"Quelli che non vogliono le primarie | fanno solo il gioco della destra" - Live Sicilia

“Quelli che non vogliono le primarie | fanno solo il gioco della destra”

Faraone a Livesicilia, contrasti nel Pd
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3 min di lettura

Faraone, ha visto che succede? Ha sentito cosa si dice in giro? Ha letto l’intervista a Cracolici?
“E’ un vecchio copione di un film surreale ed incomprensibile dove non ci sono attori ma solo sceneggiatori che litigano per poi imporre un copione già visto”.

Che aria tira?
“Litigano perché vogliono arrivare a pochi mesi dal voto e poter dire che non c’è più tempo per le primarie. Così da sedersi attorno a un tavolo, disegnare improbabili alleanze, scrivere progetti con il copia e incolla e modellare un candidato buono solo a perdere. Questo copione io lo voglio strappare e scriverne uno nuovo con la città”.

Lo strappo, il suo marchio di fabbrica. Una fissazione la sua…
“Sì. Dobbiamo strappare questo copione che prevede due posizioni che solo a prima vista sembrano opposte. Sono due facce della stessa medaglia perché portano alla stesso finale del film: niente primarie, separazione consensuale e vittoria della destra”.

Non è che lei starà esagerando?
“No. In tutto questo ragionamento manca Palermo, manca l’innovazione, la voglia di riscatto di questa città… E’ tutto un dalemone, un giochino politico che non tiene conto della gente. Che punta a lasciare tutto com’è. E soprattutto manca una storia che sia nuova e appassionante. Un racconto che sappia  entrare in sintonia i palermitani. Una narrazione che tocchi le teste e i cuori dei delusi e degli illusi. Per far questo occorre che la nuova generazione, che non è questione anagrafica, s’imponga trasversalmente nei partiti e nella società per farsi sentire e impedire che si narcotizzi il dibattito sul futuro di Palermo”.

Lei cosa propone?
“Costruiamo un futuro che deve avere una missione: una politica che punti alla fantasia e alla creatività e che seppelisca definitivamente una politica della spesa pubblica e del parassitismo economico che è stata la colonna sonora degli anni ’80 e ’90”.

Con chi ce l’ha, Faraone?
“C’è una vecchia generazione nel mio partito che è cresciuta con la “sindrome” di Orlando, una sorta di antiberlusconismo in salsa siciliana.  Mi dicono, ma sei pazzo a volere le primarie? Non capisci che così avvantaggi Orlando? Dall’altra parte ci sono quelli che soffrono della sindrome “Lombardo”, l’antilombardismo senza se e senza ma, che dice mai con il Pd se è alleato con l’Mpa. Questi non pensano di vincere le elezioni ma solo a lucrare rispetto alla posizione  “difficile” del Pd sul governo regionale. Penso che Orlando sia più interessato a guadagnare qualche manciata di voti in più per farsi dire “bravo” da Di Pietro che contribuire alla vittoria. Così facendo rischiamo di somigliare a Willy il Coyote che quando riesce ad uccidere Beep Beep non sa più che fare. Non ha più nessun obiettivo. Nessun motivo per continuare a vivere”.

Ma lei chi è, Faraone? Che vuole?  Come si presenta?
“Dieci anni di alternativa a Cammarata, una storia di persone in carne ed ossa, non può essere cancellata con la gomma del “politichese”.  E’ questa la nuova classe dirigente. Non è immaginabile nella squadra di domani  che ci sia Galioto, dopo ciò che ho denunciato su Amia e magari non ci siano Fabrizio Ferrandelli, Antonella Monastra o Nadia Spallitta con cui ho condiviso tutte le battaglie; oppure non ci siano Emma Dante e Davide Enia e ci sia invece Carriglio”.

In sintesi?
“Insomma, il dalemone pensato in una stanza non coincide con un’idea della città del domani che in questi anni si è affermata e ha volti, ragioni e passioni e che ieri ha pensato ad opporsi e oggi deve proporsi”.


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