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La storia di un appalto milionario

Un appalto milionario affidato senza gara. Il marito della senatrice Anna Finocchiaro (nella foto), Melchiorre Fidelbo,  è indagato per abuso d'ufficio perché avrebbe concorso nella qualità di “istigatore o determinatore” con il dirigente dell'Asp3 Giuseppe Calaciura, militante Mpa, “predisponendo l'atto di convenzione” dell'appalto. (La video-inchiesta di Antonio Condorelli per Sudpress, all'inizio della storia)
Il Pta di Giarre
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Un appalto milionario affidato senza gara. Il marito della senatrice Anna Finocchiaro (nella foto), Melchiorre Fidelbo,  è indagato per abuso d’ufficio perché avrebbe concorso nella qualità di “istigatore o determinatore” con il dirigente dell’Asp3 Giuseppe Calaciura, militante Mpa, “predisponendo l’atto di convenzione” dell’appalto. Indagati anche il direttore amministrativo dell’Asp Giovanni Puglisi e la responsabile del procedimento Elisabetta Caponetto

Difficile credere a uno scherzo del destino guardando la foto dell’inaugurazione del presidio sanitario di Giarre, roccaforte dell’Mpa. A incassare era, senza gara, Melchiorre Fidelbo, marito di Anna Finocchiaro, ginecologo divenuto imprenditore nel settore dei software, con un’azienda creata ad hoc. A inaugurare invece c’erano Massimo Russo e la senatrice capogruppo del Pd. “Un miracolo” avvenuto grazie ad una delibera dell’Asp3 del luglio 2011 che, secondo l’accusa, sarebbe stata redatta “senza previo espletamento di una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”. L’atto “avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Solsamb Srl, amministrata dal marito della senatrice Anna Finocchiaro. Melchiorre Fidelbo, che da amministratore “concorreva nella qualità di determinatore o comunque di istigatore della condotta del Calaciura, del Puglisi e della Caponetto, predisponendo l’atto di convenzione allegato alla delibera”.

Un po’ di storia. Nel 2007 il ministro alla Salute emanava le linee guida ministeriali per i progetti del Piano Sanitario Nazionale. Giusto giusto, un mese dopo, il Consorzio Sanità Digitale presentava il progetto per la cosiddetta “Casa della Salute” di Giarre: costo € 1,2mln. Interessanti le quote del Consorzio: il 5%, è in mano al dipartimento di Anatomia dell’Università di Catania guidato dal professor Salvatore Sciacca; altro 5% spetta all’Azienda Sanitaria 3 di Catania guidata ai tempi dal manager Mpa Antonio Scavone; la Tnet Srl deteneva il 40% e la Solsamb Srl amministrata dal marito di Anna Finocchiaro fa la parte del leone con il 50%.

Interessante anche la struttura della Solsamb Srl, tra i soci ci sono Il dottor Salvatore Sciacchitano e il professor Salvatore Sciacca, che è anche direttore del dipartimento Ingrassia dell’Università di Catania. Per uno scherzo del destino, si ritrova socio di se stesso, visto che il 5% del Consorzio Sanità Digitale appartiene proprio al dipartimento universitario guidato da Sciacca.

LA RIVOLUZIONE DI MASSIMO. Con l’avvento del Governo Lombardo, non servono più “Case della Salute”, ma “Presidi Territoriali di Assistenza”. Cose che impongono una rimodulazione con conseguente lievitazione dei costi: servono 20mila€ per lo studio del territorio, 420mila per il “project management”, 50mila per l’assistenza al progetto hardware ed 1,2milioni per i “software diversi”. Il totale lordo sale a € 1.690.000, esclusi i costi gestionali non previsti, “con un incremento – scrivono adesso gli ispettori della Regione inviati da Massimo Russo – del 17% rispetto al progetto del 2007”. Mentre i costi salgono, avviene un passaggio di consegne: il consiglio di amministrazione del Consorzio Sanità Digitale stabilisce che tutti i proventi saranno attribuiti alla Solsamb Srl. Trascorsi tre anni, non è stata ritenuta opportuna l’indizione di una gara pubblica. E la decisione non ha comunque distolto il professore Salvatore Sciacca dall’interesse scientifico per l’informatizzione del Pta: essendo socio anche del marito di Anna Finocchiaro dopo l’uscita del dipartimento universitario da lui diretto dall’affare, ha continuato al fianco di Fidelbo.

TEMPI AUTONOMISTI. Il 30 luglio 2010 l’Asp 3 guidato dal militante dell’Mpa Giuseppe Calaciura sigla la convenzione con la Solsamb. Dopo poco tempo il Pd entra in giunta con il placet di Anna Finocchiaro, che il successivo 15 novembre inaugura la struttura -informatizzata dal marito- al fianco dell’assessore autonomista, del manager Calaciura e dell’ex ministro Livia Turco. Indimenticabile la protesta dei cittadini di Giarre, visto che da poche settimane era stata chiusa la principale struttura ospedaliera locale. Il grido di battaglia era: “Anna Finocchiaro vergogna…”. “Vergona di che?” rispondeva la senatrice democratica con al fianco il marito vincitore dell’appalto senza gara.

PARLANO GLI ISPETTORI. L’appalto della Solsamb sarebbe stato affidato in violazione del D.lgs 163/2006 e “dei principi di libera concorrenza – si legge nella relazione degli ispettori inviati da Massimo Russo – parità di trattamento, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, nonché quello di pubblicità”. Secondo gli ispettori, l’affare avrebbe “violato il Codice degli appalti” trattandosi di importi di rilevanza comunitaria “e non rientra nei casi di esclusione”. Gli ispettori sono intervenuti anche sul passaggio di consegne tra il Consorzio Sanità Digitale partecipato dalla Solsamb e la stessa Solsamb: “in ordine a ciò – si legge nella relazione – occorre rilevare che tale attribuzione caratterizza la fornitura quale “esternalizzazione” che, come è noto è espressamente vietata dall’art.21 della legge regionale 14 aprile 2009 n.5 che dispone che “è fatto divieto alle aziende del servizio sanitario regionale o agli enti pubblici del settore di affidare mediante appalto di servizi o con consulenze esterne, l’espletamento di funzioni il cui esercizio rientra nelle competenze di uffici o di unità operative aziendali”.

“Sulla base della documentazione acquisita – concludevano gli ispettori – e delle analisi svolte, con riguardo anche agli atti assessoriali propedeutici al procedimento autorizzativo, si ritiene che il provvedimento di affidamento a privati dell’organizzazione ed informatizzazione del PTA, da parte dell’Asp di Catania, evidenzi i profili di illegittimità, come sopra esposti”.


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