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E invece sono troppi | (non dirlo è troppo…)

I dipendenti della Regione siciliana
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Dire che non tutti sono così “utili”, forse è giusto. Affermare che comunque questi lavoratori pretendano dignità, è sacrosanto. Dichiarare che forse, molti di loro, non guadagnino cifre astronomiche, ci può stare. Ma dire che i dipendenti regionali non sono troppi, no. Questo è davvero troppo.

L’assessore alla Funzione pubblica Caterina Chinnici ha snocciolato cifre che dovrebbero in qualche modo rassicurare. Gli impiegati dei vari assessorati “non sono in numero così sproporzionato rispetto ad altre parti d’Italia”.
Secondo l’assessore, ma è convinzione assai diffusa, in verità la Sicilia, sulla scorta della sua autonomia e della conseguente “estensione” delle funzioni a lei deputate rispetto ad altre Regioni (dove maggiore è la presenza dello Stato) ha la necessità di “sfamare” quasi diciottomila dipendenti. E tra questi, oltre duemila dirigenti.

Ora, secondo l’assessore il personale della Regione sarà pure “in linea con le altre regioni”. Ma non si capisce bene con quali regioni si faccia questo confronto. Perché, è sconfortante, ad esempio quello con realtà come la Lombardia che “paga” 3.263 dipendenti, 236 dei quali sono dirigenti.
Ma la Sicilia, ci ricorda giustamente l’assessore Chinnici, espleta compiti e mansioni che altrove sono dello Stato centrale. Retaggi dello Statuto speciale (che, è meglio precisarlo, viene issato come vessillo della sicilianità, quando, ad esempio, si riesuma l’articolo che prevede la creazione dei liberi consorzi di comuni al posto delle Province) che destina alla Sicilia specifiche funzioni, quali quelle relative a “turismo, agricoltura, protezione civile, beni culturali, lavoro e trasporti.

Raccontati così, insomma, i numeri della Sicilia sono ampiamente comprensibili: i dipendenti a tempo indeterminato (dirigenti e non) in servizio negli uffici centrali, sono 5.959 su 17.561 in totale. Della parte restante, ben 10.845 sono dislocati negli uffici periferici. Dove, appunto, si svolgono funzioni altrove gestite dallo Stato.

Eppure, facendo un semplicissimo confronto con una realtà analoga, quei numeri riprendono a vacillare. La Sardegna, come la Sicilia, è una ragione a Statuto speciale. E lo statuto sardo prevede per la Regione la potestà sui seguenti settori: ordinamento degli uffici e degli enti amministrativi della Regione e stato giuridico ed economico del personale; ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni; polizia locale urbana e rurale; agricoltura e foreste; piccole bonifiche e opere di miglioramento agrario e fondiario; lavori pubblici di esclusivo interesse della Regione; edilizia ed urbanistica; trasporti su linee automobilistiche e tramviarie; acque minerali e termali; caccia e pesca; esercizio dei diritti demaniali della Regione sulle acque pubbliche; esercizio dei diritti demaniali e patrimoniali della Regione relativi alle miniere, cave e saline; usi civili; artigianato;  turismo, industria alberghiera; biblioteche e musei di enti locali.

E per fare tutto ciò, di quanti dipendenti si serve la giunta regionale sarda? I numeri, ufficiali, sono forniti dal Formez, citato anche dall’assessore Chinnici riguardo al rilevamento dei dati siciliani. E Formez ci dice che i dipendenti della regione Sardegna sono… 4.548. Di questi, 153 sono i dirigenti. Un quarto dei dipendenti della Regione siciliana. Pur essendo, anche la Sardegna, una regione a Statuto speciale.

E del resto, anche la Corte dei conti, nel suo giudizio di parificazione per l’anno 2010, ha scritto: “La Regione Lombardia, la più popolosa tra le Regioni italiane (i suoi abitanti sono quasi il doppio dei siciliani), a fine 2010, contava 212 dirigenti a tempo indeterminato, più altri 11 a tempo determinato. I dipendenti del comparto, alla stessa data, erano 2.867 a tempo indeterminato, oltre 256 a tempo determinato e 52 in posizione di comando. In Sicilia, quindi, i dirigenti regionali sono all’incirca dieci volte di più della Regione Lombardia, mentre i relativi dipendenti del comparto sono quasi il sestuplo e ciò non può essere giustificato soltanto con riferimento alle maggiori competenze legate alla speciale autonomia della Regione siciliana”.
Insomma, al di là di quello che “si vorrebbe far credere”, anche secondo i magistrati contabili siciliani, il numero dei dipendenti della regione è davvero “sproporzionato”.


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