I camici bianchi contro Russo:| "La Sanità resta in mano alla politica" - Live Sicilia

I camici bianchi contro Russo:| “La Sanità resta in mano alla politica”

Il dossier della Cgil
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550 giorni per una mammografia, 365 per una risonanza magnetica, 350 per una ecografia, 285 se si vuole fare una visita endocrinologica. Sono soltanto alcuni dei numeri snocciolati in un corposo dossier firmato dalla Cgil medici di Catania. Dalla roccaforte politica del governatore piovono critiche durissime alla sanità di Massimo Russo. “Non abbiamo alcuna nostalgia della gestione cuffariana della sanità – dice il sindacato dei camici bianchi – ma esiste una forte contraddizione tra i roboanti annunci di razionalizzazione ed efficienza dell’assessore regionale alla Sanità dopo l’approvazione della riforma e l’attuazione della stessa”.

Al centro delle polemiche, il centro unico di prenotazione (Cup), da cui sono stati tratti i numeri riportati nel dossier, che secondo il j’accuse della Cgil sarebbe “vittima degli egoismi di dirigenti incapaci di essere tali ed attenti soltanto alla cura del proprio orticello o del politico di riferimento. Il risultato di questo sono lunghe file ai pronto soccorso e lunghissime liste d’attesa”.

Il sindacato non lesina le critiche, fino ad annunciare l’ipotesi di una denuncia per interruzione di pubblico servizio: “Il servizio Cup non funziona adeguatamente, a discapito di migliaia di cittadini ammalati. Ecco un classico esempio di cattiva sanità – ha detto il segretario generale della Cgil, Angelo Villari – Stiamo valutando se denunciare alla sanità quella che appare come una interruzione di pubblico servizio. Avevamo grandi attese su questa riforma ma è mancato il ‘secondo passo’, ossia la sanità per i cittadini a partire dall’emergenza urgenza. Il sindacato è anche insoddisfatto sulle modalità di nomina dei manager della sanità che avviene ormai sulla base di appartenenze politiche, mentre continuiamo a credere che debba essere premiata la professionalità”.

Un attacco, anche se più velato, arriva anche a Francesco Poli, già a capo del Cannizzaro di Catania e nominato da Russo commissario dell’Asp di Messina: “Fermo restando che siamo fortemente contrari ai doppi incarichi – continua la Cgil medici – riteniamo che per il dottor Poli, che tanto ha dato alla sanità catanese, sia giunto il momento di ridurre la sua esposizione e di godersi la meritata pensione. Fra l’altro, la sanità catanese non può essere “messinizzata” anche perché, come è noto, la sanità messinese non è stata un esempio virtuoso di buona amministrazione sanitaria”.

Dal sindacato, dure critiche anche a Salvatore Giuffrida, manager “bocciato” all’Asp di Messina e ‘promosso’ a direttore sanitario del Cannizzaro di Catania: “È indecente – accusano – che manager e dirigenti che hanno fallito i loro obiettivi altrove, vengono a gestire la sanità a Catania. Per la Cgil, quanto sopra deve essere chiaro a tutti”.

Ma oltre le critiche, i camici bianchi hanno stilato anche una lista di proposte: “Riteniamo doveroso – scrivono i camici bianchi – con la dovuta cautela, dare un’apertura di credito al nuovo direttore dell’Asp, Sirna, la cui azione va verificata sulla base delle nostre richieste fatte al precedente direttore generale, sia sull’organizzazione, sia in particolare sulla costituzione delle commissioni di invalidità civile che tanti ricorsi e proteste hanno fatto registrare negli ultimi mesi. Tale verifica va effettuata in tempi stretti per risolvere i problemi in maniera definitiva e con assoluta urgenza”.


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