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Ars, fondi per imprese e Formazione|Riforma delle Asi ko: Venturi si dimette?

Ecco 120 milioni per il credito d'imposta
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Credito d’imposta per le imprese e finanziamenti per la Formazione professionale. Questi gli importanti interventi varati oggi dall’Ars in una seduta d’Aula, l’ultima prima della pausa estiva, assai confusa dove è naufragata la riforma delle Asi, suggerendo all’assessore Venturi una “notte di riflessione” prima di prendere qualsiasi decisione. Insomma, l’assessore starebbe pensando alle dimissioni, ma deciderà “a mente fredda”.

Al di là del “caso Venturi”, l’Aula oggi ha approvato due importanti misure economiche. Il credito d’imposta e il sostegno al settore della Formazione erano inizialmente previsti nella manovra di assestamento, ma hanno poi finito per far parte di un ddl frettolosamente approvato prima in commissione Bilancio, quindi in Aula.
L’Ars in apertura di seduta aveva approvato con 43 voti favorevoli e 17 contrari la manovra di assestamento del bilancio presentata in Aula dal governo. Dall’assestamento, complessivamente di circa 1,2 miliardi (di cui solo 550 milioni sono i fondi ‘non vincolati’), sono stati, come detto, stralciati gli emendamenti che riguardavano il credito d’imposta e la Formazione professionale.
Questi emendamenti sono stati quindi “tradotti” in uno specifico disegno di legge (“Interventi urgenti per lo sviluppo imprenditoriale ed il settore della formazione”) presentato da Riccardo Savona e discusso in Commissione bilancio durante una pausa della seduta di oggi all’Ars.
Ma anche in commissione non sono mancati i motivi di dissidio tra maggioranza e opposizione. Il Pdl, infatti, ha sollevato il problema legato all’uso dell’avanzo di bilancio per la copertura dei finanziamenti alla Formazione. “Il commissario dello Stato – ha spiegato il capogruppo Leontini – s’era già espresso in questo senso: se avessimo usato quei soldi per la Formazione avrebbe certamente impugnato il ddl. Non possiamo – ha aggiunto – andare alla pausa estiva con una norma che verrebbe certamente bocciata. Non possiamo prendere in giro la gente”. Il governo ha accettato questi rilievi, rinvenendo le somme da altri capitoli di bilancio.

Il ddl, quindi, è stato varato in tarda sera dal Parlalmento e prevede, come detto, due interventi di grande interesse. Il primo riguarda il credito d’imposta per le imprese, descritto dall’assessore Armao come una vera “boccata d’ossigeno” per l’economia siciliana. Per questo intervento il governo ha stanziato 120 milioni di euro. L’Aula, approvando stasera il testo “ha consentito di guadagnare tempo – ha spiegato l’assessore Armao – così il credito sarà già operativo non più tardi di ottobre”.
“Con questo provvedimento – ha dichiarato il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo – ci siamo fatti carico di finanziare, con risorse regionali, il credito d’imposta per gli investimenti dopo che il governo Berlusconi ne ha negato la copertura con i fondi Fas, penalizzando così le imprese siciliane”.

Gli attesissimi fondi per la Formazione professionale, invece, ammontano a 50 milioni di euro. La somma è il frutto di un emendamento al nuovo ddl, presentato in commissione dal deputato del Pdl Santi Formica.
Ma molti operatori della Formazione ne attendevano di più. Sessanta milioni, infatti, erano stati chiesti dalle parti sociali, e tanti ne erano stati promessi dal presidente della Regione Lombardo e dall’assessore Centorrino. E questo argomento è stato sollevato in aula da Titti Bufardeci: “Servivano 60 milioni. Non vorrei che oggi stiamo votando l’ennesimo intervento parziale che ci costringerà, magari in autunno, a tornare ad affrontare questa materia”. “I nostri conti – ha spiegato Baldo Gucciardi del Pd – ci dicono che 50 milioni bastano per far partire i corsi. Sono finiti i tempi in cui dieci milioni in più o in meno non facevano tanta differenza”. “L’assessore Centorrino – ha confermato il presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona – ci ha assicurato che 50 milioni sono sufficienti”. Conteggi confermati in Aula dallo stesso assessore Centorrino.
Dello stesso avviso è il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici che è anche tornato sui fatti di ieri, che hanno visto il governo andare sotto due volte nella discussione sulla riforma delle Asi: “Non si può negare – ha detto Cracolici – che c’è un problema politico. Un problema che non credo sia legato alla specifica legge sulle Asi”.

Ma il problema, puntuale, s’è ripresentato. L’Aula, ripartita dalla votazione dell’articolo 23, s’è arenata nuovamente. Il governo è andato sotto per due volte, dopo voti a scrutinio segreto. Il primo, riguardante un emendamento presentato dall’opposizione (30 i favorevoli e 26 i contrari) che di fatto abrogava l’articolo 33. A quel punto, vista l’importanza dell’articolo nella struttura complessiva della legge (riguardava gli insediamenti produttivi nelle Asi), il capogruppo del Pd ha chiesto il ritorno della norma in seconda commissione, richiesta poi ritirata “ho riletto l’articolo – ha detto Cracolici – in fondo, si tratta solo di procedure di snellimento”. Si è così ripartiti, facendo finta di nulla.
Ma nella votazione dell’articolo successivo, il film si è ripetuto. Governo di nuovo sotto. Stavolta sulla votazione finale dell’articolo 34 “Disposizioni finali”. E davvero di fine a quel punto si può parlare. Dopo l’ennesima pausa, chiesta dal presidente dell’Ars Cascio, infatti, l’assessore Venturi ha lasciato l’Aula, chiaramente deluso. Venturi, stando a fonti a lui vicine, si sarebbe preso un “notte di riflessione” e avrebbe rimandato a domani, “a mente fredda” qualsiasi decisione, dopo aver sentito i propri “referenti”.
L’opposizione, ovviamente, ha attaccato: “Quello che è successo oggi – ha detto Titti Bufardeci – dimostra lo scollamento della maggioranza”. Naufraga così, tra l’ostruzionismo dell’opposizione e i sospetti della maggioranza, la riforma che avrebbe dovuto portare alla “chiusura” delle undici Asi e alla creazione di un unico istituto regionale.


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