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LiveSicilia.it / Archivio / Palermo, città chiusa

Palermo, città chiusa

La crisi
di Roberto Puglisi
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Palermo chiude. I dipendenti di fortezze commerciali un tempo grandi annaspano. Avevano un lavoro. Gli resta la carità. La crisi morde coppie temprate dagli anni. Lui e lei si erano conosciuti tra i banconi di un grande magazzino. Lui racconta la storia e gli viene da piangere. Lei ascolta in silenzio. E qualcuno dei nostri commentatori scrive che sarebbe meglio buttare a mare i vecchi per lasciare spazio ai nuovi. Non c’è solidarietà. Il rumore di fondo che sovrasta la drammaturgia delle scena sa di cannibalismo, di ossa addentate con ferocia. Ci stanno insegnando la brutalità reciproca. Chi regge le leve del mondo preferisce che i poveri si scannino l’uno con l’altro, che non ci sia coscienza di comunità. Non servono pensieri, né occorrono sentimenti nell’applicazione del precetto economico, a scapito della reminiscenza umana. Una sana economia, certo, è impalcatura necessaria. Ma qui siamo molto oltre. E’ la fredda disperazione del calcolo che non lascia altre vie d’uscita. I morti sul terreno li conteremo tra poco. Nessun terapeuta sembra in grado di fornire una ricetta utile. C’è il male, non c’è rimedio.

Palermo cade a pezzi, poco a poco. Si stringe in un’agonia dolorosissima. Due tremende congiunture l’hanno assassinata: l’avvento contemporaneo di un ciclo tremendo e di un sindaco insipiente. La sorte ha spento le luci. La politica non ha nemmeno provato a riaccenderle. Attraversiamo le strade costellate di porte sbarrate e saracinesche abbassate. Non abitiamo una città. Solchiamo un cimitero in stile ungarettiano. Le idee nascono gelide. Le sensazioni stupiscono per la facile progressione della tristezza. La speranza è lontana. Le facce sorridenti sui cartelloni elettorali suonano come una bestemmia.

Ci scrivono in tanti. Inviano messaggi come letterine per un sidereo Babbo Natale. Ogni minimo pezzullo sul lavoro fa il pieno di commenti e lettori. Piovono curricula sgrammaticati che somigliano a implorazioni. Non esiste più la riflessione. C’è solo la reiterata pazzia delle mani che gettano messaggi in bottiglia nel grande mare del web. I naufraghi sanno già che nessuno verrà a salvarli dalle sabbie mobili dell’isola deserta. Ma insistono. Tentano l’oppio di un’illusione.

Palermo chiude ed è un po’ colpa di tutti. Di amministratori e imprenditori che spesso non hanno tenuto fede al fondamento etico di mestieri impegnativi. E la croce dobbiamo portarla pure noi giornalisti, così pavidi nel denunciare, così lenti nel capire. Noi che spieghiamo la vita agli altri e siamo ignoranti. Se un politico non solleva la polvere dello scandalo, non lo consideriamo. Se mette pepe nei comunicati, gli rimproveriamo l’inaffidabilità. Noi che ci sentiamo al sicuro non troveremo scialuppe di salvataggio sull’orlo della nostra tastiera.

Pubblicato il 17 Febbraio 2012, 20:26
21 Commenti Condividi
Commenti
  1. giuseppe rossi 9 anni fa

    Caro Roberto Puglisi, la ringrazio di cuore per avere dato voce ai sentimenti di chi sta soffrendo in questo momento.
    A mio avviso ha dimenticato un altro livello di responsabilita’ politica della crisi che non ha speso i fondi comunitari. Tuttavia le sue sono parole appassionate ed oneste.
    Affettuosi saluti

    Rispondi
  2. maggio 9 anni fa

    Complimenti per l’articolo pungente che fotografa una città ormai in declino,vittima di gestioni scellerate.Speriamo che non sia così anche per termini imerese ed i suoi dipendenti ex fiat. Ma poichè siamo a carnevale ,il rimedio potrebbe essere l’incubatore della multiservizi SpA, società per amici.

