L'Università ha un deficit di 28 milioni | Ma Lagalla spera: "Ora ripartiamo" - Live Sicilia

L’Università ha un deficit di 28 milioni | Ma Lagalla spera: “Ora ripartiamo”

Riavviate le assunzioni di ricercatori
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L’Università di Palermo chiude il bilancio consuntivo 2009, comprensivo dei debiti ereditati dai passati bilanci, con un deficit di 28 milioni di euro, cifra che sarà “spalmata” attraverso un piano di rientro pluriennale contestualmente approvato. “Chiudiamo così – dice il rettore Roberto Lagalla – un biennio molto difficile in cui si inseguivano voci sulla tenuta finanziaria dell’Ateneo e cifre a tre zeri sui debiti. L’Università ha rimesso i suoi conti a posto, nonostante i pesantissimi tagli inferti dal governo centrale”. Il lavoro sul 2009 ha dato una brusca frenata a una corsa verso l’indebitamento. Ogni anno, dal 2003 in poi, l’Università chiudeva i suoi conti con 31 milioni di euro di deficit, che fino al 2008 è stato assorbito dall’avanzo di amministrazione, cioé da riserve che si sono prosciugate. La situazione, nel 2009, si è appesantita ulteriormente con gli 8 milioni tagliati dal Fondo di finanziamento ordinario, con i 5,2 sopravvenuti per sentenze, e con altre partite derivanti dai precedenti esercizi: in totale circa 60 milioni. Ma oggi il consuntivo 2009 riesce a dimezzare il deficit a 28 milioni complessivi, “meno della metà di quanto sarebbe stato senza la manovra”, dice il rettore. “Adesso – conclude Lagalla – grazie a un dettagliato programma di contenimento delle spese, da qui al 2013 l’Università conta da un canto di mettere i bilancio in pareggio nel 2012 e, dall’altro, di azzerare il deficit pregresso grazie a mutui, vendita di immobili, attrazione di risorse esterne. Ma soprattutto grazie a un’operazione innovativa di valorizzazione del patrimonio immobiliare condotto avvalendosi del ‘fondo Aristotele’ attivato dall’Inpdap e rivolto alle Università. In termine tecnico si chiama lease-back.

L’approvazione del bilancio chiude la difficile partita dei debiti pregressi e riavvia le assunzioni di ricercatori. A fronte di un rischio “rosso” di circa 60 milioni (31 milioni quello strutturale, 8 milioni in meno dell’Ffo, 5,2 milioni derivanti da sentenze, altre partite debitorie), il consuntivo 2009 riesce a chiudere con 28 milioni di euro grazie alla manovra di riequlibrio. Accordo con l’Inpdap per rientrare dal debito con un’operazione di valorizzazione degli immobili, pareggio previsto nel 2012. Il rettore: “Possiamo nuovamente programmare, martedì il Senato delibera su 28 posti aggiuntivi da ricercatore”.


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