"Chi fa politica rischia | Ma sono sorpreso" - Live Sicilia

“Chi fa politica rischia | Ma sono sorpreso”

Cristaudo, il deputato coinvolto nel blitz
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“Ho piena fiducia nella magistratura”: sono queste le prime parole che Giovanni Cristaudo, raggiunto telefonicamente da Live Sicilia, pronuncia all’altro capo della cornetta. Come per Fausto Fagone, anche per Cristaudo, deputato regionale ex Pdl Sicilia e attualmente al gruppo misto, la Procura di Catania aveva chiesto l’arresto, nell’ambito dell’inchiesta su mafia e politica. Ma il Gip Luigi Barone ha rigettato la richiesta.

Onorevole Cristaudo, come ha saputo della richiesta di arresto a suo carico?
“L’ho saputo ieri alle 10.30 del mattino, quando già tutti sapevano tutto. Me lo ha detto il mio avvocato, io ero già in macchina perché stavo andando a Palermo”.

Se lo aspettava?
“No, nel modo più assoluto. Anche se faccio politica da più di quarant’anni e so che la politica ci costringe a frequentazioni ampie, col rischio di contatti con persone poco affidabili, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere”.

Ma qualcosa doveva pur immaginarsela, anche se non di questa entità.
“Già nel mese di marzo, quando venne fuori la notizia delle indagini in corso, il mio nome finì sulla stampa. Di certo, considerato che non ci sono né foto, né intercettazioni, né altro che mi accusi, non mi sarei aspettato una richiesta di arresto”.

Richiesta che il Gip ha rigettato.
“Sì e alla luce del provvedimento del Gip mi sento sollevato. Io ho la coscienza pulita, questa decisione del giudice conferma la mia serenità”.

Ha ricevuto comunicazioni dalla Procura?
“Nessuna comunicazione giudiziaria, tutto quello che so l’ho appreso dalla stampa. Tra l’altro il mio legale mi ha spiegato che contestualmente agli arresti degli altri indagati, avrei dovuto ricevere un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio, invece, le ripeto, non mi è arrivato niente”.

Il suo avvocato non ha il fascicolo coi capi d’imputazione?
“No, non abbiamo niente in mano. Il mio legale è stato in Procura sia ieri sera che stamattina per chiedere gli atti e conoscere i capi d’imputazione, ma gli hanno detto che potremo averli tra 5 giorni, perché le indagini sono ancora in corso e quindi gli atti sono riservati. Quel che mi dispiace di più è che mentre noi non possiamo averli, so per certo che alcuni giornalisti hanno già in mano tutte le carte”.

Quindi tutto quello che sa, lo ha letto sui giornali.
“Esattamente, so dalla stampa di essere accusato di avere operato una mediazione sulla vendita di un centro commerciale. Ora, a parte il fatto che non ho mai esercitato la professione di mediatore – neanche per cose ben più sciocche, figurarsi per un centro commerciale – ma se avessi avuto questo genere di conoscenze, di certo non avrei fatto il dipendente pubblico”.

Andiamo alle valutazioni politiche: FdS, il partito Micciché, ha subito preso le distanze da lei.
“Ma in effetti io non ho aderito al nuovo progetto politico di Micciché, quando mi propose questa nuova avventura un paio di mesi fa, gli dissi che non la condividevo, perché pensavo che fosse arrivato in ritardo, tutto qua. Siamo stati compagni di viaggio per lungo corso, io e Micciché, sia nella buona che nella cattiva sorte, ma ultimamente le nostre strade si erano separate, quindi era giusto precisarlo”.

Però se lei parla di ‘buona e cattiva sorte’ magari si sarebbe aspettato una solidarietà diversa.
“In parte sì, ma cosa ci posso fare?”

È stata una delusione?
“No, non parlerei di delusione, in fondo capisco bene che anche loro hanno i loro problemi da risolvere, basti pensare alla vicenda di Cimino, su cui ricadono accuse molto più pesanti di quelle che sembrerebbero esserci a mio carico”.

Cosa si aspetta adesso?
“Gliel’ho già detto all’inizio ma lo ripeto volentieri: ho piena fiducia nella magistratura, non stanno facendo altro se non il loro dovere. Per questo sono sereno”.

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