Gli affari dei nuovi corleonesi - Live Sicilia

Gli affari dei nuovi corleonesi

Le intercettazioni
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C’e un’impresa, la Alizoo Torre dei Fiori, specializzata nella produzione di  mangimi, allevamento e macellazione bestiame; e c’e’ un titolare, Salvatore Romeo, finito nella morsa del racket dei nuovi corleonesi. Trentamila euro la somma che Salvatore Mario Grizzaffi aveva deciso, sul finire del 2005, di imporre come pizzo. Grizzaffi si era mosso in autonomia, ma nell’interesse della famiglia di Corleone, e alla fine aveva ottenuto il via ibera di Bernardo Provenzano. La conferma arriva dal pizzino con cui il padrino corleonese rispondeva a Nino Rotolo, capomafia di Paglarelli. E’ datato gennaio-aprile 2006 e Provenzano insisteva affinché venisse pagata la somma originariamente pattuita. “Allora ciò detto non meno di 30 per regolarmi, come vi siete regolato voi, non è per soldi, o farci un’affronto”. Salvatore Romeo tenterà di ottenere uno sconto, rivolgendosi all’amico Pietro Badagliacca, chiedendogli di scendere a quota 25.000 euro. Ma l’organizzazione mafiosa versa in profondo stato di bisogno, non c’e spazio per le trattative. Il pagamento deve arrivare prima di Pasqua.

L’informativa del Ros del 16 dicembre 2009 evidenziava un interessante colloquio registrato il 24 giugno 2008 nella Casa circondariale di Termini Imerese tra Francesco Grizzaffi (già condannato per l’estorsione del
mangimificio) e sua moglie, Anna Lucia Maniscalco. Nel corso del dialogo, la donna, informava il marito che la cognata Gaetana Anna Spadafora (moglie di Mario Salvatore Grizzaffi) e probabilmente il figlio di Toto Riina, si erano appropriati delle somme estorte a Romeo senza dividerle con tutti gli altri  familiari. Lucia: “dice che questi… Sono tutte cose sue… E dice che se li doveva prendere lei… E voleva questi soldi… eh… (inc. a bassissima voce) noialtri… se li è presi e se li è messi in tasca…” – poi continua “Se li è presi e non ha dato niente a nessuno… dice che erano suoi… tuo cugino è uscito… dice no… quelli sono i nostri… Se li sono divisi lui e lei…. Giuseppe così mi ha detto… si sono presi meta’ l’uno”.

Sembra inoltre che la mafia nutrisse un interesse per la Alizoo che non si limitava alla messa a posto, ma che vi esercitasse un’influenza diretta, che andava dalla designazione dei fornitori, all’assunzione del personale: dal
2007  al 2008 Alessandro Correnti prestò servizio nella ditta. C’e un fatto: la società di Romeo si trova posizionata in una zona che formalmente ricade nel territorio di Monreale, ma che in realtà risulta vicina al territorio di Corleone, essendo ubicata al km 44 sulla strada provinciale San Cipirello – Corleone. Vi sono  stati disquisizioni e scontri in Cosa Nostra sulla gestione di un’attivita al crocevia. L’11 gennaio 2010 Nicolò Romeo, fratello e socio di Salvatore, viene assassinato. I carabinieri di Monreale il 14 gennaio 2010, intercetteranno una conversazione telefonica tra Salvatore Romeo e un suo conoscente, Angelo Bellini, il quale lo aveva chiamato per porgergli le condoglianze:
Bellini: “Buongiorno, niente ho saputo ieri sera…”Romeo: “Purtroppo siamo a Palermo e quindi lei capisce il motivo per cui… Perché non gli basta che un cristiano va a pagare, ma deve sapere a chi… secondo me…. poi certo prove, prove non ne abbiamo”.

Un delitto che nemmeno Alessandro Correnti e Gaetano Riina riuscivano a spiegarsi. Due mesi dopo l’omicidio, veniva registrata una loro conversazione. In particolare, Riina lasciava intendere che seppure adottando tutte le cautele necessarie aveva cercato di acquisire notizie sul delitto e su chi avesse dato il permesso di compierlo. L’agguato aveva comunque creato imbarazzo nella famiglia di Corleone. Romeo pagava il pizzo e, dunque, andava protetto.


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