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Ridi, Palermo, ridi!

Vittoria contro la Juventus
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L’avevamo detto al buon Delio Rossi in sala stampa, dopo l’Inter: lei non pensa che da questa sconfitta si possano comunque trarre buoni auspici? Lui si era stranamente inguidolinito, serrando la bazza tra le spalle, col faccino smunto, accarezzandosi la barba, e aveva infine mormorato: “Io non vendo sogni, il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno”. Quasi un rimbrotto. L’avevamo scritto: a Torino non si perde. Per la palla di vetro degli indovini? Macchè, con l’Inter di “Ollio” Benitez l’amara disfatta aveva sciorinato un Palermo ricco di talento e inesperienza. Il vino buono che deve invecchiare. Questo si era notato e scritto.
Un liquore squisito e di marca che ha finito per “mriacare” la Juve di Del Neri. Su costui, sul finto profeta ex Chievo, bisogna spendere due paroline. Del Neri come allenatore è un bluff. La sua Juve è orrenda. L’anno scorso la Samp delneresca ha rubato posti in classifica con un catenaccio vecchia maniera e i due dioscuri Cassano e Pazzini in avanti. Del Neri capisce solo il 4-4–2 che insegnano alle elementari. Stasera, Rossi il Grande gli ha messo due trequartisti sulla lavagna. E il bofonchiante mister juventino non ci ha capito una mazza. Né è stato capace di raddrizzare la nave.

Invece la prodigiosa navicella rosanero ha trovato in Pastore il suo splendido capitano. Così si gioca a calcio solo in Paradiso e nei dintorni. E temiamo che molti club di alto lignaggio ne trarranno ispirazione per anticipare l’assalto al gioellino rosanero. Javier ha azzeccato la partita sublime, visto che Del Neri lo sconsiderato snobba la marcatura a uomo. Ha segnato il primo gol, alla fine di un triangolo semi-galattico. Ha danzato sul prato del Delle Alpi, ha guidato la squadra con personalità e con una maturità insospettata. Riferiscono in diretta che somigli a Zidane. Asini! Javier è Cruyff tornato sull’erba a miracol mostrare. E non ve ne siete accorti?

Ma è stato il Palermo a menare davvero la sua danza della pioggia, annientando, affogando la Juve e vincendo con merito il premio grosso. Il Palermo dei ragazzini sfrontati. Uno di loro, Ilicic lo sloveno, ha raddoppiato di controbalzo al quarto d’ora del secondo tempo. Prima, una gran parata di Sirigu sul mai domo Del Piero (che l’ineffabile Del Neri ha sostituito in omaggio al suo squinternato dogma) e prima ancora un colpo di biliardo di Javier sul palo.

Dal raddoppio in poi è stato quasi tutto semplice fino al terzo punto di Bovo su punizione. La Juve ha colto il gol del tombolino, la reticella della consolazione, con la testona di Iaquinta. Sirigu si è prodotto in una paratissima su Amauri. Niente di che rispetto alle magie del Flaco. Zero a tre.  Se ne può trarre una morale, non solo aritmetica,  consolante: il Palermo (di Munoz, Bacinovic, Ilicic, Pinilla, etc, etc…)  c’è e può solo diventare più grande. Percio, ridi, Palermo, ridi.


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