"Sono falsari della manovra | La Sicilia è già al dissesto" - Live Sicilia

“Sono falsari della manovra | La Sicilia è già al dissesto”

Intervista a Cateno De Luca
di
9 min di lettura

“Macché bilancio e bilancio! Quello che va detto a chiare lettere è che i conti della Regione, ancora una volta, sono falsi. Quest’anno, poi, lo sono ancora di più. La situazione si è aggravata, se è vero che ci sono circa 5 miliardi di euro di deficit. A cui si aggiungono le continue violazioni di legge. In queste condizioni il Parlamento dell’Isola non può approvare la manovra economica. Al contrario, bisogna lavorare per la dichiarazione di dissesto finanziario”.

Ad affermarlo è Cateno De Luca, un parlamentare regionale particolarmente attento ai conti della Regione. Eletto nel Movimento popolare per l’autonomia, De Luca ha dato vita a un nuovo soggetto politico: ‘Sicilia vera’. Nel giorno in cui l’Assemblea regionale siciliana riprende la discussione su bilancio e finanziaria (iniziata la scorsa settimana) De Luca torna a parlare dei conti un po’ ballerini della Regione.

Partiamo dal deficit: 2 miliardi di euro, se non ricordiamo male.
“Ricordate benissimo. La storia non è nuova. Grosso modo dal 2006, ogni anno, in occasione dell’approvazione della manovra economica, il bilancio va in pareggio. Poi, però, nel corso dell’anno spuntano i problemi”.

Perché?
“Perché in bilancio ci sono delle poste false”.

Entrate fittizie.
“Esattamente. L’anno scorso, sempre in occasione dell’approvazione di bilancio e finanziaria, abbiamo cercato di fare chiarezza. L’articolo 13 della finanziaria 2010 prevede la ricognizione sui residui attivi e passivi”.

Questa ricognizione è stata fatta?
“No. L’unica cosa certa, come al solito, sono i debiti”.

Lei ha più volte detto che, oltre ai 2 miliardi circa di euro di deficit, ci sono altri debiti.
“E lo confermo. Ci sono altri debiti occultati che ammontano a 2 miliardi e mezzo circa di euro. Il riferimento è a tutto il sistema pubblico collegato alla Regione, circa 700 enti giuridici”.

Anche su questo fronte non c’è molta chiarezza.
“Anche su questo fronte non si vuole fare chiarezza”.

In che senso?
“Nel senso che, con l’articolo 14 della finanziaria dell’anno scorso, abbiamo introdotto le misure relative alla ‘trasparenza’ dei conti pubblici. Stando a questo articolo di legge, il governo regionale, entro il 30 giugno del 2010, avrebbe dovuto presentare la situazione debitoria di tutto il sistema pubblico regionale allargato”.

Cioè delle società collegate alla Regione e degli enti regionali.
“Esattamente. Con l’aggiunta degli enti di formazione professionale che vivono grazie a trasferimenti permanenti da parte della Regione. Volendo essere ancora più precisi, va detto che già la legge regionale numero 10 del 1999 prevede di fare chiarezza sulla situazione finanziaria del sistema pubblico regionale allargato. Questo dovrebbe avvenire in occasione dell’esame e dell’approvazione del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef)”.

Dunque già dal 2000 i siciliani avrebbero dovuto conoscere la situazione finanziaria – che poi, alla fine, sono per lo più debiti – di enti regionali e persino degli enti di formazione professionale.
“Per l’appunto”.

Scusi, se lo prevede la legge come mai questi conti sono rimasti nascosti?
“Anche io mi sono posto e ho posto questa domanda”.

E la risposta qual è?
“Mi hanno detto che la legge 10 non prevede sanzioni. Quindi”…

Ci faccia capire: siccome una legge approvata dall’Ars non prevede sanzioni la si può violare?
“La legge va rispettata. Ma in Sicilia, siccome non c’è la sanzione, viene ignorata. Ed è per questo che l’anno scorso è stato approvato il già citato articolo 14 della finanziaria”.

