Policlinico, paura e dubbi | dopo la chemio fatale - Live Sicilia

Policlinico, paura e dubbi | dopo la chemio fatale

C’è tanta paura nella sala di attesa del reparto di Oncologia medica del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo dopo il grave errore che è costato la vita ad una donna di 34 anni, Valeria Lembo. Caposala e infermieri preferiscono non parlare, non rilasciano dichiarazioni sull’accaduto. Nei corridoi non si fa trovare nessuno, sono tutti concentrati sui pazienti in cura. D’altronde, come ci ha confermato una paziente: “Nei giorni in cui è accaduto il fatto gli infermieri non hanno fatto trapelare nulla, io ho appreso la notizia dal telegiornale”.

E adesso, c’è paura da parte dei pazienti ma soprattutto dei parenti che si ritrovano ad aspettare nella sala d’attesa con la speranza che nulla di simile possa accadere ai loro cari. “Bisogna affidarsi ai medici, in questo momento abbiamo bisogno del loro aiuto e delle loro cure. Non possiamo interrompere una terapia del genere – è la testimonianza di una paziente -. Si parla di malasanità in Sicilia ma anche fuori dall’isola. Si è trattato di un caso, un brutto caso, e bisognerebbe prestare più attenzione per evitare episodi del genere”.

“Io non ho mai avuto fiducia nelle strutture ospedaliere siciliane e per questo motivo mi sono subito rivolto ad un centro di Milano – a parlare è il marito di una donna che al momento è in cura al reparto di Oncologia del Policlinico di Palermo –. Il protocollo per la somministrazione della chemioterapia è uguale, ma a Milano il medicinale viene dosato non manualmente come qui a Palermo, ma automaticamente da una macchina che va in allarme in caso di dosaggio eccessivo. Io penso che il problema in Sicilia non sia dovuto dalla poca preparazione o attenzione da parte dei medici ma è causato dalla poca organizzazzione all’interno delle strutture ospedaliere e dai tanti, forse anche troppi, passaggi di carte”.

Immediate anche le polemiche da parte di chi esige maggiore sicurezza e controllo. “Deve necessariamente succedere qualcosa di brutto per far aumentare i controlli? – esplode una donna che in attesa della cura sta lavorando con i ferri su una sciarpa –. Io penso che dopo questo scandalo infermieri e medici debbano necessariamente evitare distrazioni”. E se da un lato c’è chi ripone qualche riserva sulle strutture ospedaliere, specie dopo un decesso causato da un grave errore, dall’altro c’è chi, nonostante tutto, continua a nutrire fiducia nei confronti di medici e infermieri. “In questo momento sono tutti sotto l’occhio del ciclone – dice un paziente –. Ma qui al Policlinico sono tutti bravi medici e bisogna solo aver fiducia”. “Qui c’è mia madre in cura. Siamo ormai giunti alla quinta seduta di chemioterapia e non abbiamo mai avuto problemi. Il mio pensiero va alla famiglia di questa donna e spero di non dover provare mai questo dolore”. “La fiducia c’è, altrimenti che veniamo a fare qui? – dichiara la sorella di una donna in cura – Non abbiamo alternative e siamo costretti a proseguire con la cura. Io credo che la morte della donna si poteva evitare, se solo avessero prestato un pò più di attenzione”.


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