E i centristi bruciarono il Pdl | che adesso potrebbe accodarsi - Live Sicilia

E i centristi bruciarono il Pdl | che adesso potrebbe accodarsi

Palermo 2012. Il retroscena
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Ci si lavorava da un paio di settimane, con la massima riservatezza. Bocche cucitissime dopo il no di Caterina Chinnici e il tramonto definitivo dell’ipotesi Gianni Puglisi, che aveva chiesto per correre una coalizione larghissima di matrice bulgara. Dalle parti del Terzo polo a quel punto s’è cercato di tirare fuori il coniglio dal cilindro. Mpa e Fli, il cui asse è ancora solido, si sono dati da fare per proporre agli alleati dell’Udc un nome che potesse riunire l’alleanza centrista, divisa alla Regione dopo la rottura, aspra, tra casiniani e Lombardo. L’identikit su cui si lavorava era quello di un nome fuori dai partiti, meglio se giovane. Si è arrivati così a Massimo Costa, il trentaquattrenne avvocato presidente di lungo corso del Coni Sicilia. Un nome che per la verità nel toto-sindaco delle scorse settimane era già uscito, ma in quota Pdl, vista la vicinanza del giovane leader dello sport siciliano al presidente dell’Ars Francesco Cascio. Che nei mesi scorsi, come aveva scritto il mensile S, aveva cercato di spingere la sua candidatura senza incontrare però consensi nel partito.

E così, approfittando del temporeggiare dei berluscones, i terzopolisti hanno soffiato a un Pdl sempre più in confusione l’enfant prodige che da ragazzino scriveva nei temi di scuola di voler diventare Presidente della Repubblica. Il via libera definitivo è arrivato stamattina in un vertice romano. Presenti Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini, oltre allo stato maggiore di Futuro e libertà al gran completo, dai siciliani Briguglio, Aricò e Lo Presti a Italo Bocchino. La scelta di un cattolico come Costa, un giovane scelto dalla “società civile” senza un collegamento diretto coi partiti, attivo da anni nel volontariato, è piaciuta all’Udc . A quel punto, Lombardo ha riunito nel primo pomeriggio i suoi a Palazzo d’Orleans, partendo da Francesco Musotto e Riccardo Savona, per comunicare la scelta.

Anche alla luce della maretta in casa Pd, insomma, Lombardo e il suo Mpa hanno lavorato per rinsaldare il legame, che appariva parecchio compromesso, con il Terzo polo, contando sulla mediazione del migliore alleato del governatore, Gianfranco Fini. A questo punto sembrerebbe tramontare definitivamente l’ipotesi di una candidatura di Roberto Lagalla, su cui Pdl e Udc avrebbero potuto trovare la convergenza auspicata da Angelino Alfano. E adesso il Terzo polo, riuscito il miracolo di trovare un nome che mettesse d’accordo Lombardo e D’Alia, i cui rapporti politici sono ai minimi storici, ci crede davvero.

“Può vincere”, ripetevano oggi i pezzi da novanta dell’alleanza centrista, una frase che a nessuno di loro avevamo sentito pronunciare nei giorni in cui si ragionava di una candidatura Chinnici. Soffia un forte vento d’ottimismo tra i terzopolisti, insomma, anche in forza delle divisioni del Pd dilaniato e dell’avvilente immobilismo di quel che resta del vecchio centrodestra. Al quale oggi pomeriggio il segretario Udc Lorenzo Cesa ha teso la mano, proponendo un’ipotesi di convergenza del Pdl sul nome di Costa. Probabile? Non troppo, visto che sul nome del presidente del Coni, Lombardo è stato lesto ad attaccare la targhetta del Terzo polo. Possibile? Certo, viste anche le ben note difficoltà che il Pdl sta incontrando in questi giorni per trovare un candidato.  Un accordo largo di quel tipo allontanerebbe per Angelino Alfano lo spauracchio di prendere una legnata proprio a casa sua nel primo test elettorale da segretario del Pdl. E spianerebbe un’autostrada per Palazzo delle Aquile all’ex campione di kickboxing col pallino della filosofia, che su facebook spopola con numeri da rockstar.


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