Palermo, cosa c'è che non va - Live Sicilia

Palermo, cosa c’è che non va

Due sconfitte consecutive possono anche starci, ma in casa Palermo per adesso regna lo scetticismo e soprattutto nascono degli interrogativi: cosa va e cosa non va?

Non vanno le alternative. Le assenze dei due terzini Cassani e Balzaretti hanno messo a nudo le lacune delle cosiddette seconde linee. Garcia, al posto di Balzaretti, è stato ingenuo e immaturo in occasione dell’espulsione del Dall’Ara. A centrocampo inoltre non ci sono rincalzi da prima squadra.

Non va la fase difensiva e in questo Zamparini non ha torto. Il Palermo subisce troppe reti. I rosanero in difesa sono una groviera, principalmente nella palle inattive. A Bologna, se non fosse stato per la scarsa vena sotto porta di Perez, sarebbe arrivato un altro gol su calcio d’angolo.

Non vanno per adesso gli sloveni. E’ vero che sono in “letargo” (dal vocabolario di Rossi) ma è palese il calo di Bacinovic e anche di Ilicic. Giocano ad intermittenza e probabilmente avvertono stanchezza. In calo anche Andelkovic.

Non vanno le critiche del patron Zamparini. Definire la propria squadra “senza attributi” è un’uscita a vuoto. Nessun presidente di serie A (una volta solo Cellino) ha mai schiaffeggiato la propria squadra in questa maniera.

Va bene la coppia Nocerino-Migliaccio. I due gladiatori non si stancano mai, corrono sempre e gettano sempre il cuore oltre l’ostacolo. Complimenti soprattutto a Nocerino, abile in fase d’impostazione. È ormai da Nazionale.

Va bene Pastore. Dopo il momento opaco di fine anno, in questo 2011 è tornato “maleducato”. Delizia la platea con colpi da circo, ma spesso non riesce a scambiare con i compagni. Anche a Bologna ha giocato bene, gli è mancato solo lo spunto decisivo.

Va bene la pazienza di Rossi. Nonostante il momento delicato, nonostante gli strali del proprio presidente, il tecnico rosanero mantiene calma e sangue freddo. Al contrario di altri suoi colleghi che in sala stampa addossano la colpa di una sconfitta a degli episodi o alla squadra, lui predica solo pazienza e pronuncia più volte la parola “lavoro”.


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