Lari e Messineo rassicurano:| "Nessuno scontro tra Procure" - Live Sicilia

Lari e Messineo rassicurano:| “Nessuno scontro tra Procure”

Il caso Ciancimino jr
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Il timore di possibili tensioni tra la procura di Palermo e quella di Caltanissetta, dovute alla posizione di Massimo Ciancimino dopo le sue recenti dichiarazioni ai magistrati nisseni relative all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, è stato fugato questa mattina.

Francesco Messineo e Sergio Lari, infatti, si sono incontranti stamattina al Palazzo di Giustizia di Palermo, e hanno escluso “qualsiasi scontro o frizione” tra le due procure che indagano sulla presunta trattativa fra Stato e mafia all’indomani della stagione stragista: un’inchiesta in cui ad assumere un ruolo chiave è stato proprio Massimo Ciancimino. Sergio Lari ha espresso più volte la volontà di iscrivere il figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo nel registro degli indagati con l’accusa di calunnia; un’ipotesi tornata alla ribalta ieri, dopo che Ciancimino jr, parlando di Gianni De Gennaro, lo aveva accostato, salvo poi ritrattare, all’ambiente in cui si muoveva il misterioso “signor Franco”, l’agente dei servizi segreti che rivestì un ruolo chiave nella trattativa. Contrari a questa decisione, invece, i pm palermitani.

‘Si sa che Massimo Ciancimino è un personaggio sui generis – ha spiegato il procuratore aggiunto Antonio Ingroia -. La valutazione delle sue dichiarazioni va fatta caso per caso: sono attendibili e apprezzabili quando sono riscontrate e, in alcuni casi, sono state riscontrate. Ci sono cose che Ciancimino ha visto e saputo direttamente, in prima persona – ha proseguito il magistrato – e altre che ha appreso indirettamente: anche di questo bisogna tener conto”.

Certo, se si concretizzasse l’ipotesi di una iscrizione di Massimo Ciancimino per calunnia, ciò potrebbe avere pesanti ripercussioni sul processo al generale del Ros Mario Mori, indicato dal figlio di don Vito come uno degli artefici di quella trattativa, e accusato di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra: ”L’ iscrizione per calunnia può essere un atto dovuto quando, ad esempio, c’e’ una querela – ha concluso Ingroia -. Certo, se si dovesse andare avanti con le accuse e procedere ci potrebbero essere conseguenze sul processo”.


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