Cantieri, fiaccole e solidarietà: | "Adesso non abbandonateci" - Live Sicilia

Cantieri, fiaccole e solidarietà: | “Adesso non abbandonateci”

Nino Clemente, delegato della Fim Palermo, era sulla gru di Fincantieri (nella foto)  il 19 luglio scorso, per rivendicare con un atto estremo il suo diritto al lavoro. Stremato dai lunghi giorni di protesta, spossato per la fame e la sete, ha avuto un malore. Niente di grave, a parte la paura – ci racconta- e ieri ha partecipato alla fiaccolata di solidarietà nei confronti della vertenza dei cantieri navali palermitani, organizzata dalle parrocchie del quartiere Acquasanta e dalle borgate adiacenti. La situazione adesso sembra, lentamente, migliorare. Ieri erano presenti molti politici, tutte le parti per una volta accomunate, assieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

“La situazione è migliorata ma ancora 239 operai sono in cassa integrazione, – dice a LiveSicilia Nino Clemente – la crisi globale ci ha investiti duramente e il governo centrale ci ha abbandonati”. Quello che serpeggia tra gli operai dell’indotto è un cauto ottimismo, alimentato dalla promessa di nuovi contratti e dalla predisposizione dei bandi per la ristrutturazione dei grossi bacini galleggianti che favoriranno, nelle intenzioni dell’azienda, una maggiore competitività del cantiere all’interno del composito e difficile mercato globale delle grosse commesse. Al contempo si respira preoccupazione e senso di abbandono. “Perché i governanti non concordano con il nostro management il piano d’investimenti internazionali? Soltanto lo Stato può indirizzarci, – continua Clemente – i rapporti internazionali dovrebbero essere favoriti dalla mediazione del Ministero per lo sviluppo economico”.

Quello di Fincantieri rimane l’ultimo grande comparto industriale presente nel palermitano. Gli operai, pur ringraziando tutti quelli che in questi difficili mesi hanno contribuito a fornire conforto alle 520 famiglie dell’indotto, sono determinati e non intendono concepire, per nulla al mondo, il fallimento della “loro” azienda. “Altrimenti – sospira Nino – andiamo tutti a lavorare nei campi”.


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