Lo scrive La Stampa in un articolo a firma di Riccardo Arena: “Sei anni dopo il colloquio in cui Massimo Ciancimino e la sorella Luciana ne parlavano al telefono, spunta l’«assegno del presidente» destinato a Vito Ciancimino. Il «presidente», in realtà, quando avrebbe firmato quel titolo di credito (all’inizio degli anni ’80), non era ancora in politica, ma l’imprenditore Silvio Berlusconi era pur sempre il numero uno delle tv commerciali in Italia. La fotocopia dell’assegno da 35 milioni di lire, risalente al periodo compreso tra il 1979 e il 1983, è venuta fuori dal quanto mai capiente archivio di don Vito: sfuggita a perquisizioni e sequestri («Nemmeno io sapevo dove fosse», chiosa Massimo Ciancimino), è stata ritrovata dalla vedova dell’ex sindaco di Palermo, condannato per mafia e corruzione e morto nel 2002″.
Si tratta di uno scoop che farà discutere, in un momento delicato della vita pubblica. Scrive ancora Arena: “Epifania Silvia Scardino, accompagnata dallo stesso figlio Massimo, alla fine di luglio l’aveva consegnata ai pm Nino Di Matteo e Paolo Guido, assieme ad annotazioni del marito, che parlano pure di altri 25 milioni in contanti di identica provenienza: Silvio Berlusconi. Altro denaro, sempre in contanti e in assegni, sarebbe stato incassato da Ciancimino senior pure da altri due imprenditori-editori, Giuseppe Ciarrapico e Gaetano Caltagirone.
Fra le carte consegnate ai magistrati dell’indagine sulla trattativa fra mafia e Stato, ce ne sono anche altre – tutte da approfondire e sviscerare – che potrebbero fare pensare a presunti legami, interessi comuni, collegamenti fra l’attuale premier o esponenti del suo entourage, come Marcello Dell’Utri, con don Vito. «Io, Dell’Utri e Berlusconi siamo figli della stessa lupa», si legge infatti in una pagina scritta a macchina e la cui paternità è attribuita, ma non con certezza, da Massimo Ciancimino al padre.
C’è pure altro materiale, su cui la Procura sta lavorando: innanzitutto un presunto pizzino di Ciancimino a Bernardo Provenzano, a proposito di finanziamenti (cento milioni di lire) che ancora Berlusconi, o esponenti di Forza Italia, avrebbero versato ai boss in occasione delle elezioni del 2001. Protagonista di queste nuove puntate delle indagini è la madre di Massimo Ciancimino, anziana e malata, che ha pure ricordato presunti incontri tra il marito e il Cavaliere, a Milano, negli anni ’70”.
Desidero ringraziare la redazione. Siete i pochi che avete pubblicato questa notizia. Grazie anche da parte di tutti i siciliani onesti che credono ancora che esista una informazione serena e non pilotata
Oh oh…
Mi auguro che la notizia sia al più presto smentita. Ma se risulterebbe veraemente agli atti questo assegno, bisogna sciogliere le due Camere e mandare tutti a casa. Riformulare il tutto con gente semplice, comune che abbia al cuore veramente le sorti dell’Italia intera.(da Nord a Sud).
Parliamo di Camera e Senato, vi figurate quello che ci potrebbe essere a livello Regionale e Provinciale? IL VERO MAGNA MAGNA -.
Ma siamo veeramente un popolo di stupidi, dove continuiamo a credere quello che certi “bastardi” politici ci racccontano?
mARONI VIENE IN SICILIA A COMPLIMENTARSI CON LA pOLIZIA PER LA CATTURA DEI bOSS PIù PERICOLOSI E BERLUSCONI LI PAGAVA CON ASSEGNI. Mahhhhhhhhhhhhhhh
Sarebbe la prima volta nella storia del rapporto tra imprese e crimine organizzato che il pizzo venisse pagato con un assegno. Davvero esilarante. Ora c’è d’aspettarsi che da qualche altra parte salti fuori la ricevuta rilasciata da don Vito Ciancimino per avvenuto pagamento. Lo vuole la regola del perfetto gentiluomo.
PARLIAMO DI CARTE FALSE. Non basta la lampante osservazione di honhil per sentirsi offesi da chi ci chiede di credere a simili notizie. Nessuno (tranne un accenno sul GdS) ha dato la seguente notizia pubblicata soltanto dall’agenzia di stampa Il Velino:
“Il papello consegnato da Ciancimino non l’ha scritto Riina
Palermo, 03 SET (Il Velino) – “Le manoscritture in
stampatello e in cosrivo presenti sui documenti in verifica”
sono state redatte da “un unico autore non idnetificato”.