Però, a quanto pare, nonostante questo articolo 14, non c’è ancora chiarezza sul mondo delle società collegate e degli enti comune riconducibili alla Regione.
“E’ agli atti del Parlamento dell’Isola una relazione parziale, visto che riguarda circa 190 novanta soggetti giuridici su 700”.

E cosa viene fuori da questa relazione?
“Un indebitamento di circa 5 miliardi e 850 milioni di euro. Ma attenzione: in questi 190 tra enti, aziende e società non ci sono i centri di formazione professionale. E non ci sono nemmeno i protagonisti della tabella H”.

Quando lei, qualche mese fa, ha tirato fuori questo dato le hanno rinfacciato che bisogna esaminare passività e attività.
“Ma sono stato io a chiedere ripetutamente di fare chiarezza su questo argomento! Ho chiesto di conoscere, secondo quanto prevede la legge, la situazione finanziaria di enti, aziende e società riconducibili alla Regione. Il governo deve tirare fuori questi numeri. Per mettere il Parlamento dell’Isola nelle condizioni di conoscere, prima dell’approvazione di bilancio e finanziaria, le attività e le passività di tutti questi soggetti giuridici. Ma ancora questi dati non vengono fuori. Ed è anche per questo che ho chiesto le dimissioni dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao”.

Se abbiamo capito, siamo davanti a una violazione di legge. Ci auguriamo che, questa volta, ci siano anche le sanzioni.
“Adesso le sanzioni ci sono. Il governo deve presentare la situazione debitoria entro il 30 giugno. Mentre la relazione sulle attività e sulle passività va presentata entro il 28 febbraio”

I termini, quest’anno, sono stati rispettati?
“No. Per la situazione debitoria, come ho già accennato, il governo ha presentato solo una relazione parziale. Manca la relazione su attività e passività”.

Cosa prevede la legge nel caso i cui – come è avvenuto quest’anno – i termini non vengano rispettati?
“Si prevede la rimozione dei direttori generali e degli amministratori di enti, aziende e società. E infatti, in Aula, ho chiesto quanti direttori e amministratori sono stati rimossi”.

Insomma, anche con le sanzioni la legge non viene rispettata. Perché nessuno interviene davanti a una violazione di legge?
“Quello che posso dire è che sto scrivendo al commissario dello Stato per la Regione siciliana e alla Corte dei Conti. Perché così non si può continuare. Dobbiamo fermare l’impazzimento della politica siciliana. Lo sapete che, negli ultimi dieci anni, le sole società collegate alla Regione hanno assunto oltre 10 mila persone?”.

Assunzioni per chiamata diretta, supponiamo.
“Assunzioni per chiamata diretta da parte della politica. Con la creazione di società per azioni a partecipazione pubblica è stata aggirata la legge che vieta nuove assunzioni nella pubblica amministrazione”.

In questa storia delle assunzioni per chiamata diretta c’è anche un aspetto meritocratico che viene ignorato.
“Eccome! Da più parti sentiamo dire che bisogna fermate le fughe di ‘cervelli’ dalla Sicilia. Poi, però, scopriamo una singolare coincidenza tra i ‘cervelli’ di chi è stato assunto per chiamata diretta in queste società collegate e i ‘cervelli’ dei figli e, in generale, dei parenti e degli amici di deputati regionali e nazionali, di ex parlamentari, di sindaci e presidenti di provincia e di alti burocrati”.

Insomma: in Sicilia chi occupa un posto importante e tiene famiglia sistema figli & amici nelle società collegate.
“In pratica è così. Ora è arrivato il momento di dire basta. E lo dico nell’interesse della Sicilia che vuole realmente voltare pagina”.

Sul fronte della sanità mancano circa 600 milioni di euro.
“Anche sulla sanità i conti non tornano. Tutto nasce da un’interpretazione di una legge da parte del governo regionale. Che vorrebbe portare la quota di partecipazione della Regione alle spese sanitarie dall’attuale 49,11 per cento al 42,5 per cento. Un’interpretazione unilaterale, perché a Roma, a quanto mi risulta, non sono d’accordo”.

