Dissensi e divisioni in via D'Amelio: | "Dove sono i palermitani?" - Live Sicilia

Dissensi e divisioni in via D’Amelio: | “Dove sono i palermitani?”

La commemorazione
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“Al netto delle navi che vengono dal Nord con gli studenti, qui, oggi ci sono le stesse persone che ci sono alla commemorazione della strage di Capaci”. Via D’Amelio, 19 luglio 2011, nel budello dove persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, ci sono un paio di centinaia di persone. Alcuni hanno visi annoiati, dicono “la gente non viene, è stufa: delle passerelle, delle parole e dell’assenza di fatti. Speriamo che chi sia rimasto a casa, conservi comunque il ricordo di questa giornata”. Quello che non si sente, nel budello di via D’Amelio, è l’accento siciliano. Il grande assente. Tutt’intorno è un misto di varianti linguistiche “nordiche” e dal palco un ragazzo con inflessione bolognese coordina i diversi interventi. Dice ciò che tutti i partecipanti vorrebbero sentire ma qualcuno storce il naso: “Possibile che nessuno a Palermo abbia saputo organizzare questa manifestazione?”. Perché quella di questo pomeriggio è “una” manifestazione, non “la” manifestazione. E in molti si chiedono perché il ricordo di Paolo Borsellino debba dividere.

Anche nello stesso, stretto, budello di via D’Amelio, le personalità pubbliche si dividono. Da una parte arrivano i pm di Palermo, dall’altra Piero Grasso, procuratore nazionale Antimafia. Un politico appoggiato a un muretto critica la sua presenza. Dice Sonia Alfano: “Come è stato interdetto l’ingresso ai politici che non vogliono far venire alla luce le verità su questa strage – dice – anche a lui non dovrebbe essere consentito di entrare, visto che ha attaccato i suoi colleghi palermitani”. Ma ce n’è anche per i politici come Leoluca Orlando, “mai visto partecipare a questa manifestazione, si vede che si stanno preparando le elezioni”. E se il portavoce dell’Idv arriva da una parte, dall’altra arriva Beppe Lumia, senatore del Pd. Ultimamente si sono divisi sulla questione legata ai lavoratori del porto di Palermo, a cui è stata negata dal prefetto di Palermo la certificazione antimafia. Forse anche per questo quegli stessi portuali oggi sono qui, nello stretto budello, dove si trovano anche alcuni rappresentanti della Fiom.

Divisioni su divisioni. Come il caso che ha visto protagonista il “popolo della agende rosse”. Quando stamane il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha deposto una corona sul portone, loro l’hanno subito capovolta. Ma forte è stato il rimprovero di una familiare di Paolo Borsellino, secondo cui prima vengono le istituzioni, poi gli uomini. Forse l’unica lezione di cui si dovrebbe tener conto oggi.


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