    Rispondi
  3. Marcello 9 anni fa

    Caro Roberto, grazie per l’analisi che coglie nel segno. Molti parlano di un futuro ombroso, ma in realtà è il presente che più crea disagio e paura. Il suo richiamo alla necessità di ritrovare una unione di comunità mi appare come un percorso da seguire. Proprio questo disagio della solitudine che oramai attanaglia lavoratori di tutte le specie, imprenditori, autonomi, finti autonomi e dipendenti deve essere superato da uno slancio comune. Solo la comunità, purtroppo distrutta dai mass media e dalla politica attuale, può dare una risposta utile a dare un senso al nostro disagio ed alle nostre paure.
    L’alternativa sarà un massacro sociale che non potrà che generare forme estreme di rappresentanza politica e derive populiste che potranno definitivamente avvicinarci a realtà centro-africane o sudamericane, con una sottile ma fondamentale differenza … loro rincorrono con speranza a queste forme politiche, noi con disperazione… e Malthus insegna come si superano le fasi di stagnazione economica…

    Rispondi
  4. Orazio 9 anni fa

    Caro Puglisi,era il post di un cretino, non gli ho risposto, lei ne ha fatto un giusto articolo.

    Rispondi
  5. saibo 9 anni fa

    Mi da un pruriginoso fastidio,ascoltare i TG nazionali,che fanno vedere la Grecia,e mentre scorrono i filmati sciorinano i dati i numeri di un paese che sta affrontando almeno il popolo,dignitosamente una povertà imposta dal sisteme economico finanziario mondiale.Ma qualcuno dei nostri politici,locali e nazionali ha mai confrontato i numeri del quasi default greco con quelli siciliani?provate a confrontarli,scoprirete che noi siciliani viviamo la stessa situazione Greca,ma nessuno se ne accorge perchè noi viviamo in uguali condizioni da molto tempo….anche per questo siamo laboratorio..non se ne accorto Berlusconi,non se ne accorge Monti…La Sicilia vive in perenne crisi economico finanziaria..i nostri giovani vanno via..il peccato più grande per i governi non è uccidere il consenso,ma la SPERANZA.

    Rispondi
  6. saibo 9 anni fa

    Dimenticavo,una volta tanto non polemizzo con GIUSEPPE ROSSI….Condivido in toto e mi associo.

    Rispondi
  7. Valentina 9 anni fa

    Palermo, una città abbandonata a se stessa, ad un atroce ed avverso destino, ormai da qualche anno!
    L’epilogo è già scritto e forse nessuna nuova Amministrazione Comunale potrà farci più niente, serve un TOTALE ricambio generazionale, assolutamente sganciato dalla politica contemporanea tutta, ma che per necessità temporali esige appunto tempo : quello che a noi manca! Speriamo almeno che lo abbiano le nuove generazioni!
    Saluti
    Valentina

    Rispondi
  8. Folco Bi 9 anni fa

    E adesso? Bla Bla Bla

    Rispondi
  9. vittorio 9 anni fa

    Si parla tutti i giorni, di cosa fare domani se ci arriviamo.Palermo questa è! senza essere pessimisti, il peggio l’abbiamo davanti e non sappiamo cosa ci aspetta a parte Zamparini,centro commerciale,e Franco Cardinali c. comm. Forum e i francesi con leroy marlen non ci sono altri che vengono ad investire a palermo,i palermitani quelli che una volta si chiamavano industriali, si sono ritirati oggi fanno un’altra vita;guardano.Il patrimonio culturale,museale,montano, e marittimo che ha la nostra città, basterebbe per dare lavoro a tante famiglie,ma Palermo si è scelto questo di destino, malgrado la bella aria, siamo negli ultimi posti come vivibilità,chi lavora nel privato, ha di stipendio, quanto guadagna un romeno in Romania, con la differenza che a Palermo non sono messi in regola, e la gioventù senza avvenire

    Rispondi
  10. qualunque-mente 9 anni fa

    Le responsabilità degli amministratori locali, tutti, sono ENORMI. Ma noi li abbiamo votati. Non ci sono nè maggioranze nè opposizioni, permettetemi di dire che sono tutti uguali.

    Attenzione: non è antipolitica è la constatazione della mancanza di QUALITA’dell’attuale sistema politico-sindacale.

    L’incapacità decisionale, la ricerca del compromesso ad ogni costo, l’inefficienza e l’inefficacia rispetto ad obiettivi non individuati a prodotto l’inesistenza di una qualunque strategia amministrativa.

