Badante uccisa a Catania, è giallo - Live Sicilia

Badante uccisa a Catania, è giallo

Colpita alla testa e soffocata
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Uccisa nel suo letto, con il cranio completamente sfondato e il cuscino pressato sul volto. E’ l’orrenda fine di una badante di 51 anni, Lucia Cosentino, originaria di Castiglione di Sicilia, assassinata a Catania nella casa in cui lavorava. L’abitazione è al quarto piano di un palazzo nel lungomare Ognina, una delle zone residenziali della città, nel rinomato viale Alcide De Gasperi. A fare la macabra scoperta è stata la pensionata ultranovantenne per la quale la vittima da tempo lavorava. Non l’ha vista in giro per casa e si è recata nella stanza che le era riservata per trascorrere la notte. Non le ha risposto e ha chiamato i parenti, che, dopo avere visto che la badante era in una pozza di sangue, a loro volta hanno avvertito subito il 118. Il medico in servizio sull’ambulanza ha constatato il decesso della donna e ha avvertito la polizia. Sul posto sono arrivati gli investigatori della squadra mobile per i rilievi e per cercare di fare luce sul ‘giallo’.

Dalla Questura si sottolinea che ”si indaga a 360 gradi, senza escludere alcuna ipotesi a priori”, ma la pista seguita è quella della sfera personale della vittima. Ci sono dei particolari che ‘spingono’ per questa tesi. Il primo è che la porta di casa non è stata forzata: quindi o l’assassino aveva la chiave dell’appartamento o è stato fatto entrare dalla vittima, all’insaputa della padrona di casa. La badante, inoltre, indossava il pigiama ed era a letto: probabilmente è stata colpita più volte, in maniera violenta, mentre dormiva con un oggetto contundente, che non è stato trovato.

Una fonte qualificata riferisce che il cranio della donna è stato completamente devastato: chi l’ha uccisa ha agito con rabbia. Per questo una delle tesi al vaglio della polizia è quella del delitto passionale: un compagno respinto o una relazione finita. La donna, che era da tempo separata dal marito, è indicata da vicini di casa come ”una bella signora, molto curata e che teneva al suo aspetto”. La tesi del ladro non convince gli investigatori: nella stanza della vittima mancano diversi oggetti personali e dei soldi, ma nel resto della casa tutto è in ordine.

Così la squadra mobile sta ricostruendo la personalità della vittima e le sue ultime frequentazioni. Gli investigatori stanno interrogando le persone che la conoscevano. I primi ad essere stati interrogati sono stati la pensionata, unica persona in casa, oltre all’assassino, al momento del delitto, che ha detto di non avere sentito alcunché. Poi anche un giovane nipote dell’ultranovantenne, che abita nello stesso palazzo, che è stato uno dei primi a intervenire in casa dopo il delitto. Sia la famiglia della vittima sia quella della pensionata per cui Lucia Cosentino lavorava sono indicate da investigatori come composte da “persone perbene”. Le indagini della squadra mobile sono coordinate dal procuratore capo Vincenzo D’Agata e dal sostituto Antonella Barrera.


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