Tra i due litiganti indovinate chi gode - Live Sicilia

Tra i due litiganti indovinate chi gode

Il punto su Palermo
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Aperture a Lombardo e al Terzo Polo? Macché. Rita Borsellino ha preso carta e penna per ribadire, nero su bianco, che lei del governatore e dei suoi alleati centristi non vuol proprio sentir parlare in queste amministrative. L’eurodeputata chiude il mezzo spiraglio che a tanti era sembrato di intravedere ieri e ribadisce il suo no a patti di ogni sorta con Lombardo e compagni. La pratica si fa più complicata e pare spingere sempre più nella direzione di una candidatura autonoma del Terzo polo anche a Palermo. Il cerchio dei nomi papabili in questi giorni s’è ristretto a quelli di Gaetano Armao e Massimo Russo, con quest’ultimo favorito.

Ma se salta Palermo, salta tutto. I terzopolisti correranno in solitaria quasi dappertutto nei 140 comuni chiamati al voto nella prossima primavera e sfumerà il sogno della grande coalizione in grado di vincere un po’ dappertutto (come ha ribadito con realismo oggi Lombardo secondo il quale un patto tra sinistra e terzo polo eviterebbe persino la gran parte dei ballottaggi). Un sogno, quello della santa alleanza antiberlusconiana, per la verità evocato, e a più riprese, nelle settimane scorse, proprio dai due kingmaker che hanno scelto Rita Borsellino, ossia Pierluigi Bersani e Giuseppe Lupo. Nell’investire la sorella del magistrato ucciso in via D’Amelio, il cui oltranzismo antilombardiano era ben noto da quel dì, i due segretari hanno operato una scelta che inevitabilmente avrà ripercussioni pesanti sulla auspicata creazione di una coalizione politica analoga alla maggioranza che oggi sostiene il governo Lombardo all’Ars. Tutto ciò si ripercuoterà dentro il partito, con i “filolombardiani” sempre più sul piede di guerra.

In un quadro simile, quel che resta del centrodestra dal canto suo continua a temporeggiare, perché se Sparta piange Atene certo non ride. Ride, invece, almeno lo immaginiamo, il terzo incomodo che in ossequio al noto adagio si prepara a godere tra i due litiganti. Perché quando la ferita interna al centrosinistra non sarà più suturabile è difficile immaginare che Leoluca Orlando non tenterà di approfittarne. Sbucando fuori al momento opportuno per ricordare ai palermitani gli anni della sua primavera. E tentando di staccare, magari, tra gli stracci che voleranno in casa Pd, un biglietto per il ballottaggio che potrebbe incoronarlo sindaco per l’ennesima volta.


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