Tagli, ecco cosa accadrà nell'Isola - Live Sicilia

Tagli, ecco cosa accadrà nell’Isola

gli effetti della manovra
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Crisi e tagli sono le due parole che hanno accompagnato la lunga estate 2011. La spesa è al collasso e si stringe la cinghia. Ma quali sono le ripercussioni della manovra nell’Isola? Il patto di stabilità è il nodo attorno al quale le alte sfere della burocrazia regionale si trovano a fare i conti. Per rimanere all’interno del patto un ufficio non deve sforare il proprio budget, ad esempio la soglia dei 619 milioni di euro? Come fare se quello stesso ufficio già a luglio aveva speso 500 milioni? È il caso emblematico del dipartimento Infrastrutture, diretto da Vincenzo Falgares, che ha disposto la manovra di restringimento della spesa per tutto ciò che attiene alla sua amministrazione. E si tratta soltanto di uno degli effetti generati dal patto di stabilità concordato con lo Stato. L’ultima tranche dei trasferimenti alle aziende di trasporto pubblico, ad esempio, incideva di parecchi milioni.

Anche a livello europeo ci potrebbero essere delle ripercussioni: il cofinanziamento del Por rientra tra le voci che determinano il limite dell’esborso e questo potrebbe mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’UE. I dirigenti generali, dal canto loro, cercano di correre ai ripari: Marco Salerno, Beni Culturali, pensa che dare l’imprimatur ai pagamenti del programma possa creare problemi di vario tipo. “Il mio dipartimento ha a disposizione soltanto il 10% delle risorse”, dice. Salerno propone, come alternativa al problema, il ritardo in altre aree dell’amministrazione per sopportare l’eccesso di spesa in altri dipartimenti.

Sarà adesso l’assessorato all’Economia che dovrà decidere in quali settori ridurre le uscite per sopperire all’eccesso riscontrato nella fornitura di beni e servizi che si è cercato di risolvere con la manovra del 6 agosto. Intanto, il presidente dell’Anci, Osvaldo Napoli, preannuncia l’eventualità di un aumento delle imposte. A Palermo, l’ufficio della Ragioneria sta cercando una soluzione ma più voci affermano che non si sa proprio dove andare a tagliare.

A Messina, il sindaco Giuseppe Buzzanca, Pdl , propone l’istituzione di un “economy manager” per evitare che in futuro si possano verificare altre emergenze. L’idea sarebbe quella di razionalizzare le spese sottoponendo gli enti ad un controllo trimestrale dell’esborso.

A Catania, la situazione più delicata, il sindaco Stancanelli negli ultimi tre anni ha tagliato tutto quello che si poteva: auto blu eliminate, pensionamenti ridimensionati e tre partecipate messe in liquidazione. Per la città etnea, la previsione è di 10 milioni di euro in meno. A Cefalù, invece, si profila il ripristino della tassa di soggiorno: il ticket potrebbe ammontare anche a 2 euro al giorno.

Nella manovra della Giunta emerge anche una riduzione dei contributi per i traghetti e gli aliscafi per le isole minori. Il sindaco di Lipari, Mariano Bruno, si dichiara pronto a gesti di protesta così come il primo cittadino di Ustica, Aldo Messina.

Falgares getta acqua sul fuoco parlando di “ipotesi ancora lontane”. A Lampedusa, Bernardino De Rubeis ironizza sui tagli effettuati sul trasporto aereo dicendo che per garantire gli spostamenti “basterebbe usare le stesse navi che vengono messe a disposizione degli immigrati”.


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