Borsellino: "Altro che amore per la città"| E dal centrodestra solo silenzio - Live Sicilia

Borsellino: “Altro che amore per la città”| E dal centrodestra solo silenzio

Le dimissioni di Diego Cammarata provocano una pioggia di reazioni, una più negativa dell’altra. Nel silenzio assordante del Pdl e del centrodestra, da cui non arriva alcuna manifestazione di solidarietà all’ex primo cittadino. A dare fuoco alle polveri comincia Rita Borsellino, secondo cui “la parabola del centrodestra palermitano si è conclusa nel modo più vigliacco. Cammarata si è dimesso per non affrontare l’enorme buco di bilancio creato con la sua amministrazione fallimentare. Per salvare il Comune, noi palermitani saremo costretti nei prossimi mesi a pagare un conto salatissimo e a sostenere sacrifici enormi. Altro che amore per la città. Il suo è l’ultimo atto di responsabilità di chi, supportato da una classe politica di centrodestra che adesso prova a riciclarsi, ha distrutto la nave e l’abbandona mentre affonda”.

Ma se Rita Borsellino non è tenera, gli altri non sono da meno. “Il capitano dovrebbe essere l’ultimo a lasciare la nave, tentando di salvare anche l’equipaggio – dice il vicepresidente di Sala delle Lapidi, Salvo Alotta – Cammarata invece se ne va e abbandona una città ormai allo sbando, con buona pace dei palermitani. Questi ultimi dieci anni sono la peggiore eredità che Cammarata e il centrodestra potessero lasciare a Palermo. Se pensano di far dimenticare i loro fallimenti con qualche mese di vuoto, si sbagliano di grosso”.

Per il capogruppo dell’Udc a Palazzo delle Aquile, Salvo Italiano, “i palermitani magari non vinceranno al superenalotto o alla lotteria, ma avevano perfettamente azzeccato una previsione: il sindaco scappa lasciando la città immersa nei suoi problemi. Finalmente! Adesso si cambi pagina”. Davide Faraone, candidato alle primarie del centrosinistra, si dice certo di una cosa: “Il centrosinistra da oggi non ha più alibi. L’opposizione a chi ha distrutto la città o diventa proposizione concreta per Palermo o in primavera avremo come sindaco la sua fotocopia. E’ il tempo di scrivere una pagina davvero nuova, Cammarata ha fallito e va a casa”.

“Per Palermo non cambia niente – dichiara Fabrizio Ferrandelli, altro candidato a sindaco – è da anni che Cammarata è scomparso dalla sua città. Nessuno ne sentirà la mancanza anche perché ci ha abituati alla sua assenza. Palermo non ha mai avuto una gestione tanto fallimentare come quella di Cammarata, un’amministrazione così invisibile se non per i danni e i buchi che lascia in eredità. Con le sue dimissioni, si chiude uno dei più tristi capitoli della nostra città”.

Stefania Munafò, ex vicecapogruppo del Pdl e oggi all’Mpa, parla di “giorno della liberazione per Palermo. Oggi il sindaco dice di amare questa città e di dimettersi per questo amore, ma se amore era forse doveva pensarci prima. Rimanda tutto a Lombardo ed al Commissario che verrà nominato, esclusivamente per scaricare responsabilità”. Rosario Filoramo, del Pd, parla di Cammarata come di “un uomo in fuga dalle responsabilità, lascia una città allo stremo, conti in disordine e forse già in dissesto, la burocrazia nel caos, le aziende comunali in crisi di liquidità e organizzative. I suoi ex sodali del Pdl, di Forza del Sud, del Pid cercano in tutti i modi di prenderne le distanze”.

“Non mangeremo la mortadella – dice il consigliere comunale Alberto Mangano – come fece Nino Strano il giorno delle dimissioni di Prodi, perché siamo persone serie. Ma siamo ancora più indignati perché da oltre un anno Lombardo avrebbe avuto il dovere di rimuoverlo e non lo ha voluto fare. C’è una bella differenza tra dimissioni e rimozione”. Per Leonardo D’Arrigo, capogruppo dell’Mpa a Sala delle Lapidi, “in questi pochi mesi che ci portano a concludere il mandato consiliare, e in assenza di interlocuzione politica ed amministrativa, serve necessariamente far prevalere il senso di responsabilità. Le forze politiche che si collocano all’opposizione facciano uno sforzo comune per individuare un candidato sindaco forte”. Per Nadia Spallitta, Un’Altra Storia, “il centrosinistra deve raggiungere una posizione forte e unitaria per evitare gli ultimi pericolosi colpi di coda, anche in occasione delle elezioni”.


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