La protesta di Lettere: "Riconquistiamo | gli spazi della nostra facoltà" - Live Sicilia

La protesta di Lettere: “Riconquistiamo | gli spazi della nostra facoltà”

Viaggio nell'occupazione
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La facoltà di Lettere è da un giorno sotto occupazione. Un’occupazione ‘bianca’, che non intende bloccare la didattica, per garantire, comunque, il diritto allo studio. “Intendiamo creare momenti di socialità, per la riappropriazione dei nostri spazi, all’interno di un’Università che sta morendo” spiegano gli studenti “indisponibili” di Lettere, parte di un collettivo, quello degli “indisponibili”, che comprende vari movimenti d’ateneo, ma che solo qui è riuscito a sfociare in un’occupazione dei locali della facoltà. “Vorremmo avviare dei percorsi di autocoscienza e quindi di autoriforma” continuano. Di mantenere lo status quo, in ogni caso, non ci pensano proprio. Precisano che l’atteggiamento di questo governo, non è certo una novità: “L’esperienza ci insegna che l’Università negli ultimi vent’anni non ha avuto governi amici. E’ partito con Berlinguer e questo è solo l’ultimo passo”.

Per questa sera gli studenti hanno organizzato un seminario dal titolo “movimenti universitari di ieri , movimenti universitari di domani” dove interverranno anche i ricercatori Caruso, Pirrone e Vassallo Paleologo. Vogliono “partire dal basso”, dare voce alla classe degli studenti. E a loro certo non è andata giù quanto detto dal ministro Gelmini: “Non ha avuto tanto spazio sui media. Ma lei ha preannunciato la probabile chiusura degli atenei di Palermo, Napoli e Bari”. “Non tutti si possono permettere di andare a studiare al nord” ha commentato una ragazza del secondo anno. “Siamo in contatto via web con gli altri atenei del paese – affermano gli studenti. “E intendiamo fare pressione alle forze parlamentari anche per qualsiasi nuova coalizione futura”. Per gli “indisponibili” di tutta Italia insomma, allearsi con questo governo significa andare contro l’Università.

Un gruppo di matricole di fronte all’entrata, invece, tenta ancora di orientarsi: ” Siamo molto confusi, capiamo che questa è una protesta giusta, ma non siamo ancora bene informati. Non c’è stato nessun avviso formale agli studenti. Abbiamo avuto percezione del rischio reale che stiamo correndo solo quando al test di ammissione ci hanno consegnato un volantino con scritto su ‘Se la tua facoltà non esistesse più?’. Durante il tutoraggio al liceo, tutto pareva rose e fiori”. Gli studenti in agitazione non sono neanche d’accordo con quanto dicono abbia affermato il rettore Roberto Lagalla qualche giorno fa: “Nei corsi in cui non saranno garantiti almeno il 50% degli insegnamenti – spiega Giorgio Martinico – gli esami sostenuti quest’anno potrebbero essere invalidati. E l’anno prossimo questi corsi potrebbero scomparire”.

Gli studenti di Lettere comunque supportano di buon grado sia l’occupazione che la protesta dei ricercatori, perchè “non sostenere carichi didattici aggiuntivi – afferma un’altra studentessa – , per i quali non sarebbero pagati, è un loro diritto”. Qualcuno avrebbe addirittura voluto che l’occupazione bloccasse la didattica, perchè “così a chi dovremmo fare paura?” si chiedono un paio di studenti. Per la mattina di giovedì 25, il giorno in cui il ddl Gelmini sarà discusso alla Camera, gli studenti hanno indetto un’assemblea d’ateneo. “Siamo studenti – dicono-, dobbiamo ragionare sul presente”.


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