"Suicidi e sovraffollamento | In Sicilia è l'inferno" - Live Sicilia

“Suicidi e sovraffollamento | In Sicilia è l’inferno”

Intervista a Lino Buscemi
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“Le carceri in Italia sono ormai diventate la panacea di tutti i mali, la situazione è ormai insostenibile” parola di Lino Buscemi, dirigente dell’ufficio del Garante siciliano per la tutela dei diritti dei detenuti. Buscemi, nel corso di una lunga chiacchierata, anticipa a Live Sicilia alcuni punti della rapporto sulla situazione delle carceri nel 2010, che nei prossimi giorni il Garante regionale Salvo Fleres presenterà all’Ars e in conferenza stampa.

“L’ho sempre detto e ripetuto – dice Buscemi – il problema del sovraffollamento delle carceri non può più essere ignorato. Sì, la novità di questi giorni è il dato aggiornato al 31 dicembre, ma la situazione è più che nota e i dati confermano la tendenza degli ultimi anni. Il quadro rispetto agli istituti penitenziari nell’Isola è drammatico, su 4500 detenuti che le carceri siciliane potrebbero contenere, ad oggi si contano oltre 8000 persone in regime di reclusione. Tutto questo basandosi sui parametri previsti dalla legge e fino alla capacità regolamentare abbiamo dati oggettivi. Sulla capacità tollerabile, invece, mi piacerebbe sapere chi stabilisce i parametri di tollerabilità. In altre parole, chi stabilisce che in una cella da tre arrivano a convivere anche nove detenuti?”.

La denuncia di Buscemi è chiara: “Queste condizioni – dice – sono intollerabili, io credo che lo Stato dovrebbe garantire delle misure sostitutive per i reati minori, come gli arresti domiciliari. Ma anche qui, bisogna fare alcune precisazioni. La legge approvata lo scorso 16 dicembre, la cosiddetta ‘svuota-carceri’, definisce un limite e stabilisce che per le pene inferiori o entro il limite dei 12 mesi, si possa ricorrere ai domiciliari, esclusi ovviamente i reati maggiori. Ma escludendo i reati più gravi, rimangono poche categorie di crimini, per la maggior parte attribuibili a reati spesso commessi da extracomunitari, molti dei quali non posseggono la residenza, quindi il provvedimento non può essere attuato. Alla fine della fiera, le ottimistiche stime che prevedevano lo svuotamento delle carceri, non troveranno riscontro con la realtà”.

E ancora, sui numerosi casi di detenuti che sono arrivati a togliersi la vita nell’ultimo anno, Buscemi precisa: “la Sicilia si è guadagnata l’inglorioso primo posto per numeri di suicidi nel 2010, con ben 8 casi, quattro dei quali nel solo carcere di Siracusa. Si parla tanto di piano carceri – solo in Sicilia ne dovrebbero essere costruiti quattro – ma quel che preoccupa sono i tempi”.

Sullo stato in cui versano gli istituti di detenzione dell’Isola, Buscemi descrive un panorama desolante: “Basti considerare che per costruire l’istituto penitenziario di Gela sono stati necessari 50 anni e ad oggi non è stato aperto. Stessa cosa dicasi per Favignana, mentre l’istituto di Noto è utilizzato soltanto a metà. E ancora, l’ottava sezione dell’Ucciardone di Palermo è stata ultimata, ma non inaugurata. In tutto questo, alcune carceri, come quelle di Mistretta, Marsala o San Cataldo andrebbero chiuse perché violano i parametri imposti dalla legge, nonché i principi sui diritti universali dell’uomo”.

Come risolvere allora la situazione nel breve periodo? Secondo Buscemi “il Parlamento avrebbe dovuto approvare una sorta di depenalizzazione per i reati minori. Attenzione, qui non si parla di amnistia, ma di istituire delle multe, contravvenzioni, pene sostitutive, servizi sociali, soltanto per le effrazioni meno gravi. Un Paese civile – conclude – si organizza per fare pagare il debito con la giustizia anche attraverso modalità sostitutive alla galera che, al contrario, in Italia sembra essere diventata la panacea di tutti i mali”.


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