Intanto, anche con un ‘buco’ di 600 milioni l’assessore alla Salute, Massimo Russo, aveva già programmato una nuova ‘infornata’ di assunzioni poi bloccata dal Tar…
“Questa è un’altra follia: come si fa a prevedere assunzioni se già mancano 600 milioni di euro? Qui è stato ignorato il principio di prudenza. Questa situazione era già chiara nel 2009. Ma è stata ignorata. L’ho detto e lo ribadisco: vanno fermati”.

Ma alla fine, visto che in un modo o nell’altro questo bilancio dovrà essere approvato, da dove spunteranno fuori questi 600 milioni di euro per la sanità?
“Non arriveranno da un’interpretazione autentica della legge che disciplina la compartecipazione delle Regioni alle spese per la sanità. Il governo regionale, infatti, vuole coprire il ‘buco’ con le risorse Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate ndr). Un delitto moltiplicato per tre”.

Cioè?
“Il bilancio che dovrebbe essere approvato da Sala d’Ercole è triennale. Questo significa che il governo vorrebbe utilizzare 600 milioni per quest’anno, 600 milioni per il prossimo anno e altri 600 milioni per il 2013. In pratica, circa 2 miliardi di euro che dovrebbero essere utilizzati per le infrastrutture – porti, aeroporti, strade e autostrade – verrebbero dirottati per il pagamento dei ‘buchi’ della sanità. Altro che sviluppo della Sicilia!”.

Anche sugli enti locali non mancano i problemi.
“La previsione, per i Comuni dell’Isola, è di 750 milioni di euro, rispetto ai 920 milioni di euro dell’anno passato. Mancano 170 milioni. Su questo punto – ma anche su altri temi – in Aula ci sarà battaglia. Ma questo è solo uno dei problemi dei Comuni”.

Che c’è di altro?
“C’è la questione rifiuti. Il debito accertato nella gestione di questo settore è pari a circa 1,3 miliardi di euro. Soldi che, quest’anno, verranno caricati sui bilanci dei Comuni”.

Ma se i Comuni sono già senza soldi come faranno a fronteggiare questi altri debiti?
“Il problema è serio. Sappiamo che un pool di banche garantirà ai Comuni dell’Isola un prestito pari a 1,5 miliardi di euro”.

Denaro che dovrà comunque essere rimborsato.
“Certo. Ed è per questo che prevedo che un certo numero di Comuni siciliani andrà verso il dissesto finanziario”.

Quanti Comuni andranno in dissesto?
“Di preciso non lo so. Ma temo che non saranno pochi”.

Come verrà ripartito questo debito? Verranno chiamati a pagare anche i Comuni che hanno gestito lo smaltimento dei rifiuti senza accumulare debiti?
“Mi auguro di no”.

Anche sui forestali lo scenario non si annuncia semplice.
“Già”.

Ma che è ‘sta storia dei boschi ceduti ai privati?
“Un’altra trovata che non sta né in cielo, né in terra. Semmai si potrà verificare la possibilità di trasferire agli enti locali la gestione del demanio regionale. Questa potrebbe essere una soluzione. Penso ai Comuni costieri che potrebbero utilizzare al meglio le spiagge”.

Alla fine bilancio e finanziari passeranno?
“Mi auguro di no. Come ho già detto, con quasi 5 miliardi di euro di deficit ci sono tutte le condizioni per dichiarare il dissesto finanziario della Regione. Non è più il tempo di alchimie di bilancio e di corsa all’invenzione di nuove entrate fittizie. In ogni caso, ho già pronti 4 mila e 200 emendamenti”.

E il governo ha già pronto il maxiemendamento per approvare ‘democraticamente’ la manovra.
“Il maxiemendamento potrà funzionare solo per la finanziaria, dove ho presentato solo 600 emendamenti. Sul bilancio il ‘maxi’ non si può utilizzare. Sul bilancio si dovranno discutere e votare tutti gli emendamenti. Io ne ho già pronti 3 mila e 600. Vedremo”.

Riproduzione riservata@


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI