"Ho due bambini che soffrono | Ma non sono un onorevole" - Live Sicilia

“Ho due bambini che soffrono | Ma non sono un onorevole”

Qualche tempo fa abbiamo pubblicato una lettera che ci ha toccato molto. La ripubblichiamo perché riguarda la discussione in atto.
Legge 104. La lettera a cuore aperto
di
4 min di lettura

Il ricorso dei dipendenti della Regione alla legge 104 per i “baby pensionamenti” fa discutere e divide molto tra chi la ritiene un privilegio insopportabile e chi, invece, la considera una norma di civiltà. C’è anche chi, però, invita a riflettere qualche secondo in più. A pensare che, abolendola, si rischia di non fare differenze tra chi effettivamente ha esigenze gravi e chi abusa di un diritto. E’ il caso di questo dirigente regionale che ha deciso di inviare una lettera al presidente Lombardo e all’assessore Chinnici. Lettera alla quale non ha ricevuto risposta. Così, ha deciso di chiedere a noi di pubblicarla. E di far conoscere, così, la storia di chi “purtroppo” potrebbe godere di questo privilegio. Di chi “non ha nessuna voglia di andare subito in pensione”. Di chi “ha due bellissimi bambini”, ma teme di “non poter assicurare loro l’assistenza di cui hanno bisogno”, nel caso in cui, la discussissima norma che consente i pensionamenti attraverso la “104” venisse davvero abolita.

Il sottoscritto C.S., dipendente della Regione Siciliana e in servizio presso il Dipartimento di Bruxelles e degli Affari Extra regionali con sede a Roma, avendo appreso dai giornali che le SS.LL. ognuno per la Loro competenza vogliono annullare il beneficio ai dipendenti di poter andare in pensione anticipata con la cosi detta l.104, essendo, purtroppo, tra quelli che farebbero volentieri a meno di questo ” beneficio “ rappresenta alle SS.LL. quanto segue:
Sono genitore di due bellissimi bambini di 15 e16 anni che purtroppo a differenza di tanti altri bambini, sono figli di un genitore che ha un privilegio, il privilegio di poter andare in pensione prima.

Questo “ privilegio “ di cui potrei godere io, i miei due bellissimi bambini lo pagano con un prezzo molto alto, quello di soffrire di una patologia grave e permanente, patologia che  rientra  tra quelle previste dall’art.3 comma 3 della legge 104.
Il Parlamento Regionale, con grande senso di civiltà, con legge, ha dato  a quei poveri infelici affetti da una di queste invalidità gravi e permanenti, la possibilità di essere accuditi con costanza e per tutta la durata della vita da un familiare sia esso genitore, coniuge o figlio.
Vero è che fatta la legge nasce l’inganno, ma è pur vero però che, per colpa di qualcuno che ha abusato, non è giusto che a pagare il prezzo siano tutti quelli che, come nel mio caso, abolire questa possibilità di poter andare in pensione per accudire i miei bellissimi bambini  (nel momento in cui la situazione dovesse ancora peggiorare ), significherebbe veramente una ingiustizia, ingiustizia nei confronti di chi ha veramente di bisogno.

Nella sfortuna, ancora oggi grazie, alla sensibilità del Parlamento Regionale dell’epoca, possiamo pure dire di essere fortunati nell’avere un simile privilegio senza capire però il dramma che si vive in famiglia quando ci sono simili disgrazie.
Quando è uscita questa notizia sul giornale, un mio amico mi ha  detto di fare subito la domanda per andare in pensione.
Credetemi, mi è preso un colpo perché non voglio andare in pensione. Non sono un lavativo e non prendo mai malattia e usufruisco di qualche giorno di legge 104 solo nei casi indispensabili, ma se fra qualche giorno, mese o anno, non si sa mai, non posso tirare  avanti, chi assisterà i miei ragazzi?

Voi, ricchi onorevoli, non avete problemi di questo tipo, a voi bastano due anni e mezzo  di legislature per avere una buona pensione, ma a differenza vostra io non posso permettermi il lusso di portarli in una struttura privata, non posso nemmeno assumere badanti e nemmeno li posso ricoverare nelle strutture pubbliche in quanto (ove ne esistano) ci sono liste di attesa lunghissime. Se poi mi si toglie pure la possibilità di assisterli, se sarò costretto mi garantite che li posso portare a casa o farli assistere a carico di qualcuno di voi?

Io se sarà necessario debbo poter lasciare il lavoro per assistere i miei figli, ne hanno tutto il diritto, li ho messi al mondo e non li debbo abbandonare perché ora e solo ora anche i politici che ne hanno goduto e fatto godere “pizzicati dai giornali” si svegliano.
Invece di abolirla regolamentate la norma, prevedete dei controlli sulle autocertificazioni, mettete più vincoli, differenziate la materia ( non potete generalizzare il beneficio per un genitore anziano rispetto ad un coniuge o cosa ancora più grave “ un figlio” o come nel mio caso tutti e due ).
Penso che questi problemi possono essere capiti  solo da chi li vive realmente sulla propria pelle. Non li vive certamente sulla sua pelle la Dott.ssa Chinnici (almeno fino a  questo momento e speriamo mai) ne certamente chi è uscito dalla porta e poi è entrato dal PORTONE del Governo come Assessore o come consulente proprio chi oggi ne vuole fare “Una Battaglia Morale”. Non capisco inoltre perché nel Parlamento nazionale stiano cercando di fare una legge simile alla nostra (chiedete all’On. Fini o all’On. Katia Belillo) e nella Regione Siciliana le SS. LL. la vogliono abrogare proprio perché per  “colpa anche vostra “ ha creato scandalo non il Beneficio, ma l’utilizzo che alcuni ne hanno fatto.

Grazie, ma solo se proverete a capire l’angoscia di un genitore  che vive questo dramma e mi scuso anticipatamente se la presente può sembrarvi pesante nei termini, provate a chiudere gli occhi ed immaginare di vivere il mio dramma : avere due bellissimi bambini e temere di non potergli garantire assistenza 24 ore su 24 per tutti i giorni della Vostra o della Loro vita.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI