Nuovo interrogatorio per Ciancimino | Si indaga su un appunto "criptato" - Live Sicilia

Nuovo interrogatorio per Ciancimino | Si indaga su un appunto “criptato”

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E’ durato quasi quattro ore l’interrogatorio di Massimo Ciancimino, in carcere da aprile con l’accusa di avere calunniato l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. E’ stato lo stesso Ciancimino a chiedere ai pm di Palermo di essere risentito. Durante l’interrogatorio, che è stato secretato, il figlio dell’ex sindaco di Palermo avrebbe fornito ulteriori particolari recentemente ricordati sul cosiddetto ‘puparo’, un ufficiale dei carabinieri che, a dire del detenuto, gli avrebbe dato, durante la presentazione a Palermo del libro scritto da Ciancimino jr, alcuni fogli tra i quali quello manipolato col nome del capo della polizia.

Ciancimino, a cui il gip ha rigettato l’istanza di scarcerazione, ha detto ai pm di non ricordare esattamente le generalità del puparo che potrebbe chiamarsi Giancarlo Rossetti o Carlo Rosselli. L’uomo avrebbe il grado di colonnello. I magistrati stanno cercando di verificare le dichiarazioni, ma il detenuto non avrebbe ancora riconosciuto tra le foto mostrategli dagli inquirenti il fantomatico Mister X, come è stato chiamato il presunto “puparo” durante il processo al generale del Ros Mario Mori.

Il colonnello sarebbe stato, secondo Ciancimino, l’autista del generale dei carabinieri Giacinto Paolantonio. Nel corso dell’ultimo interrogatorio coi pm, poi, Ciancimino ha sostenuto di aver incontrato il ‘puparo’ in locali utilizzati dai Servizi Segreti a Bologna. Con i “nuovi” ricordi Ciancimino spera di convincere i magistrati palermitani che recentemente hanno dato parere negativo alla sua scarcerazione.

“Massimo Ciancimino è provato dal carcere – ha detto il suo legale, l’avvocato Francesca Russo – ma oggi mi è sembrato più lucido. Sta cercando di dare agli inquirenti tutte le informazioni di cui è in possesso”.

Un appunto contenente sigle e frasi “criptate” è stato al centro dell’interrogatorio di Massimo Ciancimino condotto dai pubblici ministeri di Palermo e Caltanissetta. Il biglietto fa parte della documentazione trovata nello sgabuzzino della casa del figlio dell’ex sindaco di Palermo. L’indagato, assistiti dagli avvocati Francesca Russo e Roberto D’Agostino, ha riferito ai magistrati di avere scritto di suo pugno l’appunto su indicazione del padre. Una sorta di promemoria di avvenimenti “di notevole rilevanza” avvenuti durante la trattativa tra la mafia e lo Stato che Ciancimino Junior avrebbe dovuto “verificare e coordinare” per conto di don Vito. L’interrogatorio si è svolto alla presenza dei pubblici ministeri Antonino Di Matteo, Paolo Guido e Nicolò Marino.


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