La Messa è finita | "Il loro sorriso nel cuore" - Live Sicilia

La Messa è finita | “Il loro sorriso nel cuore”

Si sono conclusi, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, i funerali solenni per i quattro alpini uccisi in Afghanistan. Il rito è stato celebrato dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi. Le quattro bare, avvolte nel tricolore, stanno lasciando la basilica portate a spalla dai loro compagni. In precedenza mons. Pelvi aveva benedetto i feretri. "Portiamo nel cuore - le parole dell'ordinario - il sorriso meraviglioso di questi giovani".
Il funerale degli alpini. La diretta
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11.45. Si sono conclusi, nella basilica di Santa Maria degli Angeli, i funerali solenni per i quattro alpini uccisi in Afghanistan. Il rito è stato celebrato dall’ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi. Le quattro bare, avvolte nel tricolore, stanno lasciando la basilica portate a spalla dai loro compagni. In precedenza mons. Pelvi aveva benedetto i feretri. “Portiamo nel cuore – le parole dell’ordinario – il sorriso meraviglioso di questi giovani”.

11.17. “La pace non può essere considerata come un prodotto tecnico, frutto soltanto di accordi tra governi o di iniziative volte ad assicurare efficienti aiuti economici” ha proseguito monsignor Pelvi. “E’ vero che la costruzione della pace esige la costante tessitura di contatti diplomatici, scambi economici e tecnologici, di incontri culturali, di accordi su progetti comuni, come anche l’assunzione di impegni condivisi per arginare le minacce di tipo bellico e scalzare alla radice le ricorrenti tentazioni terroristiche. Tuttavia – ha aggiunto l’ordinario militare – perché tali sforzi possano produrre effetti duraturi è necessario che si appoggino su valori radicati nella verità della vita”. “Occorre cioé – ha spiegato – sentire la voce e guardare alla situazione delle popolazioni interessate per interpretarne adeguatamente le attese”. I nostri militari sono “coinvolti – ha concluso monsignor Pelvi – nel grande compito di dare allo sviluppo e alla pace un senso pienamente umano”.

11.08. “Marco, Francesco, Gianmarco, Sebastiano, hanno testimoniato l’amore nel servizio ai più deboli ed emarginati, non rivendicando diritti ma rispondendo ai bisogni”. Così l’ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, ha ricordato nel corso dell’omelia i quattro alpini uccisi in Afghanistan, “profeti del bene comune, decisi a pagare di persona ciò in cui hanno creduto e per cui hanno vissuto”. “Erano in Afghanistan – ha aggiunto – per difendere, aiutare, addestrare. Compito dei nostri militari, in quella martoriata terra, è il mantenimento della sicurezza, la formazione dell’esercito e della polizia afgani, la realizzazione di progetti civili come ponti, scuole, ambulatori e pozzi”. Monsignor Pelvi ha ricordato che nella basilica di S.Maria degli Angeli “é oggi raccolta simbolicamente l’Italia, che abbraccia nella preghiera” i quattro caduti: Giammarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville e Marco Pedone, con soli 23 anni il più giovane di tutti. E rivolgendosi ai genitori delle vittime ha ricordato che “proprio voi avete insegnato quell’amore gratuito, disinteressato e generoso, che si è manifestato poi nella professione militare dei vostri figli, educati a quegli slanci di solidarietà creativa capaci di allargare il cuore, verso le necessità dei deboli, e fare quanto concretamente possibile per venire loro in soccorso

11.05. “I nostri militari si nutrono anche della forza delle nostre convinzioni e della consapevolezza di una strategia chiara e armonica, che le nazioni mettono in campo per un progetto di convivenza mondiale ordinata”. Lo ha detto l’ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, nel corso dell’omelia durante i funerali dei quattro alpini uccisi in Afghanistan. “Dinanzi a tale responsabilità – ha aggiunto facendo riferimento all’impegno dei militari italiani – nessuno può restare neutrale o affidarsi a giochi di sensibilità variabili, che indeboliscono la tenuta di un impegno così delicato per la sicurezza dei popoli”.

10.42. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è appena arrivato alla basilica di Santa Maria degli Angeli, a Roma, dove tra poco cominceranno i funerali dei quattro alpini uccisi sabato scorso in Afghanistan. Ad accoglierlo, sul sagrato della chiesa, il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Si trovano già nella basilica, invece, il presidente del Senato Renato Schifani, insieme a molti altri esponenti del governo e del parlamento. resenti tra gli altri, i ministri Maroni, Matteoli, Frattini, Prestigiacomo, Brunetta, Bossi, Fitto, i sottosegretari Letta e Bertolaso i leader di partito Bersani, Casini, D’Alema, altri esponenti politici come Parisi e Zaia, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia David Thorne, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante.

Si celebrano oggi nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, le esequie per i quattro alpini rimasti uccisi sabato in un agguato talebano in Afghanistan. Ieri l’omaggio, tra gli altri, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ai caduti, al loro ritorno in patria all’aeroporto militare di Ciampino. “Signor ministro, godetevi lo spettacolo”, è stato lo sfogo dello zio di una delle vittime, rivolto al ministro della Difesa Ignazio La Russa. Secondo il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, armare i caccia italiani impiegati in Afghanistan con bombe “non è in contraddizione” col mandato.

I morti sono il caporalmaggiore Gianmarco Manca (32 anni), il caporalmaggiore Marco Pedone (23 anni), il caporalmaggiore Sebastiano Ville (27 anni, siciliano, originario di Lentini, residente a Francofonte) e il caporalmaggiore Francesco Vannozzi 26 anni).


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