Pioli, il gentiluomo ombra - Live Sicilia

Pioli, il gentiluomo ombra

Giocavamo a Subbuteo, da infanti. L'avversario, che organizzava i pupetti della Juve (un maledetto strisciato), pensò a una sostituzione: "Faccio entrare Pioli". Scusa, Pioli chi? Siamo probabilmente al congedo, ai titoli di coda. Pioli chi? Quello che - salvo clamorosi rovesci dell'ultima ora, con Zamparini non si può mai dire - non sarà più l'allenatore del Palermo. [...]

Giocavamo a Subbuteo, da infanti. L’avversario, che organizzava i pupetti della Juve (un maledetto strisciato), pensò a una sostituzione: “Faccio entrare Pioli”. Scusa, Pioli chi? Siamo probabilmente al congedo, ai titoli di coda. Pioli chi? Quello che – salvo clamorosi rovesci dell’ultima ora, con Zamparini non si può mai dire – non sarà più l’allenatore del Palermo. E, in effetti, il sospetto che il suo destino fosse incanalato nella traiettoria del noto finale aveva solleticato pensieri neri con la consacrazione presidenziale: “Resterà a lungo”. Di solito, quando (metaforicamente) Zampa accarezza una testa di mister, sta già affilando la lama che la reciderà.

Il giovanile aneddoto subbuteano serve a tratteggiare il destino del nostro: un galantuomo ingiustamente nell’ombra. Copiamo da wiki: “L’esordio in bianconero è datato 22 agosto 1984 in Juventus-Palermo (6-0) di Coppa Italia (…) Il 6 novembre 1994, in Fiorentina-Bari (2-0) della nona giornata di campionato, viene colpito in maniera fortuita subendo un arresto cardio-respiratorio: portato all’ospedale, viene dimesso dopo pochi giorni. In tutta la carriera ha subito diversi infortuni gravi: quattro fratture al metatarso, di cui l’ultima che ha necessitato di un trapianto osseo, una frattura alla spalla ed infortuni ai legamenti di un ginocchio”.

Il cortese Stefano, mai un capello o un avverbio fuori posto, è un alacre soldatino che si è abbondantemente temprato con l’acciaio della sfiga. Ha sempre saputo risalire. Siamo sicuri che, all’atto formale dell’addio – se ci sarà – non sputerà fuoco e fiamme dalle narici, come capitò a Walter Zenga. Ripiegherà le sue cosucce in un lembo di nostalgia e le conserverà in uno zaino, pronto a ripartire. Pioli sta pagando per colpe sue. Non ha dato un gioco intellegibile ai rosa. Ha sacrificato la difesa a quattro, per correre appresso a una sciagurata moda tecnica. E ha fatto marcia indietro per pressione altrui, non per consapevolezza intima. Insomma, non ha convinto lo spogliatoio, né il pubblico, né il suo mentore. E’ pure vero che il presidente che lo caccerà – inevitabilmente, prima o poi – gli ha presentato una rosa che era la copia sbiadita dell’armata dell’anno scorso, depotenziata e senza barlumi di classe, eccetto il vetusto Miccoli.
Lo hanno incontrato a Mondello di recente Stefano Pioli. Mangiava con gusto un panino con le panelle. Almeno, c’è riuscito. Quando Zamparini giura che ti terrà per quattro anni, è cara grazia se ti resta il tempo di addentare un panino.


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