Le ferite della città distrutta | dal gioco dell'estremismo - Live Sicilia

Le ferite della città distrutta | dal gioco dell’estremismo

Il folle pomeriggio alla mondadori
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Il meccanismo dell’inchiesta si è già messo in moto. Non si sa ancora nulla delle mosse della Procura, ma la polizia sta vagliando accuratamente tutto il materiale disponibile sugli scontri alla Mondadori. Questo 23 marzo resterà a lungo nella storia delle nefandezze di Palermo. La presentazione di un libro “fascista” in via Ruggiero Settimo è stata l’occasione per un pomeriggio folle. I ragazzi dei centri sociali hanno provato a impedire che l’appuntamento si svolgesse. Hanno assalito il cordone di protezione della polizia, ricavandone scaramucce, contusioni e lacrimogeni. Ed è opportuno che le circostanze si tengano bene a mente. Il Mondadori’s Day non è uno strappo isolato, l’accensione di una miccia inaspettata. Rappresenta la logica conseguenza di odio e rancori che vengono da lontano, bruciando a fuoco lento. C’è stata, dalla sinistra radicale, l’aggressione ai militanti di Casa Pound. Ci sono mille piccoli rivoli di violenza in cui i volti noti e meno noti della destra estrema cittadina non sempre sono identificabili nel ruolo delle vittime. Anzi. E’ un salasso continuo di brutalità quotidiana. Il rischio maggiore è dato dall’indifferenza, dal vizio di chi considera i cazzotti normali come i reciproci agguati: una dialettica interna tra parimenti imbecilli. Attenti, c’è il pericolo di una deflagrazione inarrestabile.

Chi scrive non capisce perché i più giovani abbiano tanto bisogno di odiare. Probabilmente, la cattiveria è il riflesso malato dell’amore, della passione assoluta che si innesta a vent’anni nel corpo delle cose che sono care. Né mancano i cattivi maestri, destri e sinistri, i sopravvissuti, i relitti, lo sfasciume di altre epoche di lotta, ringalluzzito dal sogno di nuove lotte cruente. Nella patologia,  l’aggettivo che qualifica l’orientamento politico di una persona è una coperta in grado di offuscare la persona stessa. Tiri un sasso all’aggettivo e solo dopo ti accorgi che dietro c’era un ragazzo, capace di ridere, piangere e sanguinare. Proprio come te.

Fascisti e comunisti non sono teoricamente pari, sia detto con chiarezza e sottolineando l’avverbio “teoricamente”. Il fascismo fu soltanto regime orrendo e incivile. Il comunismo ha pur conosciuto una via democratica, nonostante soverchianti aberrazioni, e ha saputo svilupparla lontano dalla cortina di ferro dei paesi del socialismo reale. Affermato lo spirito della carta costituzionale, che resta indubbiamente antifascista, non si coglie ancora di più il senso della violenza alla Mondadori. Come possono gli alfieri di tolleranza e libertà pensare a di vietare la presentazione di un libro, ancorché presunto sgradevole, osceno ed eretico (non sapremmo, non l’abbiamo letto)? La democrazia ha altre armi, perfino contro gli estremismi facinorosi. Ha le parole e gli argomenti per smontare il fascismo. 

Intanto, Palermo conta le sue piaghe, i solchi nella carne approfonditi da ragazzi che portano la bellezza feroce negli occhi, dietro un paio di occhiali miopi. Non è solo una storia di cestini divelti o di cassonetti rovesciati. Ci sono le ferite inferte all’anima di una comunità impaurita, già straziata. I segni che non si rimarginano.


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