Amia, cercasi otto milioni di euro| per evitare la bancarotta e la mobilità - Live Sicilia

Amia, cercasi otto milioni di euro| per evitare la bancarotta e la mobilità

IL COMMISSARIO HA CHIESTO DIECI GIORNI DI TEMPO
di
3 min di lettura

Oltre centonove milioni di euro. Tanto costa ogni anno, al comune di Palermo, mantenere in vita l’Amia, la società partecipata che si occupa dell’igiene ambientale del capoluogo siciliano. Una cifra monstre che, però, ormai non basta più. I commissari inviati dal ministero lo ripetono da tempo: per salvare l’azienda dal tracollo e garantire i livelli occupazionali, senza cioè ricorrere ai contratti di solidarietà, servono otto milioni in più, il che porterebbe il contratto di servizio, firmato quando c’era ancora la lira e mai aggiornato, a 117 milioni di euro.

Una cifra, quella degli otto milioni, che la giunta Cammarata ha approvato il 20 dicembre scorso, ma che, secondo i commissari, non avrebbe alcuna copertura finanziaria. Ma non è solo questo il problema dell’Amia, società che conta oltre 2mila dipendenti che temono il ricorso a forme di mobilità per tagliare i costi. Il prefetto di Palermo, Umberto Postiglione, è stato costretto a creare un tavolo tecnico per affrontare la questione. Perché ogni volta che i dipendenti dell’azienda scioperano, la città si riempie di rifiuti con inevitabili rischi anche per la salute dei palermitani. Senza considerare, poi, i danni d’immagine a una città che, come ha ricordato il commissario del comune Luisa Latella, vive di turismo.

In ballo c’è anche il futuro dei dipendenti di Amia Essemme, società satellite che, nei piani dell’amministrazione Cammarata, sarebbe dovuta diventare un’azienda a parte ma che continua ancora a gravare come un macigno sui conti del gruppo. Sono poco più di 170 i suoi dipendenti, tutti addetti alla pulizia delle caditoie. Peccato che il servizio, contratto alla mano, non spetti all’Amia ma all’Amap, la società per il servizio idrico. Il risultato, a dire il vero incredibile, è che il comune paga l’Amap per un servizio che non svolge direttamente, e questa gira i soldi all’Amia che invece ha in carico gli operai. Tutto perfetto se non fosse che, nella partita di giro, si perdano per strada quasi tre milioni di euro che, secondo i commissari e i sindacati, Amap tratterrebbe ingiustamente. Il prefetto ha convocato un tavolo fra le parti per dirimere la questione, visto che l’Amap vorrebbe cedere ad Amia il servizio e l’Amia all’Amap i dipendenti.

A questi problemi strutturali, vanno aggiunti i crediti vantati dalla società nei confronti degli Ato di Palermo e Messina, ovvero dei comuni che hanno utilizzato la discarica di Bellolampo per il conferimento dei rifiuti. Crediti per decine di milioni, per i quali potrebbe presto intervenire la Regione anticipandoli agli enti che li restituirebbero nei prossimi dieci o vent’anni. Un’ipotesi di cui gli uffici stanno verificando la fattibilità. Ma, incredibile a dirsi, un altro dei problemi dell’Amia è proprio il fatto che alcuni comuni non utilizzano più Bellolampo, da quando la Regione ha aperto altre discariche in provincia. Una misura che, se da un lato ha limitato la saturazione delle vasche, dall’altro ha tolto introiti dalla società di piazzetta Cairoli.

Ma perché è così importante che l’Amia non fallisca? Per i posti di lavoro, ovviamente, e per evitare che la città venga sommersa dai rifiuti. Ma soprattutto perché determinerebbe la bancarotta del comune che, per ricapitalizzare l’azienda, ha messo sul piatto il 49% delle azioni di Amg (quasi 65 milioni) e alcuni immobili, ovvero l’ex Palazzo delle Ferrovie, il Palazzo La Rosa e l’ex poligono di tiro, per un valore totale di quasi 33 milioni. Peccato che proprio l’ex poligono non sia ancora nelle disponibilità dell’azienda, per problemi burocratici.

In occasione dell’ultimo vertice in prefettura, il commissario Latella ha chiesto altri dieci giorni di tempo per studiare la situazione e valutare possibili soluzioni, che dovranno necessariamente passare dal consiglio comunale. Sala delle Lapidi dovrà votare un assestamento di bilancio o, per una volta tanto, votare la prossima manovra finanziaria in primavera anziché in estate inoltrata.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI