Gesip, finché c'è vita c'è speranza | Da Roma arrivano 45 milioni - Live Sicilia

Gesip, finché c’è vita c’è speranza | Da Roma arrivano 45 milioni

Il contributo
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Non è il tanto annunciato piano salva-Gesip, ma lo stanziamento di 45 milioni di euro approvato ieri dal Consiglio dei ministri è una boccata d’ossigeno per l’azienda e l’amministrazione comunale. Il sindaco Diego Cammarata, a Roma da lunedì per seguire la vicenda, esprime piena soddisfazione appresa la notizia dell’avvenuto stanziamento: “E’ stato dato mandato al ministro del Welfare Maurizio Sacconi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta di predisporre lo strumento tecnico per far giungere a Palermo i 45 milioni”.

Il contributo straordinario, che in quanto tale non dovrà essere restituito, verrà attinto dai fondi Fas e non dovrà passare dal Parlamento per accorciare i tempi: la speranza del primo cittadino è che arrivi prima del 16 luglio, giorno in cui scadrà la seconda proroga per l’azienda. “L’aiuto che ci arriva – precisa il sindaco – è la dimostrazione di come il governo tenga in considerazione la nostra città e stia adoperandosi in tutti i modi per agevolare la sua uscita dalle criticità”. Lo stanziamento permetterà di prorogare il contratto di servizio fino a maggio 2012, praticamente fino alle prossime elezioni. Un salvagente per Cammarata, che potrà così passare serenamente i suoi ultimi mesi alla guida della città, e per il centrodestra che arriverà alle prossime consultazioni senza lo spettro di un fallimento della Gesip. Del piano che sarebbe dovuto uscire dal tavolo interministeriale, però, nessuna notizia, anche perché comporterebbe blocchi del turn over, tagli alle spese e blocco dei contratti dei comunali, provvedimenti che potrebbero rivelarsi micidiali con le urne alle porte.

La decisione del governo non lascia tutti soddisfatti. “Non volevo credere a quello che ho letto stamattina sui giornali, forse fanno bene i miei colleghi che mettono a soqquadro la città rispetto a chi invece continua ad avere un po’ di fiducia nelle istituzioni”, dichiara Piero Giannotta, sindacalista Cisal all’interno della Gesip. “Ci aspettavamo un riordino completo delle partecipate, e invece sono arrivati solo 45 milioni che – continua Giannotta – possono mantenere in vita la Gesip solo per altri nove mesi, giusto in tempo per arrivare alle elezioni. Licenziare duemila dipendenti adesso significava spendere novanta milioni che avrebbero portato il comune di Palermo al commissariamento. Perché prolungare l’agonia di duemila famiglie? Tra nove mesi tutto sarà come prima. Questa operazione non salva la Gesip, serve solo a salvare il sindaco Cammarata”.

Dello stesso avviso Vincenzo Carauna della Cgil: “Siamo molto delusi, si parlava di un piano strutturale fino all’altro ieri e invece si ritroviamo solo con un aiuto. Siamo molto scontenti, il problema non è stato risolto, verrà solo rinviato al prossimo anno. Si continui sul percorso attivato a Roma presso il tavolo interministeriale, ragionando su un piano di riorganizzazione delle società partecipate”. Per Pietro La Torre, segretario generale della Uiltucs Sicilia, “l’intervento è positivo anche se non risolutivo, perché ci dà il tempo di cercare con tranquillità una soluzione strutturale. Noi non conosciamo ancora il piano, spero si approfitti di questi mesi per coinvolgere i sindacati. Il piano non salva Cammarata, semmai lo affossa perché arriveremo alle elezioni con la proroga scaduta. Ma anche le opposizioni hanno le loro responsabilità: prevale la logica dello scontro politico a discapito della città”.

Nunzio Moschetti, presidente della commissione consiliare Aziende ed esponente del Pdl, tranquillizza i lavoratori: “E’ certamente un fatto positivo che aiuta il comune a superare questo momento di difficoltà, ma non è definitivo per il riordino di tutte le aziende. Lo stanziamento però ci permetterà di dialogare con serenità con il governo nazionale e regionale sul riassetto complessivo. Stiano tranquilli i lavoratori”. “La tempistica dei nove mesi porta dritti al voto per Palermo: la montagna ha partorito un topolino”, commenta il consigliere comunale del Pd Ninni Terminelli.  “E’ solo una soluzione tampone, anche se prolungata nel tempo. Ieri abbiamo espresso le nostre opinioni in buona fede e al servizio della città, ma siamo dovuti uscire scortati dalla polizia. Si stava compiendo un raggiro sconcertante verso il consiglio comunale, visto che volevano approvare la delibera Tarsu malgrado ci fosse in atto l’approvazione del decreto”.

Roberto Immesi


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