“Tutti i caratteri presenti su nr. sette documenti oggetto di
verifica, non risultano in battuta originale e sono stati
originariamente impressi, con elevata probabilita’, da
un’unica macchina per scrivere a martelletto verosimilmente
portatile. La suddetta macchina non e’ riconducibile a
nessuna delle macchine per scrivere utilizzate per redigere
gli 11 documenti trasmessi per comparazione”. Sono le
conclusioni depositate nei giorni scorsi alle cancellerie
delle due procure degli accertamenti affidati alla polizia
scientifica dalle Direzione distrettuali Antimafia di
Caltanissetta e di Palermo su una ventina di documenti
consegnati, fra i quali il “papello”, da Massimo Ciancimino
ai magistrati. (segue) (Vittorugo Mangiavillani)
031226 SET 10 NNNN
Il papello consegnato da Ciancimino non l’ha scritto Riina (2)
Anche i “pizzini” non sono attribuibili a Provenzano – Senza autore la presunta lettera a Berlusconi
Palermo, 03 SET (Il Velino) – “Tutti i caratteri
presenti su nr. sette documenti oggetto di verifica non
risultano in battuta originale e sono stati originariamente
impressi, con elevata probabilita’, da un’unica macchina per
scrivere a martelletto verosimilmente portatile. La suddetta
macchina non e’ riconducibile a nessuna delle macchine per
scrivere utilizzate per redigere gli 11 documenti trasmessi
per comparazione”. Sono le conclusioni degli accertamenti
affidati dalle Direzione distrettuali Antimafia di
Caltanissetta e di Palermo alla polizia scientifica su una
ventina di documenti consegnati da Massimo Ciancimino ai
magistrati, depositate nei giorni scorsi alle cancellerie
delle due procure. Quelli che fino a ieri sono stati
presentati come i “pizzini” di Bernardo Provenzano per i tre
esperti ( Marco Pagano, Maria Vincenza Caria e Lorenzo
Rinaldi) che li hanno comparati con quelli che furono trovati
nell’ultimo rifugio del capo di Cosa Nostra al momento del
suo arresto, non sarebbero “originali” e, certamente, non
sono stati scritti con le macchine da scrivere portatili
sequestrate al boss. Ma gli accertamenti della polizia
scientifica non si sono limitati ai dattiloscritti. Sono
state esaminati, infatti, anche lettere ed appunti, vergati a
mano. Per i periti la lettera scritta su una parte di un
foglio A4 che sarebbe stata indirizzata a Silvio Berlusconi e
consegnata sempre dal figlio dell’ex sindaco di Palermo ai
magistrati e’ senza autore: hanno comparato la scrittura con
quella di decine di boss, da Provenzano a Toto’ Riina, da
Francesco Lo Piccolo a Giovanni Brusca. Nulla, nessun
elemento grafico fa risalire ai boss e quindi alla
individuazione di chi l’avrebbe scritta. Infine il famoso
“papello”. Anche in questo caso la polizia scientifica ha
esaminato la grafia di decine di boss senza individuare
somiglianze e punti di “contatto”. Insomma ammesso che il
papello sia mai esistito e sia stato fornito a Vito
Ciancimino , come sostiene il figlio, e da questi distribuito
a referenti istituzionali, il manoscritto non e’
accreditabile a nessuno dei boss ( decine) periziati. (vum)
031230 SET 10 NNNN”
Ciascuno trarrà le proprie conclusioni.
non si tratta di pizzo ma di regalo tra colleghi….non per niente Ciancimino Padre dice che lui dell utri e berlusconi sono figli della stessa lupa.
Errata corrige. Il primo rigo va letto così: PARLIAMO DI CARTE FALSE. Non basta la lampante osservazione di honhil per NON sentirsi offesi…
Ricordo ancora la discussione che animò questo sito quando si parlò del papello, dei pizzini e della lettera a Berlusconi. Ricordo l’intervento di Enrix, che scatenò il sarcasmo di solerti commentatori sempre pronti a reagire con l’insulto. Bene, oggi abbiamo la prova che Enrix aveva visto giusto. Ma perché oggi? La notizia porta la data del 3 Settembre. E allora avrei tante domande, che pongo anche a me stesso. Perché tutta la stampa (ranne il GdS) ha ignorato la notizia fornitaci da Anello (al naso)? Chi opera dietro le quinte per costruire queste bufale facilmente riconoscibili come tali? E il Ciancimino figlio che vantaggi ne trae? Che rapporto c’è tra queste menti non raffinatissime e coloro che hanno mandato l’ultima lettera di minacce al piccolo Vito? Mi fermo.
lo dico io che il più pulito dei ha la ROGNA.e scandaloso leggere che prendono i 2 milioni e 500 euro dai fondi x l’emergenza ,x l’arrivo del Papa,e non riaprono le scuole, xchè si devono ristrutturare.adesso sì che i genitori e cittadini si devono Ribellare,se non lo fanno ,dimostrano che i siciliani non sono i Megghiu di tutti ,ma i…..