Rapinatori di banche | tra il Nord e la Sicilia - Live Sicilia

Rapinatori di banche | tra il Nord e la Sicilia

Arrestati anche due direttori
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Un’organizzazione finalizzata alla commissione di rapine nel Nord Italia, che avrebbero fruttato quasi 2 milioni di euro, è stata sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Venezia che, in queste ore, stanno eseguendo una quindicina di provvedimenti cautelari in carcere e una trentina di perquisizioni. L’operazione, tuttora in corso e con l’utilizzo di elicotteri e unità cinofile, sta interessando alcune aree del Nord Italia e la Sicilia. Secondo quanto è emerso dalle indagine, l’organizzazione criminale sarebbe stata articolata in tre livelli – organizzativo, logistico e operativo – con elementi interni agli istituti bancari. Abitualmente operava con gruppi di due-tre persone alla volta per l’esecuzione delle rapine. L’indagine, coordinata dalle procure di Venezia, Trento, Treviso e Rovereto (Trento) è durata oltre un anno e ha di fatto impedito l’esecuzione di una nuova rapina, già organizzata nei dettagli e con l’uso delle armi, ai danni di un istituto bancario nel veneziano.

Sono complessivamente 15 le persone, tra cui due direttori di filiali bancarie, tratte in arresto dai carabinieri di Venezia nell’indagine che ha permesso di sgominare una organizzazione specializzata in rapine nel Nord Italia, ma che aveva agganci in Sicilia. I militari dell’arma, con il supporto dei Reparti dell’Arma territorialmente competenti, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Pinocchio’, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in Carcere emesse dai Gip dei Tribunali di Trento (6 persone arrestate), Rovereto (Trento) (4 arresti) e Treviso (5 arresti). I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nei confronti di persone (alcuni delle quali gravate da numerosi precedenti specifici), residenti nelle province di Palermo, Torino, Vicenza, Treviso, Trento, Padova e Venezia. L’indagine, avviata nel settembre 2009 ed inizialmente coordinata dalla Procura di Venezia, con il Pm Stefano Ancilotto, è stata successivamente sviluppata dalle procure di Trento (Pm Davide Ognibene), Rovereto (Pm Fabrizio De Angelis) e Treviso (Pm Valeria Sanzari). Ha riguardato un sodalizio criminale che, dagli inizi del 2008, si è reso responsabile di rapine ai danni di istituti di credito del Triveneto.

Nel corso dell’operazione sono state compiute anche 25 perquisizioni che, secondo gli investigatori, hanno permesso di raccogliere elementi utili per la prosecuzione delle indagini su altri presunti complici o altre rapine compiute dalla banda. Complessivamente sono una dozzina le azioni criminose di cui il sodalizio si sarebbe reso responsabile, con un bottino di quasi due milioni di euro, mentre era in fase avanzata la preparazione di un altro ‘colpo’ ai danni di un istituto bancario nel veneziano. Le indagini hanno permesso di stabilire che si era instaurato un forte legame tra i due dipendenti bancari e le persone che poi compivano le rapine, in particolare venete e siciliane. Il gruppo d’azione era formato mediamente di due o tre rapinatori, armati, che, dopo aver rinchiuso in qualche locale impiegati e clienti, attendevano che si aprissero le cassaforti a tempo.


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