    I cittadini che in qualche modo hanno beneficiato di questo perverso sistema, perche legati in qualche modo, al padrino politico di riferimento non hanno protestato o in qualche caso hanno partecipato ad iniziative preordinate ed organizzate al solo fine di mantenere i privilegi.

    I cittadini qualunque, quelli senza riferimento politico, hanno subito in silenzio pensando che la loro voce non avesse neppure il diritto di essere ascoltata.

    Entrambe sono responsabili del disastro, ma si trovano tuttora su posizioni contrastanti: il mantenimento dei privilegi da un lato e la salvaguardia del bene comune dall’altro.

    I primi torneranno alle urne tentando di eleggere chi garantirà la persistenza del sistema i secondi voteranno turandosi il naso e tappandosi gli occhi. Purtroppo nulla cambierà.

    La mia proposta è velleitaria e per certi versi irrealizzabile ma credo sia l’unica possibile: VOTARE SCHEDA BIANCA IN MASSA.

    Rispondi
  11. nunzio moschetti 9 anni fa

    Roberto sei un grande. Questo articolo spero che lo leggano in molti e principalmente i miei colleghi consiglieri comunali e i tanti imprenditori, piccoli e grandi se ancora ci sono a Palermo. Si proprio loro che dovrebbero sapere che dalle loro scelte, dalle loro decisioni prese o mancate, dall’onestà di operare nell’esercizio delle loro funzioni, per cui giurano sulla costituzione, hanno in mano la vita dei lavoratori, dei cittadini giovani, bambini, mamme, papà, anziani, disperati , di una intera comunità e città. Sentiamo parlare che è necessario rivedere i conti del bilancio, che non si deve più sforare nelle spese, che il patto di stabilità va rispettato ad ogni costo, ogni politica fiscale va decisa secondo tali principi e siamo d’accordo. Ma c’è una riflessione da fare, le decisioni prese equivalgono al bene e benessere della società?I soggetti deboli, le famiglie che vivono ai margini della decenza economica, chi ha perso il posto di lavoro e con esso la dignità di capo famiglia, chi non può far fronte alle spese per far studiare i figli, per dare una decenza alla vita sempre più marginale della propria famiglia, chi non può più comprare i medicinali perchè non più assistito dal SSN anche se disoccupato, cosa devono fare. La politica, la finanza, l’imprenditoria se lo chiedano e ci diano una risposta. Grazie Roberto. Solidarietà a tutti i lavoratori abbandonati dal loro imprenditore, dallo stato, dalla politica.Nunzio Moschetti

    Rispondi
  12. anonimo 9 anni fa

    Mi sento chiamato in causa e tengo a precisare alcune cose. Secondo voi i ragazzi diplomati che non riescono a trovare una prima occupazione che non sia il solito venditore porta a porta senza fisso, che vedono avanzare i raccomandati dovrebbero avere solidità per chi ha lavorato tanti anni e adesso si trova in diffoltà? Mi spiace, ma ognuno deve guardare il proprio tornaconto… I ragazzi disoccupati non aspettano altro che aprono nuove attività come il probabile Mediaworld nei locali di Migliore e si vedranno scavalcare non soltanto dai soliti raccomandati ma anche dagli ex dipendenti soltanto perchè devono continuare a lavorare…
    Si lamentano tanto i precari, ma quasi mai dei disocuppati… datamelo a me un posto di lavoro precario…

    Rispondi
  13. Gianni 9 anni fa

    Consapevolezza
    Analisi impietosa della realtà palermitana. Cosa rimane del desiderio che l’ha fatta riemergere in situazioni peggiori di quelle attuali? L’essere parte di un popolo rendeva capaci di sacrificarsi per un bene più grande. Gli ideali muovevano il cuore dell’uomo che consapevole della sua natura diventava un costruttore infaticabile. Uomini con questa coscienza sono stati in grado di costruire cattedrali pur vivendo in capanne. Stare con uomini così rende la vita avventurosa.
    Buon lavoro a tutti

    Rispondi
  14. pensante 9 anni fa

    Caro Puglisi, grazie per l’articolo. Lo condivido. La logica del profitto e l’assenza del senso di appartenenza e di responsabilità sono micidiali per una città come la nostra. La crisi non è solo economica, ma anche di valori. Senza valori non esiste nulla, neanche la speranza e la dignità.

