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Siamo tutti candidati

E infine un sindaco arriverà e, ci auguriamo tutti, sarà il migliore possibile.

Dal magazine "S"
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2 min di lettura

E infine un sindaco arriverà e, ci auguriamo tutti, sarà il migliore possibile. Ma facciamo un salto in teatro. Vi assicuro, c’entra. In teatro esiste da duemilacinquecento anni una regola: qualunque spettacolo è composto da due parti, gli attori sul palcoscenico e gli spettatori in platea. Parti entrambe essenziali. E se entrambe saranno in sintonia di qualità ne verrà fuori un bello spettacolo. Sintonia di qualità, dunque.

Torniamo al sindaco ed alla ipotesi che l’eletto sia all’altezza dei problemi, delle soluzioni e, elemento non secondario, delle aspettative di capacità di rappresentare Palermo. Egli sarà colui che agisce sotto i riflettori, come l’attore in palcoscenico. Ma, come in teatro, ciò non basterà. Anche il pubblico dovrà essere in sintonia di qualità, anche i cittadini dovranno essere i migliori possibili. Sì, il tema sembra vecchio ed il suo ritornello, appunto, torna spesso. Appare come una malattia cronica e inguaribile. Ed è quasi comodo ritenerla tale. E’ come una inesauribile discarica delle responsabilità. Alla fine vi si butta tutto dentro: gli amministratori accusano i cittadini e questi ultimi, oltre al solito e a volte meritato “piove governo ladro”, accusano quanti di loro, gli “altri”, rendono invivibile la convivenza civica. In primo piano, ovviamente, pulizia e traffico (elementi che, per molte ragioni, influiscono sull’economia).

Se io fossi il nuovo sindaco di Palermo adotterei una terapia e se fossi, come sono, elettore voterei per il candidato che me la preannunciasse, questa: la formazione, a tappeto, dei cittadini di qualità sia mediante alcuni strumenti di sostegno teorico dell’iniziativa, che soprattutto mediante la pratica quotidiana. Che vuol dire? Vuol dire che tutti cittadini, con una turnazione organizzata e regolamentata, verrebbero coinvolti nella pulizia del loro quartiere e nell’assistenza al servizio di polizia urbana. Sì, vabbè… E chi lo fa? Se fossi il nuovo sindaco adotterei la defiscalizzazione del tributo sulla immondizia a favore di chi si presta e assegnerei al quartiere di provenienza i fondi derivanti dalle accertate violazioni del codice stradale. Detta così, brutalmente, sembra un’utopia, ma se consideriamo che vi sono comuni in cui i cittadini hanno spontaneamente cura del segmento di strada dinanzi alla propria abitazione ed in cui il rispetto delle regole è la regola e la trasgressione è un elemento di emarginazione dalla stima collettiva, allora si può immaginare che, dopo il tempo indispensabile a far ritenere “normale” questa iniziativa, essa potrà iniziare a far parte del nuovo costume di vita dei palermitani.

Insomma, se i candidati a sindaco sono numerosi, i candidati a cittadino di qualità siamo tutti.

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