Spesi 80 milioni di euro in 3 anni| per censire gli immobili della Regione - Live Sicilia

Spesi 80 milioni di euro in 3 anni| per censire gli immobili della Regione

Ammonterebbe a circa 80 milioni la parcella pagata dalla Regione Siciliana alla Psp, Partners Sicily properties, per censire il patrimonio immobiliare, e non, della Regione. Lo scrive oggi il quotidiano La Repubblica sul quale si legge: “Un fiume di denaro che parte dall’assessorato al Bilancio in via Notarbartolo e arriva fino a una società anonima in Lussemburgo. Ben 80 milioni di euro versati tra il 2006 e il 2009 dalla Regione alla Psp, Partners Sicily properties, con sede a Pinerolo, in provincia di Torino: questa la cifra a oggi uscita dalle disastrate casse regionali per censire il patrimonio immobiliare, e non, della Regione”.

L’articolo, a firma di Antonio Fraschilla, ricostruisce dettagliatamente i passaggi che hanno portato, nel 2006, alla “firma di un contratto tra i dirigenti del Bilancio e un imprenditore piemontese, alla vigilia del grande lancio dei tre mega fondi immobiliari della Regione, che avrebbero fatto fare affari d’oro a Palazzo d’Orleans: in realtà dei tre fondi solo uno è andato in porto, quello rilevato da Pirelli Re, e comunque si è rilevato un flop”.

“Ma perché la Regione è arrivata a spendere per il censimento 80 milioni – si interroga Repubblica -, cifra tra l’altro al momento nemmeno definitiva? Chi e come ha incassato questi soldi? E, soprattutto, quanto ci ha perso e continuerà a perdere Palazzo d’Orleans, tra vendite degli immobili a prezzi ribassati e canoni di locazione fissati a livelli altissimi?”

La risposta è da ricercare indietro nel tempo, il primo marzo di cinque anni fa, quando all’assessorato al Bilancio, “il direttore Enzo Emanuele, il dirigente Marcello Giacone ed Ezio Bigotti, amministratore della Sti, la società di Pinerolo capogruppo della cordata che ha appena vinto la gara per la ‘valorizzazione del patrimonio immobiliare e non della Regione’ e che si chiama Psp s. c. r. l. Il contratto è firmato in poche ore, e prevede per “l’attività di creazione del censimento informatizzato del patrimonio” un compenso di 13,3 milioni di euro. Peccato che tra parentesi venga specificato che questo compenso è ‘presunto'”.

“La Regione infatti al momento della firma dell’accordo non sa con precisione i volumi dei beni che ha – scrive il quotidiano -. A pagina 16 del contratto viene però ribadito che il pagamento alla Psp deve avvenire in base a un tariffario preciso: 6,6 euro a metro quadro per ogni fabbricato censito (che diventano 0,05 euro se si tratta di terreni e 0,002 euro se si tratta di boschi). La Psp si mette subito al lavoro, censisce di tutto e nel giro di pochi mesi arriva a raccogliere dati, poi inseriti in un sistema informatico, su 239 palazzi, 273 terreni e 939 tra boschi e aree verdi. La Regione paga. Quanto? In base alla fatture, adesso raccolte dalla commissione Bilancio dell’Ars guidata da Riccardo Savona, per la sola “attività di censimento”, sono state firmate fatture per 20,9 milioni di euro nel 2006, per 19,9 milioni nel 2007, per 18,7 milioni nel 2008 e per 20 milioni nel 2009. Si arriva così alla cifra di 80.141.656,63 euro. “E ancora non abbiamo i dettagli di tutte le altre fatture”, dice il presidente Savona, che a breve su questa vicenda convocherà all’Ars tutti i protagonisti”.

Nel pezzo quindi si ricostruisce il complesso sistema dietro alla cordata che si è aggiudicata la gara. “Fanno parte tre società con sede a Pinerolo (la Ge. fi intermediazioni, l’Areas e la Exitone), tre con sede a Roma (G. f studio, Grs consulting e la Ge. fi romana) e infine Banca Nuova, che ha una piccola partecipazione – si legge -. Di fatto il 75 per cento della Psp fa capo alla F. B, acronimo che sta per “Finanziaria Bigotti”, amministrata da Ezio Bigotti, noto in Friuli per operazioni immobiliari fatte con enti pubblici, e che all’epoca aveva ottimi rapporti con il segretario Udc Saverio Romano e con lo stesso governatore Salvatore Cuffaro. Ma si arriva in Lussemburgo, perché è qui che ha sede una società anonima, la Lady Mary II, che detiene il 45,45 per cento della capogruppo Bigotti.


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