    Rispondi
  15. Kalogero 9 anni fa

    Caro dr. Puglisi gliel’ho già detto in passato e glielo ripeto: Ella non è un giornalista ma un poeta e sentitamente La ringrazio perchè è una grande impresa riuscire a far resistere la poesia in una città come la nostra ! Grazie.

    Rispondi
  16. Vittorio Paola 9 anni fa

    Caro Roberto… Grande e profonda riflessione. La condivido interamente ed è molto triste.

    Rispondi
  17. sindaco isidoro 9 anni fa

    Bravo Roberto.

    la colpa è di tutti,anche della kultura,poteri vecchi da quasi un secolo.

    potrei fare anche i nomi: ma non mi conviene,farebbero parlare anche i

    morti !!!! Ciao

    Rispondi
  18. ninni 9 anni fa

    Proprio come scrive lei dottor Puglisi. Ed oggi che ricorre il carnevale ci si chiede se il più importante sia quello di Venezia o di Viareggio? No, il più di tutti è quello che si recita a Palermo sotto il tema “corsa a sindaco”.
    E così abbiamo Balanzone che parla tanto e non conclude niente; Brighella pronto ad agire ed escogitare trappole ed inganni in cui far cadere il prossimo; Arlecchino stravagante, scanzonato, furbo ed in perenne contrasto con il suo padrone; Colombina giovane, arguta dalla parola facile e maliziosa; Gianduia la cui vera passione è la tavola ed il buon vino; Pulcinella impertinente, chiaccherone e che è oggetto di pesanti bastonate; Mirandolina servetta scaltra nelle mani della borghesia decadente e Rugantino e Pantalone e così via. Ma cu è chiù fissa? Carnalivari o cu ci va appriessu? E come scrive oggi su repubblica Palermo Francesco Renda dall’alto dei suoi novant’anni: “cari politici siete vecchi, cedete il posto ai giovani, aiutateli a divenire protagonisti della loro vita”. E di carnevale vestite solo i bambini. Adulti gettate giù la maschera, dite cose concrete e realizzabili, date una ricetta di opportunità ai disoccupati, precari, anziani, rivoltate come un calzino il mondo della cultura vecchio di un secolo nel modo di agire, la primavera astronomica si avvicina velocemente e che possa coincidere con quella di Palermo.

    Rispondi
  19. anna 9 anni fa

    La politica di palermo è una Carnevalata tutto l’anno.Per il dottor Puglisi scrivere questi articoli su palermo sarà molto faticoso. complimenti.

    Rispondi
  20. JO 9 anni fa

    quoto Anna in pieno : NESSUNO dei politici che ci governano a qualsiasi livello ( preciso ancora A QUALSIASI LIVELLO….. ci siamo capiti? ) può permettersi di fare considerazioni sullo stato comatoso della nostra città! Nessuno!

    Rispondi
  21. PAULINA 9 anni fa

    mi ricollego all’intervento di Anomino, e aggiungo, che dopo tanto urlare davandi alle tv “lavoro lavoro ci buttano in mezzo ad una strada..” gli scioperanti della Migliore erano forse 30 , compresi i polizziotti , su i 269 tanto famosi , come mai? la verita’ e’ che di lavoro/PROFESSIONE non se ne parla ! ma di lavoro/stipendio e allora se l’imprenditore sgancia sempre e comunque bene, quando lui ha pure le sue difficolta’ , grazie al momento e alla burocrazia in senso lato, per cui il soldo manca e li che allora si grida al lupo al lupo, ma prima? cosa si fa’ per lavorare con la professionalita’ e la dignita’ per essere produttivi per l’azienda che ti mantiene? nulla, solo lamenti e sofferenze e allora vai con la cassa integrazione che e’ meglio, prendi soldi e non fai nulla, se non ti bastano lavori in nero e alla fine ti porti a casa piu’ di quanto guadagnavi prima. questa e’ l’Italia, dove tutto e’ dovuto. si condanna il lavoro nero, ma la cassa integrazione lo ha creato, chi lo contesta lo ha creato e poi dicono che non bastano i soldi …paghi le pensioni, paghi la C I G , paghi le malattie ..il bello e’ che tutti continuano a lavorare!!!!!!!!!!!!!

    Rispondi

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