Foro Italico, c'è un cavallo morto|ma la carcassa resterà lì fino a domani - Live Sicilia

Foro Italico, c’è un cavallo morto|ma la carcassa resterà lì fino a domani

Stop. Fine della corsa. L’ultima galoppata di un cavallo nero (foto d’archivio, ndr) finisce sull’asfalto del Foro Italico, all’alba di una caldissima domenica di giugno, di fronte i tavolini all’aperto di una storica gelateria. Percorrendo Foro Umberto I invaso dalle auto, sulla destra accanto al marciapiede si scorge una sagoma scura coperta da una telo di cerata azzurra. All’inizio sembra un uomo, forse l’ennesimo incidente del sabato notte. Ma la massa di quel corpo che giace a terra senza vita non può essere quella di una persona, i peli della coda e della criniera che il telo non è riuscito a coprire, luccicano sotto i raggi del sole riprendendo il nero intensissimo del mantello.

La Polizia municipale l’ha rinvenuto alle 8.00 di questa mattina, accasciato sul fianco sinistro, nient’altro. I vigili, dopo numerosi tentativi sono riusciti a reperire un veterinario della ASL, che si è recato sul posto effettuando i dovuti accertamenti. La carcassa è destinata però a rimanere sull’asfalto del Foro Italico almeno fino a domani, quando riaprirà l’Assessorato Igiene e Sanità, come impone la nuova procedura. Non è più l’Amia infatti a occuparsi dello smaltimento delle carcasse animali, ma gli uffici dell’Assessorato, a cui spetta l’onere di volta in volta, di nominare un’azienda privata per lo svolgimento di tale mansione. Bisognerà aspettare domani anche per l’esito delle analisi cliniche, per valutare se nel sangue vi fossero tracce di droghe e dopanti, anche se non si fa molta fatica a vedere l’immagine di una corsa clandestina.

Negli ultimi mesi è infatti il terzo caso, dopo il ritrovamento di un cavallo morto in via Ernesto Basile con la gola tagliata, di fronte l’università, e un altro ritrovato a pezzi dentro buste di plastica all’interno di un cassonetto dei rifiuto all’Albergheria. Gli orari e i giorni coincidono: notti fra sabato e domenica, è in questi spazi di tempo protetti dal buio pesto e dalle strade poco trafficate che si disputano maggiormente le corse clandestine, uno scempio pericolosamente in crescita in Sicilia, che prevede una concatenazione di reati che vanno dal maltrattamento continuato, doping, uccisione violenta, alla macellazione e distribuzione clandestina. Dietro naturalmente, la regia della mafia che perdendo gradualmente la sua fonte primaria di guadagno del racket e delle estorsioni, si accanisce sugli animali, alimentando un remunerativo mercato di scommesse che, secondo i dati di Gea Press, l’agenzia di stampa che si occupa di maltrattamenti agli animali, vanno da 30 a 100 euro a persona. Considerando che ogni corsa viene seguita da almeno 200 individui, si parla di un affare globale di più di un miliardo di euro l’anno. È “business”,soldi, sempre e solo una questione di soldi, unica parola comprensibile e attraente per i membri di queste associazioni criminali.

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