Le bombe di Berlusconi | e il ruolo della Sicilia - Live Sicilia

Le bombe di Berlusconi | e il ruolo della Sicilia

Sì ai raid italiani in Libia
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La notzia circola da ieri sera. Sì ad ”azioni aeree mirate” italiane in Libia. La svolta del governo sulla crisi è arrivata al termine di una telefonata di Silvio Berlusconi con il presidente Usa Barack Obama. La Lega non ci sta. Ma il fronte di politica interna, in questo frangente urgentissimo, appassiona di meno.  La Russa assicura:  ”Non saranno bombardamenti indiscriminati ma missioni con missili di precisione su obiettivi specifici”. Plauso del presidente americano, secondo una nota governativa.

Naturalmente, la scelta di cominciare a sferrare pugni, non limitandosi ad allacciare i guantoni ai picchiatori altrui, riguarda soprattutto la Sicilia, anche se nessuno lo dice. Adesso, non siamo più i serventi al pezzo delle forze che in Libia sparano e bombardano. Spareremo anche noi. Farà differenza per quel popolo? Sarà più urticante una posizione dell’ex colonizzatrice potenza italiana non di semplice sostegno logistico? I raid dei Tornado che partiranno da Birgi incendieranno ulteriormente non solo le case, ma il cuore della gente? (giacchè è davvero improponibile l’ipocrisia dell’attenzione: le vittime civili ci sono e ci saranno).

Sono domande cui sarà bene fornire risposte non evasive. E’ probabile che tutto ciò che verrà fatto di conseguenza all’Italia sarà soprattutto un problema della Sicilia. Non pensiamo a improponibili repliche sul campo militare. C’è il terrorismo come formidabile arma di combattimento irregolare dei più deboli. Ci sono gli sbarchi dei disperati, frutto terribile di ogni guerra, soprattutto se i signori della guerra seminano morte e distruzione nel nome del bene, evitando di accollarsi le conseguenze pratiche di una crociata. E c’è il rapporto col mondo arabo. Siamo certi che tutti i nostri corrispettivi oltremare saluteranno lo sforzo raddoppiato delle armate occidentali e dell’Italia con grida di giubilo per i liberatori?

La presa di posizione di Roma è moralmente giusta. E’ da ipocriti limitarsi a porgere la pistola fumante, per poi scansarsi. Tuttavia, non vorremmo trovarci davanti al calcolo cinico di chi pensa di entrare in corsa nella trama di una guerra già vinta. Calcoli del genere portano malissimo. E’ già accaduto una volta e sappiamo tutti com’è andata a finire.

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