Formazione, tutti in piazza - Live Sicilia

Formazione, tutti in piazza

Lo sciopero del settore
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Un tavolo di crisi per la gestione dell’emergenza, l’attivazione del fondo di garanzia e degli ammortizzatori sociali (compresi quelli in deroga) e, soprattutto, i 60 milioni “entro luglio” promessi dal governo per il Prof 2011. Sono queste le richieste che Cgil, Cisl e Uil presenteranno al presidente Raffaele Lombardo in occasione dello sciopero generale della Formazione professionale siciliana proclamato dalle sigle sindacali per oggi  in piazza Indipendenza, di fronte a Palazzo d’Orleans.
Un “pacchetto di proposte”, si legge nel documento dei confederati, per risolvere una crisi divenuta quasi insostenibile. Da mesi, infatti, i lavoratori della Formazione non ricevono stipendi. E i corsi del 2011 non sono ancora partiti, mentre si rincorrono le voci sul prossimo Prof che dovrà “fondarsi” interamente sui soldi del Fondo sociale europeo.

Insomma, la Formazione è nel caos, e i sindacati non lesinano attacchi al governo regionale: “I lavoratori siciliani della formazione – si legge nel documento firmato da Cgil Cisl e Uil – non devono continuare a pagare gli effetti degli errori del governo regionale”. I sindacati, poi, denunciano “l’assenza di capacità di programmazione”; la superficialità e l’approssimazione che hanno caratterizzato il governo dell’intero sistema formativo”. Ma non risparmiano anche i gestori degli enti di Formazioni, che “non hanno gestito con equilibro, le attività”. La “rottura” tra governo e sindacati s’era palesata già un mese fa, quando sia la Cisl che la Uil hanno annunciato, seppur in forme diverse, la volontà di abbandonare il controllo degli enti storici (rispettivamente lo Ial e l’Enfap), passo compiuto già dalla Cgil che da tempo ha mollato il controllo dell’Ecap.
Sono mutati i tempi rispetto alla metà di aprile, quando Cgil e Cisl firmavano con l’assessore Centorrino l’accordo quadro sulla Formazione. Un accordo che sarebbe stato “tradito”. “Il governo ci ha voltato le spalle”, diceva infatti poche settimane dopo il segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava, mentre gli faceva eco il “collega” della Uil Claudio Barone che lanciava il grido d’allarme: “Rischiamo troppi morti sul campo di battaglia”.

Ma la battaglia adesso si è trasferita sulle strade, dove si attende la presenza massiccia di migliaia di lavoratori. Tra questi, quelli del Cefop, unico ente del tutto “tagliato fuori” dal Prof (altri due, la Fondazione Cas e Sicilform sono “congelati”), che hanno anche inviato una lettera aperta al presidente della Regione “Da tredici mesi – scrivono – non ci viene corrisposta la retribuzione mensile e sopravvivere è divenuta già da tempo un’ardua impresa”.
E la situazione dei lavoratori del Cefop sarà al centro della protesta e probabilmente verrà sottoposta nuovamente al presidente della Regione Lombardo. Ma dai sindacati arriveranno anche proposte per la riforma del settore: “Per questo occorrono, specialmente, – si legge nella nota – l’albo unico dei lavoratori del settore e la riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori in esubero. Ma anche che la programmazione delle attività sia triennale; e che il nuovo sistema di accreditamento degli enti sia fondato sul rispetto della legislazione vigente e di parametri oggettivi. Tra questi il Durc, il contratto nazionale di lavoro, l’applicazione della legislazione del lavoro, la certificazione di qualità, la rendicontazione degli anni precedenti, la regolare tenuta del bilancio d’esercizio”. I manifestanti protesteranno davanti a Palazzo d’Orleans fino alle 15 di domani.

(Nella foto d’archivio, una manifestazione della Formazione)


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