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Se il Flaco si ferma a Udine…

Settimana nera in un contesto, fin qui, apparentemente rosa. Una nube passa sul Palermo: rosa ancora tramortiti a Udine dopo il ko infrasettimanale in Europa League contro il Cska Mosca? Può darsi. Stavolta il vento dell’Est, leggasi Ilicic e Bacinovic, non ha soffiato. L’inserimento dei due sloveni – indisponibili per le gare di Uefa – e di Pinilla nell’undici titolare, non è servito a evitare quel «mal di trasferta» che ancora non si era manifestato sui rosanero nel corso di questa stagione, se si esclude la caduta di Brescia.
Il processo del lunedì
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Settimana nera in un contesto, fin qui, apparentemente rosa. Una nube passa sul Palermo: rosa ancora tramortiti a Udine dopo il ko infrasettimanale in Europa League contro il Cska Mosca? Può darsi. Stavolta il vento dell’Est, leggasi Ilicic e Bacinovic, non ha soffiato. L’inserimento dei due sloveni – indisponibili per le gare di Uefa – e di Pinilla nell’undici titolare, non è servito a evitare quel «mal di trasferta» che ancora non si era manifestato sui rosanero nel corso di questa stagione, se si esclude la caduta di Brescia. Il Flaco, su cui profeticamente viene riposta ogni speranza, si ferma a Udine, come Cristo, a suo tempo, si è fermato a Eboli; in difesa si soffre sugli esterni, mentre al centro il caudillo Munoz è affiancato da un Goian marxisticamente alienato, nel senso che non si orienta nell’ambito del complesso ingranaggio rosanero.

Delio Rossi avrà passato una «domenica bestiale», per dirla alla Fabio Concato. Lo si capisce dall’insoddisfazione del dopo gara, dalle dichiarazioni in cui parla di «meritata sconfitta», ma ancora di più da un fotogramma, offerto dalla regia di Sky nei minuti di recupero. L’ex rosanero Guidolin aveva mandato in campo Corradi al quale urlava di dire ai compagni di schierarsi col 5-3-1. Poco vicino il collega Delio si sbracciava contro il ritardo mieloso del portiere Handanovic che non rimetteva la palla dal fondo. Delio agitato, diceva qualcosa ai suoi giocatori anarchici, che in quel momento non rispondevano ad alcuna autorità, nemmeno a quella sovrana del tecnico, accecati dalla voglia di pareggiare. Delio masticava l’immancabile chewing gum, e masticava amaro. Come il Palermo, che alla fine non raggiungeva il 2-2 che sarebbe stato immeritato, a detta dello stesso allenatore. Il destino, il caso vuole che Guidolin abbia avuto la sua rivincita contro il club che ha contribuito a riportare in serie A – correva l’anno 2003-2004 – che ha allenato più volte, alternandosi nei tempi e nel corso delle stagioni, travalicando in più di un caso le friabili colonne d’Ercole della pazienza di Maurizio Zamparini.

Lo stesso caso, la stessa sorte, lo stesso destino che ha contrapposto l’ex Guidolin al Palermo, metterà di fronte Delio Rossi alla “sua” Lazio, tra una settimana. È ipotizzabile che Delio masticherà ancora durante questa settimana, riflettendo sui suoi anni in biancoceleste, sulla Coppa Italia vinta, su Lotito, e magari si commuoverà ripensando alle sue stagioni capitoline, come ha fatto quando ha rivolto un pensiero a Pandev, ora campione d’Europa all’Inter, ricordandolo alla vigilia della sfida contro i nerazzurri persa dal Palermo lo scorso settembre. Pagherebbe, forse, per fare masticare amaro la compagine capitolina, che si trova in cima alla classifica. E non è detto che non ci riesca.

Tutto il resto è noia o quasi, in questa ottava giornata di campionato. L’Inter pareggia con Cassano. La Juventus non espugna Bologna, nonostante un tuffo in area di Krasic – cui segue il rigore fallito da Iaquinta – emulo di Nedved anche per quanto attiene le capacità aerobico acrobatiche; Parma-Roma all’ora dell’aperitivo rimane a reti bianche, mentre un’autorete di tacco dell’ex rosanero Guana, alla maniera di Comunardo Niccolai, non condanna il Chievo che batte il Cesena nella sfida tra piccole. Il Cagliari, sconfitto dalla Lazio, nelle zone basse della classifica fa compagnia al Bari e al Parma, ultimo. Tutto più o meno prevedibile, in attesa del posticipo del lunedì, forma estrema e sadica del cosiddetto calcio spezzatino. Napoli-Milan con Lavezzi e Ibrahimovic ci farà dimenticare dei fasti degli anni Ottanta e dei tempi in cui giocavano Maradona e Gullit. Ma solo se ci piace credere alle favole, nemmeno tanto divertenti.


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