L’Ansa recita con puntuale mestizia: “E’ morto stamattina dopo una breve malattia il maestro Roberto Pregadio. Lo annunciano i suoi familiari. Nato a Catania il 6 dicembre 1928 fu musicista, direttore d’orchestra e compositore, ma la celebrità gli venne dalla tv alla Corrida dove è divenne anche un personaggio”.
E’ l’ultima parte quello che conta davvero. Pregadio aveva il talento del musicista di classe. Resta noto alle cronache come “spalla” di Corrado: due signori garbati e perbene nell’agone della Corrida. A pensarci bene, in effetti, non era truce, non c’era spargimento di sangue nel programma, nemmeno virtuale. I campanacci e i fischi che salutavano l’esibizione di un concorrente improvvido avevano il sapore dello zucchero, rispetto alla crudeltà catodica di oggi.
Roberto Pregadio incarnava quella leggerezza. Sì, era la “spalla”, ruolo antico e nobile. Corrado srotolava la sua immensa e felpata classe, la sua ironia rubizza e godereccia. Pregadio inarcava le sopracciglia, faceva le faccine, adontava la boccuccia a lieve rammarico, a partecipazione. Era il volto umano e cortese della televisione. Era la sua musica. E che musica, maestro!