"Ricordati che non sei eterno" - Live Sicilia

“Ricordati che non sei eterno”

Tuccio Musumeci, attore
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“Giunta di centrosinistra? Ma perché, scusassi, quelli che oggi sono a sinistra non vengono sempre dalla Dc? Perciò un su’ sempri iddi?” Tuccio Musumeci, catanese di nascita, di pelle e di musicalità, preferisce parlare del Nord, raccontare degli esempio di buona amministrazione, della serenità del vivere a Brescia. Ma non la da a bere a nessuno, siciliano lo è fino all’osso e pensando al nascituro Lombardo quater pronuncia parole amare, che trasudano rabbia e delusione per come stanno andando le cose nell’amata Sicilia. “Troppi soldi dati agli esperti – dice – facile così, puru iu u putissi fari il presidente della Regione, tanto poi si chiamano i consulenti!”.

Tuccio Musumeci, cosa ne pensa del Lombardo quater, che sarà presentato in assemblea il prossimo martedì?
“Ma cosa vuole che ne pensi? Ne hanno fatti quattro? Bene, ci può scommettere che faranno il quinto, il sesto, il settimo. E alla fine della fiera non si risolverà mai niente”.

È davvero così pessimista?
“Vede, io ci vivo poco in Sicilia, ma so perfettamente quanto l’amministrazione sia carente. Anche se, a volerla dire tutta, non che da noi al Sud il cittadino aiuti in alcun modo la sua amministrazione. Io vivo a Brescia ormai da diversi anni. Le racconto un episodio giusto per fare un esempio. Quando mi è scaduta la carta d’identità ho chiamato in Comune per rinnovarla. Allora. Punto uno: in Comune rispondono al telefono. E poi sono stati cordialissimi, efficienti, mi hanno dato un appuntamento per la mattina successiva alle undici in punto. Quando sono arrivato, ho trovato un usciere che mi stava aspettando e mi ha accompagnato fino all’ufficio. Io mi sentivo persino in imbarazzo, non sapevo se dovergli dare la mancia o meno!”

Insomma, anni luce dalle amministrazioni siciliane.
“Signori miei, qua non si sta ragionando! Il popolo siciliano, che fu popolo d’arte, popolo di cultura, oramai campa di speranza. Questi politici di oggi non valgono manco quanto i portaborse degli autisti degli onorevoli di una volta”.

Che fare allora?
“Scritturiamo dall’estero gli amministratori locali. Dalla Germania, dall’Olanda, dall’Inghilterra. Mandiamoli in Sicilia a civilizzare le istituzioni. Persino gli amministratori russi saprebbero fare di meglio”.

Lei dice che non cambierà niente, però qualcosa è già cambiato. I tre precedenti governi erano giunte d centrodestra. Questa invece sarà una giunta di centrosinistra.
“Ma perché, scusassi, quelli che oggi sono a sinistra non vengono sempre dalla Dc? Perciò un su’ sempri iddi? La verità è che destra e sinistra non esistono più, si guarda solo alle poltrone e i politici si candidano una volta da questa, un’altra da quell’altra parte, purché gli venga garantita la poltrona. Qui non c’è più futuro, soprattutto per i giovani. Sintissi a mia, quando lo faranno questo governo?”

Martedì prossimo.
“E lei stia tranquilla che l’altro martedì ancora ne rifaranno un altro. Ma dove lo pubblicate questo coso?”

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“Lei parra cu unu ca un lu sapi addumari u computer. Io sono rimasto all’era del citofono, quando si suonava e si chiedeva di scendere”.

Tornando al governo, da cosa crede che dovrebbe cominciare?
“Lombardo è un mio amico, ci siamo sentiti un sacco di volte e qualche suggerimento l’ho pure avanzato. Ma poi le elezioni sono passate – e per inciso io neanche sono più residente in Sicilia. Da allora, cu l’ha ‘ntisu cchiù? Comunque, vede, sa che è successo a Catania? Il Comune ha fatto un sacco di multe e con quei soldi ha comprato le macchine ai vigili. Perché quei soldi non li destinavano alla sanità e le macchine ai vigili le compravano coi soldi dati ai consulenti? Facile così, puru iu u putissi fari il presidente della Regione, tanto poi si chiamano i consulenti!”

Allora è questo il suggerimento che da ai nuovi membri della giunta?
“No, il suggerimento che gli posso dare è di mettersi in pensione. E si ricordino che la vita non è eterna e come muoiono i cittadini, prima o dopo toccherà anche a loro”.

Insomma, per dirla con Totò, la morte è una livella, eh?
“Esattamente, non pensino di campare mill’anni e si ricordino della livella”.

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