"In caso di primarie|sarei il più votato" - Live Sicilia

“In caso di primarie|sarei il più votato”

musotto e la candidatura a sindaco
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Primarie fortissimamente primarie, si rimpingua la schiera di chi invoca la consultazione popolare di coalizione. Ad invocarla, all’alba dell’inaugurazione della campagna elettorale è il capogruppo dell’Mpa all’Ars, Francesco Musotto, “perché mai come oggi è necessario conoscere il parere dei cittadini”. La trasparenza, anche nei processi decisionali delle scelte partitiche, sopra ogni cosa. “Ritengo che siano stati fatti troppi nomi e troppo in fretta. Non sarà una battaglia facile e sarà ancora più ardua se non si terrà conto della gente, di quello che vuole”.

Finora, secondo Musotto, sono stati fatti dei nomi che non conosco bene la “pancia” di Palermo, la sua anima e le sue esigenze – giusto per fare un gioco di parole – primarie. “Troppi discorsi da accademia, troppe frasi gettate lì giusto per alzare il polverone, Palermo merita di più. Alcuni candidati non sono neppure palermitani, la gente non li conosce fino in fondo”.

L’unico modo per esprimere un candidato forte, quindi, sarebbe quello di ricorrere alle primarie? “Assolutamente sì, è l’unico anello di congiunzione che può fare da collante tra l’elettorato e l’espressione di una figura forte in grado di catalizzare i consensi”.

L’ultima volta che ha corso per lo scranno di Palazzo Comitini non ha fatto affiggere i manifesti di prammatica in giro per la città: all’epoca dichiarò che i palermitani la conoscevano così bene che non ce n’era bisogno: “Esatto, i cittadini hanno il diritto di pronunciarsi e dire la loro. Vorrei che la mia candidatura fosse espressa dal consenso popolare e non imposta dall’alto. Io vado in giro per la città, nei mercati rionali, nei quartieri più poveri, alla ricerca del confronto”.

Si è fatto il nome del rettore Lagalla. “Potrebbe essere una buona candidatura, perché affermare il contrario, ma non credo che Angelino Alfano possa puntare su un rettore facente funzioni. Non si è mai vista una cosa del genere. Occorre maggiore prudenza anche nelle dichiarazioni pubbliche, si sta già creando una vetrina esasperata per una campagna elettorale che, a mio avviso, non doveva partire prima di febbraio. Non si può amministrare secondo schemi e teoremi”.

Di Orlando, Chinnici e Ingroia cosa ne pensa? “Voglio chiarire fin da subito che i nomi che sono stati fatti sono per me tutti validi ma il punto è un altro: chi tra noi conosce meglio la realtà palermitana? Questo può dirlo soltanto la gente. Ingroia è un bravissimo pubblico ministero così come Orlando e Chinnici hanno tutte le carte in regola per ambire alla poltrona di primo cittadino. Le logiche di partito, però, porteranno ad un nulla di fatto, ci vuole il confronto pubblico. Condivido le loro ambizioni, per carità, ma le candidature blindate serviranno a poco: la polarizzazione ideologica si assottiglia sempre di più, l’elettorato è ormai svincolato da certi meccanismi e invoca risultati e concretezza”.


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