I patti col diavolo - Live Sicilia

I patti col diavolo

Il nuovo governo
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Ora è arrivato pur il ganascino affettuoso di Umberto Bossi. Ora, il progetto autonomista di Raffaele Lombardo ha avuto perfino l’elogio rinnovato e rinnovabile del fantasma leghista che apprezza il governo arlecchino e gongola, pensando alla Lega Sud. Già, il Bossi. Colui che ha inoculato nel Paese il razzismo travestito da progetto politico. L’insufflatore dei venti anti-meridionalisti. L’uomo disfatto che in giro per il circo mediatico non rinuncia a gorgogliare insulti col suo flebile fiato. Inomma, non si può dire che egli sia un amico del Sud. Forse Raffaele Lombardo dovrebbe rifletterci su: se il nostro nemico atteggia la boccuccia a sorriso e si complimenta, mica avremo sbagliato qualcosa? Mica avremo siglato un patto col diavolo? Ma Raffaele non si porrà tali scomodi interrogativi. Lui col diavolo ci va faustianamente a cena ogni sera. E non c’è solo lui. In questo scorcio di fine impero, i patti col diavolo – pur di garantirsi un’illusoria giovinezza – sono stati molteplice appannaggio di una classe politica allo sbando.

Il primo l’ha siglato il governatore, appunto. Un patto contro l’interesse del suo popolo, mandando all’aria alleanze e amicizie pur di restare sulla tolda di comando. E questo sarebbe il governo tecnico mirabilmente descritto, l’arca dell’alleanza che approderà infine sulla riva, seguendo la colomba col ramoscello, dopo il diluvio? Nulla da eccepire sulle persone e sul loro impegno. Tuttavia, non ci pare che nella compagine raffaelita spicchino teste d’uovo tali da far gridare al miracolo. Bravi professionisti, certo, dirigenti col bollino. Nulla che giustificasse lo sconquasso. Tecnici che non si opporranno al dante causa in nome di una difforme coscienza politica. Dipendenti del sovrano, esecutori materiali. Politica l’è morta.

Poi c’è il Pd. Capiamo Cracolici che ha pronunciato parole carezzevoli sulla svolta epocale: e quando mai gli ricapita. Solo un dubbio. Cracolici è sicuro che il Pd al governo per oscure manovre d’abbordo rappresenti la speranza della Sicilia? Su quale giornale l’ha letto? Sono gli elettori a disporre speranze e dillusioni. Sono gli elettori – alle volte sbagliando, ma la chiamano democrazia – a dipingere i volti delle persone sulla tavolozza delle istituzioni. Non è lecito prendere la corona e sistemarsela in testa senza il lavacro dell’urna. Tali atteggiamenti squalificano un partito. Per non parlare dell’alleanza con l’antico nemico che nemmeno ha avuto la cortesia di rompere con Berlusconi. Il Pd rischia il collo per uno strapuntino di potere. E rischia perché ha dirigenti più interessati alla propria sorte e alle pedine da piazzare che alla salute della comunità politicamente intesa.

L’ultimo suggello diabolico è il mercato delle vacche a cui abbiamo assistito. Onorevoli peones senza importanza sono diventati fondamentali nella chimica del potere e perciò blanditi e acquistabili. Questo elemento, insieme ai lazzi che hanno profanato l’Aula parlamentare ridotta a bordello, ci suggerisce francamente un moto di disperazione e di sconforto. Ma, come in ogni tragedia che si rispetti,  c’è anche da ridere.


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