In carcere per una coltellata | Il tribunale lo assolve: legittima difesa - Live Sicilia

In carcere per una coltellata | Il tribunale lo assolve: legittima difesa

In cella da aprile
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Giustizia è fatta, si direbbe. Dopo 10 mesi di custodia cautelare in carcere, Victor Ugochukwu, nigeriano di 26 anni, imputato di tentato omicidio, potrà tornare libero. È la sentenza di assoluzione pronunciata dalla terza sezione penale del tribunale di Palermo, presieduta da Vittorio Alcamo. E del resto era stata la stessa accusa a chiedere l’assoluzione dell’imputato per mancanza di prove. Mentre la difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe La Barbera del foro di Termini Imerese, ha chiesto, e ottenuto, che fosse riconosciuta la legittima difesa.

Il fatto. Nell’aprile dello scorso anno scoppia una rissa a Palermo, in vicolo del Forno ai maestri dell’acqua, vicino la stazione centrale. Nella quale un cittadino di origine slava, Sedat Ajrizi, viene accoltellato all’addome da Ugochikwu che, pochi giorni dopo, si presenta volontariamente alla polizia. E viene arrestato. Vengono chiamati i testimoni dell’avvenimento, gente del luogo, che parlano dell’aggressione da parte del nigeriano. Addirittura pare fossero in due. La parte lesa, Ajrizi, dice che il nigeriano gli avrebbe chiesto una sigaretta e poi l’avrebbe accoltellato.

La vicenda finisce a processo dove, però, tutte le persone già sentite dalla polizia in parte ritrattano, cambiano versione o non confermano quanto già detto. Perché Ugochikwu ha una ferita sulla testa che va dalla nuca fino alla fronte. E pian piano la verità comincia a venir fuori. A cominciare dal motivo per cui il nigeriano si trovava in compagnia dello slavo. Inizialmente, Ugochikwu, aveva detto di essere stato insultato, che l’avevano chiamato “sporco negro” e poi l’avrebbero assalito in gruppo. In realtà il nigeriano confesserà che si trovava in compagnia di Ajziri perché era andato a comprare dell’hashish. E la droga che gli sarebbe stata data non era abbastanza secondo lui. Da qui sarebbero nate le scintille e gli strattonamenti. E mentre il nigeriano stava per prendere dei sacchetti che aveva con sé per andare via, chinandosi, avrebbe ricevuto quella coltellata ben visibile sulla testa. Solo l’inizio del pestaggio, perché lo slavo avrebbe chiamato i suoi presunti sodali che si sarebbero accaniti su Ugochikwu che subisce un ulteriore ferita alla testa, provocata da un cavalletto da bici. Il che conferma anche come il nigeriano sia stato aggredito da più persone. “Col volto coperto di sangue che usciva dalla testa – dice l’avvocato in aula – non vedeva niente, toglie il coltello a Ajziri, ferendosi a una mano, e lo conficca nello stomaco. Nel suo pieno diritto. Vistosi aggredito, in pericolo di vita, si difendeva dall’attacco”.

Poi arriva la pronuncia del giudice. Il nigeriano, nel gabbiotto destinato ai detenuti, di primo acchito non capisce. Poi l’avvocato gli spiega che di lì a poco sarebbe stato nuovamente libero e allora il suo volto si illumina e tira fuori un ampio sorriso. Mentre di Ajziri non c’è più traccia. Dopo essersi costituito parte civile è sparito dalla circolazione, così oggi in aula neanche il suo avvocato si è fatto vedere.


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