Palermo violenta, ancora una rapina - Live Sicilia

Palermo violenta, ancora una rapina

Il colpo alla gioielleria
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La paura corre per le strade. Un’altra rapina violenta nel giro di poche settimane. Stavolta la vittima è il titolare di una gioielleria di corso Domenico Scinà, nel cuore del Borgo Vecchio. Sabato pomeriggio due giovani, travestiti da fattorini di una nota ditta di trasporti, si sono introdotti nella gioielleria “Ingrassia gioielli” e, armati, hanno minacciato il titolare. L’uomo, 48 anni, ha però reagito: ne è nata una colluttazione e il gioielliere è stato colpito alla testa con il calcio di una pistola.

I due malviventi sono fuggiti senza portare via nulla. Il commerciante, invece, è ricoverato al Policlinico ma le sue condizioni non vengono ritenute gravi. La Polizia ha dato il via alle indagini. Il 6 settembre, un’altra rapina finita ancora peggio in un centro scommesse in via San Raffaele Arcangelo, al Villaggio Santa Rosalia. Due banditi hanno fatto irruzione e dopo aver arraffato tutto quello che potevano hanno malmenato i due addetto alle pulizie, un uomo e una donna di 39 e 19 anni. L’impiegato si è difeso e da vittima è diventato carnefice, uccidendo un rapinatore a colpi di estintore. Per lui, poi, l’accusa di omicidio volontario. Il motivo di questa violenza spropositata non ha ancora un perchè, cosa spinga ultimamente i rapinatori ad eccedere con le maniere forti non è chiaro. Cani sciolti? Gente poco “professionale” che si fa prendere facilmente la mano? Imprenditori che si ribellano al pizzo e per questo vengono puniti? Interrogativi che, adesso, non possono avere risposta.

Ore 11 in corso Scinà: saracinesche abbassate, poca gente in giro, è il giorno di chiusura dei negozi. Tra i negozianti soltanto un edicolante, il titolare di un bar e di un panificio: nessuno ha visto o sentito niente.
È sempre al stessa storia, al Borgo, al Villaggio Santa Rosalia e in qualunque altra parte della città ad alta densità mafiosa, zone in cui il controllo del racket è radicato e capillare. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e delle associazioni la strada è ancora in salita. Questa volta hanno usato un travestimento, di sicuro il punto vendita era tenuto d’occhio da tempo.

È difficile avvicinare qualcuno nel quartiere, nessuno ammette di essere della zona, i pochi negozianti aperti di lunedì mattina di parlare non ne vogliono proprio sapere. “Siamo qui per fare i nostro lavoro – dicono – di tutto il resto non ci importa”. “Sono cose che possono capitare – dice qualcun altro – e il rione non c’entra niente. Lo scriva questo, siamo stufi di essere chiamati sempre in causa ogni volta che succede qualcosa di brutto. Qui c’è gente che lavora e non tutto quello che accade è colpa del racket. Se questa gioielleria si fosse trovata in un’altra parte di Palermo sarebbe stata presa lo stesso di mira”.
Intanto, gli investigatori sono all’opera per accertare in che modo i banditi si sono introdotti nel punto vendita e come hanno agito.

(Foto d’archivio)


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