E’ tornato con l’aria di chi sa di avere fatto la scelta giusta. Delio Rossi ha nuovamente stretto amicizia con il Palermo. Un mese distante, lontano, ma con il cuore e con la testa sempre a Palermo. “Nell’ultima conferenza stampa pensavo che il mio rapporto con il Palermo si fosse interrotto – ha esordito così il tecnico riminese – non venivo esonerato da undici anni e per la prima volte vengo richiamato. Non mi sarei mai immaginato di poter essere richiamato. Avevo dato la mia disponibilità a rientrare ma dovevo parlare con la squadra. In 35 giorni la situazione si è sicuramente complicata, basta vedere la contestazione dei tifosi qui fuori, cosa che negli ultimi anni non si era mai verificata. Non vorrei che il mio ritorno nascondesse ciò che è successo in questi 35 giorni e vorrei essere considerato un nuovo allenatore e non quello vecchio che torna. La contestazione è legittima, non stiamo facendo bene. Ho detto ai miei giocatori che voglio vedere un altro atteggiamento. In questo mese e mezzo ci sono ancora grossi traguardi da centrare e dobbiamo tenere un atteggiamento propositivo consono al blasone della gente di Palermo. Non dobbiamo dimenticare però le soddisfazioni che la squadra ha regalato a questi tifosi negli ultimi anni e chiedo a loro un ulteriore sacrificio. Siamo professionisti e in questo momento dobbiamo essere uomini. La componente comportamentale è determinante in questo momento. Ho sempre detto che per costruire ci vogliono anni, per distruggere un minuto. Faccio questo lavoro da anni e so che certe situazioni sono laceranti, con determinati equilibri che si vanno a rompere. Adesso le parole non servono dobbiamo solo lavorare e dimostrare di essere da Palermo”.
Parla del colloquio con la squadra: “Se non avessi visto nei loro volti quello che chiedevo dalla squadra, sarei andato via. In campo va la squadra, io posso solo dargli i mezzi, ma i giocatori hanno sempre fatto il bene e il male della società. Io non sono legato alla panchina… anche perchè a casa ne ho una, e l’ho fatta mettere in giardino”. Capitolo tifosi: “Io ho grandissimo rispetto e considerazione per la gente. Ho sempre pensato che chi viene allo stadio lo fa per l’amore per la propria squadra e per lo spettacolo. I tifosi del Palermo hanno sempre dimostrato queste caratteristiche e non c’è bisogno di far loro nessuno appello. Lo hanno dimostrato anche con gli applausi a fine gara contro l’Udinese. Non hanno bisogno di parole ma di fatti”. Intanto circa cinquanta tifosi rosanero, appartenenti a club organizzati, hanno ancora contestato la squadra davanti Boccadifalco. “Andate a lavorare”, il coro più gettonato dagli ultras palermitani.