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LiveSicilia.it / Province / Messina / Operazione “acque pulite” Sequestrato il depuratore

Operazione “acque pulite”
Sequestrato il depuratore

Nel messinese
di Patrizia Vita
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Scatta l’operazione acque pulite. Le indagini del commissariato di Capo d’Orlando hanno stabilito la presenza di batteri nelle acque dell’impianto di depurazione dei Comuni di Piraino, Brolo e Sant’Angelo di Brolo e stamani lo hanno posto sotto sequestro preventivo.

Il provvedimento, emesso dal GIP del Tribunale di Patti, è scaturito a seguito dell’accertamento di reati ambientali e contro la pubblica amministrazione commessi, a detta dell’accusa, da diversi soggetti. Tre gli indagati. Le indagini scattarono lo scorso agosto, quando attraverso le denunce di diversi abitanti dei Comuni interessati, furono segnalate esalazioni e residui nelle aree marine di Brolo e Piraino. Furono queste le prime ad essere sottoposte ad analisi. Tali anomalie, venne stabilito, derivavano dal cattivo funzionamento del sistema di depurazione, inadeguato, secondo l’ipotesi d’accusa, alle normative vigenti. Successive analisi dell’Arpa, effettuate all’interno dell’impianto, avrebbero confermato i risultati delle prime ricognizioni. Eccessivo accumulo di fanghi e sabbie all’interno delle vasche ed il loro mancato smaltimento, fu scritto sulla relazione, avrebbero causato la presenza di batteri, e l’aumento dei valori 720 volte superiori ai limiti di legge, provocando, così, gravi danni ambientali ed elevati rischi per l’igiene e la salute pubblica.

Inoltre, risultava non funzionante il sistema di disinfezione che avrebbe dovuto permettere l’abbattimento della carica batterica e lo smaltimento dei fanghi. Per il pm Rossana Casabona, che ha coordinato le indagini, al fine di procedere allo smaltimento era stata realizzata una condotta secondaria che bypassava il percorso ufficiale e scaricava illecitamente altrove le acque torbide e maleodoranti. Lo scopo, a detta dell’accusa, era ridurre i costi.

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Il gip ha emesso tre avvisi di garanzia nei confronti dei presunti responsabili. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, frode in pubbliche forniture, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture, scarico in mare di acque reflue urbane non depurate, attività illecita di gestione di rifiuti speciali, omissione di atti d’ufficio e getto di cose pericolose.

Tags: depuratore · messina · sequestro

Pubblicato il 14 Febbraio 2012, 14:47
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