"Fermatevi o questi sparano" | Finanzieri sulla motovedetta libica - Live Sicilia

“Fermatevi o questi sparano” | Finanzieri sulla motovedetta libica

Il comandante del peschereccio mitragliato
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Parlava italiano la motovedetta libica che ha colpito con una mitraglia il motopesca mazarese “Ariete” che stava conducendo una battuta di pesca nelle acque internazionali del Canale di Sicilia. Secondo Gaspare Marrone, il comandante dell’imbarcazione, la motovedetta era nuova di zecca e potrebbe essere una di quelle donate dall’Italia al paese africano per far fronte al problema immigrazione. Poi, a infittire il mistero, ci sarebbe stato a bordo un italiano o qualcuno che parlava come un madrelingua.

La conferma arriva nel pomeriggio: Sulla motovedetta libica c’erano anche alcuni finanzieri italiani. Secondo quanto apprende l’Ansa, l’imbarcazione è una delle sei, appartenenti alla guardia di finanza, che il governo italiano ha consegnato alla Libia (lo scorso anno le prime tre e le altre quest’anno) nell’ambito dell’accordo per contrastare l’immigrazione clandestina. Tutte e sei le motovedette battono bandiera libica e sono a tutti gli effetti mezzi navali del paese nordafricano. I militari italiani a bordo, sempre secondo quanto è stato possibile ricostruire, sarebbero finanzieri: l’accordo prevede infatti che per un periodo i nostri militari svolgano sulle motovedette la funzione di osservatori e consulenti tecnici.

“Era una motovedetta nuova – aveva infatti spiegato il comandante Marrone – ed è verosimile che possa essere una di quelle donate dal nostro Paese. Inoltre – ha aggiunto – sul quella barca non erano istallate armi pesanti, ma una mitragliatrice Mg, con cui ci hanno sparato. Ci hanno intercettato verso le 18, e ci hanno seguiti per un paio d’ore – ha continuato il comandante – poi qualcuno, che parlava l’italiano meglio di me, e non aveva nessuna inflessione straniera, ci ha urlato ‘fermatevi, o questi qui vi sparano’. Che motivo aveva di dire ‘questi’? Piuttosto avrebbe detto ‘fermatevi o vi spariamo’. E’ davvero una cosa molto strana”. Dopo l’attacco, che ha causato la perforazione della ‘zona morta’ dello scafo e del gommone usato come tender, l”Ariete’ è tornato al porto di Lampedusa.

“Per fortuna nessuno si è fatto male, e l’equipaggio sta bene – ha spiegato Marrone, che in passato si è distinto più volte per aver salvato decine di migranti intercettati nel Canale di Sicilia -. Adesso riprenderemo il mare, e dopo altri cinque giorni di pesca – ha concluso – faremo ritorno a Mazara del Vallo”.


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