?
“Io credo che una buona amministrazione dovrebbe rendere un grande servizio alle donne di questa città, creando asili nido, scuole materne, tempi pieno, attività per i ragazzi. E poi bisognerebbe puntare sull’edilizia scolastica, per evitare che si continuino a drenare i fondi pubblici nelle tasche della mafia”.

Uscendo fuori dall’ambito scolastico, invece, da dove partirebbe?
“Palermo è una città perduta. Le prime cose che mi vengono in mente sono spazzatura e trasporti. Sulla spazzatura è nota a tutti la situazione drammatica, per quanto riguarda i trasporti, invece, in una città che vanta di essere europea è impensabile che le periferie continuino ancora ad essere così isolate dai servizi pubblici. Come è impensabile che non si cerchi di ridurre il sovraffollamento delle principali arterie rendendo i trasporti efficienti”.

Cos’altro farebbe, in qualità di primo cittadino?
“La riqualificazione delle periferie, anche per risolvere il problema drammatico dei senza casa. E poi punterei molto di più sul turismo, perché a Palermo il patrimonio artistico non è sufficientemente valorizzato. E inoltre penserei a serie politiche ambientali, che ripensi gli spazi verdi in una città soffocata dal cemento e dallo smog”.

Qual è stato a suo avviso l’errore maggiore di Cammarata?
“Qua il problema è riuscire a trovare un pregio! Palermo è caduta nell’anarchia e nell’abbrutimento totale. È una città che giornalmente ti priva del diritto di esistere, a cominciare dalle sciocchezze, dai semafori, dalle strisce pedonali che si concludono davanti un palo o un’aiuola. Se c’è stata una primavera, oggi Palermo è piombata in un inverno catastrofico”.

Pensa che un buon sindaco basterebbe per cambiare le cose?
“No che non basterebbe, sarebbe sciocco sperare in qualcuno con la bacchetta magica. Se la città è sporca non è soltanto colpa dell’Amia, ma anche della gente che butta le cicche, i fazzolettini o qualunque altra cosa gli capiti tra le mani, per terra”.

Da dove bisognerebbe ripartire?
“Occorrerebbe un’operazione di recupero del cittadino, che sembra avere perso del tutto la bussola. Bisognerebbe fare scelte coraggiose, magari impopolari, almeno fino a quando la gente non ne cogliesse i benefici”.

Chi candiderebbe alla poltrona di primo cittadino?
“Ci sono tante forze interessanti, da Fabrizio Ferrandelli ad Antonella Monastra e tante altre persone valide che potrebbero dare il loro contributo”.

Quindi basta con Leoluca Orlando?
“No, guardi, io credo che sia stato davvero un buon sindaco. Ma temo anche che politicamente si sia un po’ bruciato, a Palermo intendo. È stato per troppo tempo lontano dalla città, forse ha un po’ perso il contatto con la gente”.


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