A Partinico comandano sempre i Vitale - Live Sicilia

A Partinico comandano sempre i Vitale

Retata antimafia nel Palermitano, 23 arresti
di
2 min di lettura

Tutto cambia per restare uguale: a Partinico comandano ancora i Vitale. E’ toccato, infatti, a Giovanni e Leonardo Vitale, rispettivamente di 28 e 24 anni (nella foto), figli del boss Vito, prendere le redini del mandamento. Il più giovane dei due fratelli era stato arrestato a febbraio per rapina ma liberato a marzo. Ora per lui si riaprono le porte del carcere. Ci sarebbero i Vitale e la loro consorteria dietro l’escalation di intimidazioni nel paese del Palermitano, terra attraversata da continue faide e per questo soprannominata “Far west”. E, fra le carte delle indagini, spunta pure un insospettabile: Antonino Lu Voi, professione architetto, presunto tramite tra il paese e le famiglia mafiose cittadine.

Ma non tutto resta uguale. Il già nutrito vocabolario del linguaggio in codice dei Vitale – che parlavano di vacche da mungere e altri riferimenti all’agricoltura – si aggiorna con nuovi termini. La famiglia si chiama “officina”, per ordinare un omicidio si dice “mettere in ferie”, raccogliere il pizzo è “tingere”. Così come per gli equilibri del clan si fa riferimento al “fabbricato” o alla “fondazione”. Sono questi i risultati di ore e ore di intercettazioni condotte dai carabinieri sulla cosca che imponeva la fornitura di cemento della Edil Village in tutto il territorio. Senza che nessuno abbia denunciato.

Francesco Alfano, Alessandro Arcabascio, Alfonso Bommarito Gianfranco Brolo, Carmelo Culcasi, Francesco Paolo Di Giuseppe, Antonio Giambrone, Gioacchino Guida, Salvatore Lamberti, Antonio Lo Biundo, Lorenzo Lupo, Lu Vito Antonio, Pietro Orlando, Elviro Paradiso, Roberto Rizzo, Santo Salvaggio, Alfonso Scalici, Francesco Tagliavia, Giovanni Battista Tagliavia, Giovanni e Leonardo Vitale (figli di Vito, da cui avrebbero preso le redini del mandamento), Ambrogio Corrao, Roberto Pitarresi. Sono i destinatari delle 23 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri del gruppo di Monreale, su richiesta dei pm della Dda di Palermo, Antonio Ingroia e Francesco Del bene. Si tratta dei presunti uomini d’onore della cosca locale accusati, a vario titolo, di mafia ed estorsione.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI